Questo discorso ad ampio spettro implica la necessità di definire un approccio diverso alla gestione dell’elemento acqua, sia da un punto di vista della gestione della risorsa idrica, sia da un punto di vista della gestione del rischio idraulico con piene che si manifestano con frequenza e intensità diverse da quanto desumibile dalle serie storiche di precipitazioni e portate nei corsi d’acqua.
Nel presente articolo sono stati illustrati gli scenari attuali e i possibili indirizzi futuri (anche alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici) relativi alla gestione del rischio idraulico sulla rete stradale ANAS.
Quali opere andrebbero adeguate al fine di renderle compatibili rispetto ai più recenti indirizzi normativi e agli effetti di un clima che cambia? Come andrebbero definite le priorità di intervento, anche in relazione agli effetti che un’eventuale interruzione di una strada statale può determinare sul contesto ambientale, economico e sociale del territorio attraversato?
Il modello di Road Asset Management (RAM) – messo a punto dalla Direzione Operation e Coordinamento Territoriale di ANAS – sembra fornire le dovute risposte, attraverso l’adozione di un approccio sistematico che mira a soddisfare le esigenze strategiche per la gestione e manutenzione del patrimonio infrastrutturale stradale tramite una pianificazione a lungo termine e una più efficiente allocazione delle risorse disponibili.
In tale contesto, particolare attenzione va rivolta ai sistemi di gestione e monitoraggio. Uno sguardo al futuro non può inoltre tralasciare l’applicazione delle tecnologie Smart Road come strumento di gestione del rischio idraulico residuo.
Ringraziamenti
Gli Autori desiderano ringraziare la Direzione Operation, in particolare Fulvio Maria Soccodato, Angelo Nacci e Andrea Gala per il supporto e la documentazione fornita.
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