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Fascicolo n° 131 Settembre/Ottobre 2018

Fascicolo n° 131 Settembre/Ottobre 2018

L’Italia deve ritrovare l’equilibrio perduto con uno stato regolatore senza pastoie burocratiche

La gestione della cosa pubblica è una realtà complessa che richiede, a chi la esercita, di avere come primo principio l’idea del bene comune e non un concetto astratto o furore ideologico che porterebbe solo a inasprire i toni e aumentare i contrasti.

Il cedimento strutturale del viadotto Polcevera è una triste testimonianza della polemica politica che si è accesa mentre ancora si cercavano i morti. L’Italia è un Paese costruito in fretta negli anni Sessanta e abbandonato negli anni Novanta e che da dieci anni ha iniziato a crollare.

Forse abbiamo smesso di credere al progresso. Tutto ci sembra più importante: l’ambiente, l’austerità, la Corte dei Conti, i Comitati dei cittadini, l’immigrazione, la lotta allo spreco ecc.. C’è sempre una buona ragione per fare nulla.

Oggi vi è la necessità e un reale bisogno di uno Stato regolatore, che stabilisca la gestione dell’economia, con Norme di condotta chiare ed efficaci senza pastoie burocratiche. Meno Leggi, più semplici e non più con la loro cervellotica contraddittorietà.

Quanti morti dovranno restare ancora sotto le macerie di ponti e viadotti prima che si capisca quanto sia importante pensarci prima? Se al nostro territorio fortemente esposto ai rischi idrogeologici ed eventi sismici si sommano incapacità, superficialità e mancanza di senso della responsabilità e sciatteria dove andremo a finire? È il quinto ponte crollato in cinque anni.

Solo la Magistratura, dopo approfondite indagini, potrà dire se nell’apocalisse di Genova ci siano o meno precise responsabilità tecniche, umane, amministrative, politiche e in capo a chi siano. Come mai prima non cadevano tutti questi ponti? Certamente non c’è una sola motivazione ma una serie di concause tra cui il calcestruzzo che – all’epoca del progetto – era previsto per una vita utile di 50 anni, il forte aumento del traffico e anche tir con 108 t di carico e le sollecitazioni a fatica.

Il fattore peso e le sollecitazioni dinamiche aumentano i possibili danni alle infrastrutture viarie di scavalco, realizzate molte volte per sopportare un traffico più “leggero” e con minor numero di passaggi.

Nei giorni scorsi Antonio Di Pietro, ex PM ed ex Ministro delle Infrastrutture, ha detto che potrebbe esserci una responsabilità da parte di Autostrade per l’Italia sull’omessa manutenzione e sull’omesso ripristino, ma è anche vero che c’è una omessa vigilanza e controllo da parte delle dello Stato.

Revocare la Concessione ad Autostrade per l’Italia? Una risposta dettata dall’emotività del momento, una presa di posizione attualmente poco realizzabile. Si possono avere buoni risultati con la presenza del pubblico assieme al privato.

La sfida oggi è di mettere al centro della discussione la tecnica e la ricerca invece che la Politica. È importante sia mantenere e consolidare tutte le opere esistenti – perché le tecnologie innovative aiutano i Progettisti evitando, ove possibile, gli alti costi di demolizione e ricostruzione – sia porre una attenta analisi del dissesto e del degrado, cercando di capire le reali cause del fenomeno e intervenire per aumentare la durabilità dell’opera.

Ai Signori Ministri, Viceministri, Sottosegretari, ai Burocrati, ai Magistrati, non è ora di chiedere perché non sono intervenuti nel corso del tempo? Perché non è stato dato seguito al progetto della Gronda di Ponente già prospettato nella prima decade degli anni 2000, forse l’unica soluzione che permettesse di chiudere al traffico il viadotto Polcevera per i necessari interventi?

Gli allarmi sono stati fatti suonare e poi risuonare con l’ostinazione di chi non ci sta a veder rischiare la vita per colpa di una macchina burocratica sorda di fronte agli appelli, immobile davanti alle richieste di muoversi.

Credo ci siano tutte le condizioni per fare di una tragedia immane una grande opportunità. La Politica ha il compito di pensare ai cittadini, alla città, alle Imprese. La Magistratura ha il compito di trovare i colpevoli, che certamente ci sono e punirli severamente.

Solo recuperando la necessaria competenza, il ruolo dello Stato e il senso della misura, e un principio di realtà, anche da chi fa informazione, potremo aiutare il nostro Paese a diventare virtuoso.

Claudio Capocelli

Scarica il Sommario alla pagina http://www.edi-cem.it/home/strade-autostrade/