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Fascicolo n° 159 Maggio/Giugno 2023

Strade & Autostrade 159

Clima, ultimo appello per evitare la catastrofe

Il braccio scientifico delle Nazioni Unite sulla crisi climatica ha reso pubblico il rapporto 2023 sul riscaldamento globale e le sue conseguenze. Il rapporto non dice solo quello che non va, ma anche dove e come intervenire: un manuale di istruzioni per i politici di tutto il mondo, coloro i quali hanno in mano oggi il futuro del pianeta.

Il riscaldamento globale causato dall’attività umana si sta verificando più velocemente e più fortemente del previsto. È anche stato evidenziato il rischio di raggiungere i punti critici, preludio di impatti irreversibili.

Siamo alla più alta concentrazione di CO2 degli ultimi due milioni di anni e al tasso di innalzamento del livello del mare più rapido degli ultimi 3.000 anni. L’attuale aumento del riscaldamento di 1,1 °C ha già causato un pericoloso sconvolgimento della natura e del benessere umano in tutto il mondo.

Ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno, al superamento della soglia massima di riscaldamento di 1,5 °C. Il riscaldamento del pianeta e l’inquinamento hanno effetti negativi sulla produttività di ciascuno di noi, e rappresentano un rischio sistemico per l’economia, l’ambiente e la società.

Il focus di questo numero di “Strade & Autostrade” ci obbliga ad affrontare un tema sicuramente strategico: cambiamenti climatici e Imprese, rischi e opportunità. La capacità di risposta delle Aziende ai cambiamenti climatici sta diventando un importante fattore competitivo. Le Imprese percepiscono i cambiamenti climatici come una minaccia da affrontare nell’immediato e, ove possibile, da trasformare in opportunità.

A causa del climate change Imprese, industrie, utility e multiutility si trovano già a dover fronteggiare una serie di problematiche molto significative come l’aumento dei costi operativi, la riduzione del valore delle attività e la riduzione della domanda di beni e servizi. In generale, più numerosi sono i servizi e i prodotti offerti e maggiori sono le difficoltà da superare.

I rischi che derivano dal cambiamento delle condizioni climatiche sono originati da eventi naturali catastrofici locali – alluvioni, ondate di caldo, incendi – e da rischi che danno origine a cambiamenti climatici a lungo termine come riscaldamento globale, innalzamento del livello dei mari, carenza di acqua.

Per combattere questa minaccia, le Aziende si devono difendere adattandosi all’impatto con misure di protezione dei propri asset e mitigando degli effetti con azioni destinate alla riduzione dei gas climalteranti. La capacità di risposta ai cambiamenti climatici adeguando il proprio modello di business è un fattore competitivo.

Una pianificazione globale di medio-lungo termine è fondamentale per raggiungere l’obiettivo europeo della riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030, ma soprattutto per migliorare la competitività del Paese e rendere più sostenibile ed equo il nostro sistema di mobilità.

Il nostro Governo si è impegnato ad accelerare il processo di decarbonizzazione dell’Italia, valutando l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare, quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia.

Per quanto attiene l’attività che riguarda il mondo della strada come è possibile affrontare la transizione ecologica? Sicuramente anche con l’economia circolare, un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo, si estende il ciclo di vita delle infrastrutture, contribuendo a ridurre l’utilizzo di materiali vergini.

Occorre considerare soprattutto la riduzione dei gas serra. I nostri centri urbani sono congestionati dai mezzi privati. Nelle grandi aree metropolitane migliora la percentuale di polveri sottili, ma resta alto il biossido di azoto. Il trasporto stradale è il responsabile della maggior parte delle emissioni di gas serra nelle città metropolitane italiane: e due terzi del totale sono da imputare alle auto.

Uno dei principali settori d’investimento è perciò l’energia. Il trasporto su strada rappresenta il 16% di tutte le emissioni di CO2 in atmosfera. L’elettrificazione qui può fare la differenza.

Claudio Capocelli

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