Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Posted in:

Ponti articolati e continui: 150 anni di esperienze – seconda parte

Una approfondita analisi dell’evoluzione delle principali tipologie dei ponti Gerber e Cantilever

Ponti articolati e continui: 150 anni di esperienze - seconda parte

In aggiunta, negli impalcati con cerniera-manicotto in chiave, per effetto di giochi eccessivi tra le superfici, la trasmissione del taglio, nel passaggio di un mezzo da un semi-impalcato all’altro, diventa discontinua, causando effetti dinamici e di martellamento.

In sintesi, la presenza di articolazioni causa discontinuità nella livelletta del profilo stradale. Sotto i carichi permanenti, tali discontinuità si incrementano nel tempo per effetto di ritiro e viscosità.

Le discontinuità locali esaltano gli effetti dinamici, riducono il comfort di guida e danneggiano i dispositivi di appoggio e di giunto e le relative interfacce di collegamento (zanche, piolature, tirafondi) con il corpo della struttura principale. L’aumento degli effetti dinamici sulle travi a sbalzo accentua la sollecitazione a fatica nei cavi di precompressione e nelle barre di armatura.

La cinematica dei giunti danneggia anche i sistemi di impermeabilizzazione e favorisce la colatura delle acque di piattaforma sulle superfici sottostanti, alimentando il processo di degrado delle selle.  

Le selle Gerber

La rottura di selle Gerber è stata all’origine di molti collassi rovinosi. L’aggravarsi degli stati di ammaloramento e la riduzione delle sezioni delle armature principali possono condurre alla rottura della mensola e alla perdita della sua funzione portante.

Si esaminano nel seguito alcune situazioni frequenti. Le colature d’acqua dalla piattaforma stradale sono tra le prime cause di espulsione dei copriferri, corrosione delle armature, rottura nei tratti di piega delle barre, disarticolazione delle staffe.

Al danneggiamento ambientale si accompagna quello meccanico e sono frequenti e pericolose le crisi dovute a dettagli locali. Gli sforzi tangenziali scambiati tra la superficie di contatto di un appoggio in neoprene e il piano di posa in calcestruzzo possono provocare microfessure locali, incrementando, in caso di ristagno d’acqua, gli effetti dell’azione corrosiva.