Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Fascicolo n° 160 Luglio/Agosto 2023

Strade & Autostrade 160

L’automazione alla guida e l’IA: annulleranno il fattore umano?

Faccio molta fatica a immaginare l’enorme cambiamento di quando le macchine potranno avere capacità umane come il ragionamento e la creatività condizionando e guidando il nostro comportamento. In futuro cambiamenti trasformativi stravolgeranno la Società, le Imprese e l’economia globale e il modo in cui viviamo e lavoriamo.

Oggi siamo alla vigilia di una rivoluzione; tuttavia il processo è in atto con crescita graduale anche se non lo avvertiamo.
Possiamo avere una preliminare indicazione dal forte sviluppo di digitalizzazione e informatizzazione delle auto a guida assistita. La guida autonoma e quella assistita preverranno i sinistri e salveranno le vite. Le city car saranno probabilmente piccole e lente; le auto per i lunghi viaggi saranno comode, veloci e aerodinamiche.

Entro il 2050, oltre il 50% dei veicoli sarà completamente elettrico e autonomo, compresi autotreni, autobus e taxi. Quando l’automazione della guida sarà totale vivremo una realtà molto diversa da oggi: da solo il veicolo farà tutto ciò che è necessario per evitare incidenti. Perché ciò accada ci dovrà essere una condizione,
cioè che l’auto viaggi in un ambiente simile a lei, dove circoleranno altri veicoli autonomi e dove i pedoni siano resi visibili alle macchine; le strade dovranno essere sensorizzate e in grado di comunicare coi veicoli. Quando saremo alla fine di questa parabola avremo quasi del tutto eliminato il fattore umano.

Gli Enti gestori stradali dovranno ricorrere a strategie di modellizzazione avanzate per la gestione della sicurezza stradale, in particolare sfruttando le potenzialità delle reti neurali artificiali, in grado di processare i dati geometrici e funzionali della strada integrandoli con le informazioni sulle registrazioni incidentali avvenute nel tempo, individuando il nesso causa ed effetto tra caratteristiche di un’infrastruttura e gli incidenti occorsi e implementare preventivamente interventi per il miglioramento del livello di sicurezza.

L’intelligenza artificiale (IA) è l’abilità di una macchina di avere capacità umane come il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività, permettendo ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi. Il computer riceve i dati (già preparati
o raccolti tramite sensori e videocamere), li processa e risponde. I sistemi di IA sono anche capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia.

Il cambiamento tecnologico in corso ridefinirà anche la privacy e la sicurezza, ma la regolamentazione normativa non sarà in grado di tenere il passo con l’innovazione: le nuove leggi governative non risolveranno abbastanza velocemente le nuove sfide. Col passare del tempo, il decollo della tecnologia digitale e
dell’IA potrebbe mettere alla prova anche la stabilità economica e politica.
Il settore dei trasporti diventerà ecologico solo dopo lo sviluppo della “capacità di stoccaggio” e delle reti di energia pulita.

La tecnologia blockchain aumenterà la sicurezza e la tracciabilità dei dati attraverso reti aziendali condivise, comprese le banche. Per evitare di rendere il mondo ancor più insostenibile, i Governi e le Imprese dovranno ponderare le implicazioni a lungo termine dei rapidi sviluppi tecnologici e agire di conseguenza.
Nessuno, neppure chi crea l’intelligenza artificiale, può predire, controllare o capire le vere potenzialità di sistemi avanzati basati sul machine learning, (un sottoinsieme dell’intelligenza artificiale).

Un gruppo di Ricercatori, tra cui Elon Musk, in una lettera chiedono espressamente di fermare lo sviluppo senza controllo della tecnologia da parte dei giganti dell’informatica. I firmatari spiegano come la ricerca sia fuori controllo da parte delle Big Tech, una rincorsa a chi arriva prima e questo comporta un rischio concreto, visto che non sappiamo fino a che punto queste tecnologie possano essere un pericolo per la sicurezza informatica e pubblica.

Per concludere ritengo che, nella grande sfida della IA, l’uomo debba restare sempre accanto alla macchina, non può e non deve essere sostituito. Perché anche la macchina più intelligente può sbagliare nel suo calcolo probabilistico che è solo imitazione di intelligenza.

Claudio Capocelli

Scarica il Sommario alla pagina http://www.edi-cem.it/home/strade-autostrade/

>  Se questo articolo ti è piaciuto, iscriviti alla Newsletter mensile al link http://eepurl.com/dpKhwL  <