Più l’economia è connessa, più è competitiva.
Fin dal Trattato di Roma del 1957, lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto è visto come imprescindibile dalle Istituzioni europee.
In effetti, buone infrastrutture significano sviluppo economico e sociale, competitività, coesione sociale e regionale e difesa dell’ambiente. Il Trattato di Maastricht (1992) ha dato alle Istituzioni il compito di fornire delle linee guida comuni per lo sviluppo di una rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).
La politica comune in materia di trasporti si riflette sugli obiettivi generali dell’UE in materia di crescita economica, creazione di posti di lavoro e difesa dell’ambiente.
Lo studio in questione vuole analizzare l’impatto del completamento dei lavori sui corridoi prioritari della rete TEN-T entro il 2030, che avranno un costo, fra il 2017 e il 2030 di circa 600 miliardi di Euro. Il lavoro analizza due grandi aspetti della questione: l’impatto della rete TEN-T sui trasporti propriamente detti e sull’economia.
Per quanto riguarda i trasporti, bisogna distinguere fra trasporto merci e trasporto passeggeri. Per le merci, l’aspetto principale risiede nel risparmio di tempo di percorrenza (stimato fino al 45% su certi percorsi) rispetto alla situazione attuale.
Il completamento della rete porterà un aumento dell’uso del trasporto ferroviario di merci (le stime più prudenti parlano del 10% circa, comprese le vie navigabili interne), con conseguente miglioramento della congestione stradale e della qualità dell’aria.