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Fascicolo n° 162 Novembre/Dicembre 2023

Strade & Autostrade 162

Gare della PA: dal 2024 solo con qualificazione e digitalizzazione delle Stazioni Appaltanti

Nel passaggio dal vecchio al nuovo Codice degli Appalti, entro il 31 Dicembre 6.000 Stazioni Appaltanti qualificate e altri soggetti, devono ottenere piattaforme certificate, con la digitalizzazione e la qualificazione dell’intero ciclo di vita dell’appalto di tutta la macchina delle gare, in grado di dialogare con la Banca dati nazionale dei contratti pubblici governata da ANAC.

Le Stazioni Appaltanti avranno l’obbligo di dotarsi di piattaforme aperte interoperabili (BIM, Building Information Modeling): dovranno adottare metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni per la progettazione e la realizzazione di opere di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti per importo a base di gara superiore a 1 milione di Euro.

La digitalizzazione è fondamentale per l’appalto, un vero ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale composto da una serie di elementi: banca dati nazionale dei contratti pubblici, fascicolo virtuale dell’operatore economico reso operativo dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), piattaforme di approvvigionamento digitale, procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici.

Il processo di digitalizzazione riguarda anche l’accesso agli atti, in linea con le procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici.

Ad oggi, solo qualche decina di Stazioni Appaltanti si sono messe in regola, ma sono troppo poche rispetto agli obiettivi stimati dall’Autorità Anticorruzione, anche se i numeri non si esclude che possano solo aumentare. Non c’è quindi molto tempo: il countdown per la fine dell’anno è già partito e ora si dovrà correre poiché i benefici potrebbero ripagare della fatica.

Il PNRR e la UE avevano decretato la riforma con le nuove regole per gli appalti. Quindi non è possibile una esclusione, anche se momentanea, delle regole che dovranno alleggerire il carico burocratico che grava su Pubblica Amministrazione e operatori economici. Di conseguenza, dal 1° Gennaio 2024 senza piattaforma non si potranno più bandire gare pubbliche.

Spero solo che tutto il meccanismo, che con il nuovo Codice degli Appalti regola le gare pubbliche, non vada in difficoltà, è un rischio che sta circolando ai piani alti della macchina amministrativa, soprattutto per le gare legate al PNRR.

Dal 1° Luglio del 2024, le Stazioni Appaltanti devono diventare tutte moderne e digitalizzate e soprattutto qualificate, da 26.000 dovranno diventare circa 6.000 e ad oggi hanno superato la sola qualificazione circa 3.500. Lo scopo principale è la riorganizzazione delle PA nel settore degli appalti pubblici al fine di ottenere maggiore qualità ed efficienza nella gestione delle gare.

Non solo spariranno le carte e molta burocrazia ma Stazioni Appaltanti, Imprese ed Enti locali saranno interconnesse tra loro in un unico flusso informativo. Tutte le fasi di gara saranno gestite attraverso la piattaforma, inclusa la trasmissione dei dati alla banca dati ANAC. Con l’interoperabilità gli Enti locali e le Stazioni Appaltanti potranno consultare e aggiornare i dati e le procedure di affidamento.

Certamente una grande innovazione che porterà ad una sicura accelerazione e controllo delle procedure per le gare di appalto. Si avvantaggerà sicuramente la sostenibilità del debito pubblico con l’aumento del PIL, che rappresenta la sfida più importante che il nostro Paese è chiamato ad affrontare, in considerazione della particolare attenzione riservata dalle nuove regole di bilancio europee e, soprattutto, per rafforzare la fiducia degli investitori.

Claudio Capocelli

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