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Le ricadute sull’economia piemontese della TAV

Alcune considerazioni sulla nuova linea ferroviaria Torino-Lione della Commissione Trasporti, Mobilità, Infrastrutture e Sistemi dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino

Le ricadute sull’economia piemontese della TAV

Un collegamento su ferro da Candiolo (Sud di Torino) a Mechelen (presso Bruxelles) risulta addirittura più conveniente instradato via Domodossola-Basilea che via Frejus.

In pratica, il Corridoio attraverso Torino e le Alpi occidentali viene utilizzato solo quando non ci sono alternative o sono veramente molto lunghe e questo vale sia per il trasporto stradale, spesso per lo più locale (interregionale Piemonte/Savoia), che ferroviario. I servizi ferroviari attualmente attivi sulla linea del Frejus che interessano terminali a Torino o in Piemonte sono:

  • Torino/Novara-Parigi (CEMAT-intermodale) cinque-sette coppie a settimana;
  • Novara Boschetto-Parigi (T3M- intermodale) cinque coppie a settimana;
  • Torino Orbassano-Calais (VIIA-intermodale) sei coppie a settimana;
  • Candiolo-Mouguerre (Ambrogio-company-train) due-tre coppie a settimana;
  • Torino Orbassano-Aiton (Autostrada Ferroviaria Alpina) quattro-cinque coppie al giorno;
  • alcuni servizi periodici dalla Francia ad Avigliana (siderurgico).

In ultimo, ma forse elemento di grande importanza per il futuro, è il collegamento ferroviario con i porti liguri, in particolare Savona-Vado, il cui nuovo terminal dovrebbe generare circa 700.000/900.000 TEU anno, con una quota modale su ferrovia del 40%; con le grandi navi da 18.000 TEU e oltre è implicito pensare che queste non possano accontentarsi del Nord-Ovest d’Italia e dovranno valicare le Alpi per giustificare l’approdo di tali navi.

Tutto questo non riguarda solo gli “attraversamenti” del Piemonte, che da un certo punto di vista potrebbero anche essere “relativamente interessanti” per l’impatto che hanno sui traffici e sull’inquinamento, ma riguarda anche:

  1. le Imprese del Piemonte, penalizzate da un’offerta costosa (su strada) o inadeguata (su ferrovia verso la Francia) e quindi con costi logistici superiori e una maggiore difficoltà nel proporsi nei mercati mondiali;
  2. l’attrattività del Piemonte occidentale e dell’area di Torino, disarmati come dotazione infrastrutturale seppure capaci di offrirsi ad un mercato economico e industriale nel quale giocano un ruolo fondamentale i collegamenti internazionali (per persone e merci) e la logistica (industriale e commerciale).