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Fascicolo n° 148 Luglio/Agosto 2021

Fascicolo n° 148 Luglio/Agosto 2021

Farraginosità di procedure e inadeguata professionalità mettono a rischio l’impiego delle risorse PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza costituisce un notevole passo in avanti rispetto al passato nel tracciare un programma di politica industriale nazionale, un’unica grande opportunità che ci consente di poter perseguire un vero rilancio del nostro Paese.

Il PNRR è un metodo di programmazione innovativo proteso all’attuazione di un uso coerente delle risorse concordate con l’UE, un’occasione offerta dall’Europa per risollevare anche la nostra economia orientandola verso nuovi orizzonti tecnologici e assumendo un modus operandi e una governance per la gestione di tutta la manovra.

Il Decreto Legge sulla governance del PNRR e le semplificazioni rispondono anche alle esigenze segnalate dall’ANAC: snellire le procedure, innovare gli appalti, migliorare la qualità delle Stazioni Appaltanti, garantire trasparenza e correttezza in ogni fase di realizzazione di un’opera.

Sono cambiamenti senza i quali sarebbe impossibile raggiungere i traguardi e i piani prefissati sia dalla UE, che dal nostro Governo secondo il quale il 70% delle risorse economiche del Recovery and Resilience Fund dovrebbero essere impegnate entro l’anno 2023.

È necessario, perciò, scrollarsi di dosso i metodi e le procedure attuali segnati dalla lentezza della burocrazia, con la farraginosità delle procedure amministrative e le molteplicità di autorizzazioni necessarie.

Mantenendo gli odierni processi amministrativi sarebbe impossibile rispettare le scadenze e portare al miglior impiego delle risorse: ne è prova il bilancio del passato decennio che ha registrato modesti progressi nello snellimento dei procedimenti nonostante i molti provvedimenti di semplificazione e di  deregolamentazione presi da tutti i Governi che si sono succeduti.

Non c’è scelta: o si dà una spallata al sistema pubblico esistente – responsabile di ritardi, inefficienze e compromessi al ribasso – o ci ritroveremo anche a dover restituire i finanziamenti che l’Europa ci ha concesso. Di fatto, il PNRR si è posto l’obiettivo di attuare una riforma della Amministrazione Pubblica.

Non si dimentichi, però, che il nuovo comporta lo sconvolgimento di posizioni acquisite e di apparati e culture consolidati nel tempo, suscitando la reazione di quanti rischiano di perdere i benefici (o quasi rendite) che traggono da questi assetti.

La loro resistenza o l’opposizione al rinnovamento delle procedure può vanificare il processo di riforma o indurre a modesti compromessi, che pregiudicherebbero l’efficacia del piano.

Il soggetto pubblico può stabilire nuove tecniche e procedure, ma il capitale umano della PA – essenziale complemento della riforma – non necessariamente si porterà altrettanto rapidamente all’altezza delle nuove competenze per raggiungere un più alto livello di produttività: mi riferisco in particolar modo agli Organi periferici di Regioni, Comuni e Province.

Abbiamo assolutamente la necessità di Ingegneri professionalmente preparati, il Paese è tutto da ricostruire. Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, ha emesso un provvedimento che prevede la costituzione di un portale di reclutamento per figure professionali in grado di gestire i 190 progetti previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Una riforma altrettanto radicale è necessaria nei procedimenti autorizzativi delle opere infrastrutturali per realizzarle senza ritardi, passando inevitabilmente per una revisione delle competenze nei diversi livelli.

Di tutto ciò, nel Programma PNRR non c’è traccia benché sia largamente riconosciuto che la fase a monte dell’esecuzione delle opere sia responsabile dei tempi lunghi e delle distorsioni che si vedono da decenni. L’esperienza ci insegna.

Per le opere finanziate dal PNRR e dal PNC nel Decreto Semplificazioni è stato previsto, con il divieto di appalto integrato, che le Stazioni Appaltanti possano affidare congiuntamente la progettazione e l’esecuzione dei lavori. Pare che il nuovo appalto integrato migliori il livello di progettazione, introducendo nel nostro ordinamento un cambiamento radicale in materia di servizi di ingegneria, dove l’affidamento avverrà mediante l’acquisizione del progetto definitivo in sede di offerta.

Se tutto ciò verrà correttamente applicato, sicuramente ci sarà un’accelerazione nello svolgimento delle opere.

Claudio Capocelli

Scarica il Sommario alla pagina http://www.edi-cem.it/home/strade-autostrade/

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