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La lezione di Genova

Il crollo parziale del viadotto Polcevera (più conosciuto al grande pubblico come ponte Morandi) ha innescato una serie di considerazioni di carattere tecnico e gestionale sulla manutenzione delle infrastrutture viarie. Ne abbiamo parlato con l’Ing. Gabriele Camomilla che, quando era Direttore della Ricerca e della Manutenzione della Società Autostrade, ha coordinato l’unico intervento strutturale di rilievo sull’opera

La lezione di Genova

L’opinione di un Tecnico che è intervenuto sul ponte

A qualche anno dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1967, il viadotto Polcevera mostrò una serie di problematiche di tipo secondario in quanto il fluage, cioè lo scorrimento viscoso del calcestruzzo sotto carico, era molto contenuto da tutti i vincoli forniti ai grandi cassoni; fu quindi necessario qualche intervento sull’impalcato per consentirne una migliore planarità.

Nel 1992, la sorveglianza tecnica specializzata della Società Autostrade, allora pubblica e facente parte del Gruppo IRI, individuò un grave difetto di costruzione sulla sommità dell’antenna 11, cioè la prima dal lato Genova e la prima costruita; per eliminare il problema, e per rendere gli stralli sostituibili nel tempo, fu realizzato un importante e risolutivo intervento di nuova concezione.

Il ripristino strutturale fu reso possibile grazie a nuovi materiali, ma anche grazie alla capacità di spesa della Società Autostrade SpA, che gestiva la maggior parte del sistema autostradale italiano. I lavori furono voluti e coordinati dall’Ing. Gabriele Camomilla, al tempo Direttore della Ricerca e della Manutenzione. L’abbiamo intervistato per avere la sua opinione sul collasso del 14 Agosto e perché è da anni impegnato a diffondere un diverso approccio al processo manutentivo di tutte le opere d’arte stradali.

“Lucio Garofalo”: “Ingegnere, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, lei ha guidato l’intervento sulla pila 11 del viadotto Polcevera, ma prima e dopo ha seguito anche il ripristino su molti ponti e viadotti della rete autostradale italiana. Quali le sue considerazioni su quanto è accaduto?”.

“Gabriele Camomilla”: “La prima e più importante considerazione riguarda la manutenzione, specie quella delle viabilità ad alto volume di traffico, ma in generale di tutte le opere pubbliche: un problema che ormai ha un impatto su scala mondiale.

Non si tratta di un’attività secondaria, tesa alla mera riparazione dovuta agli ammaloramenti, ma è un metodo scientifico di previsione del degrado e di eliminazione preventiva dei fenomeni che portano a problemi più gravi. Si deve infatti raggiungere la duplice condizione di mantenere in esercizio l’infrastruttura, anche se parzialmente, e di ottenere che l’intervento aumenti la durevolezza dell’opera o che ne incrementi il valore aggiunto rispetto alla condizione originale.