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Il caso del ponte sul fiume Morto

Impiego di malte duttili e di armatura non metallica per la riparazione e il rinforzo di un ponte sulla S.S. 1 “Aurelia” presso Pisa

Il caso del ponte sul fiume Morto

I lavori di restauro

Per garantire la durabilità dell’intervento e la capacità resistiva sono necessarie tre condizioni:

  • adesione al supporto della malta di ripristino;
  • adesione tra armatura di rinforzo e malta di ripristino;
  • compattezza della superficie esterna.

La scelta della malta di ripristino gioca un ruolo fondamentale e decisivo per la buona riuscita di un intervento di restauro. In questa particolare situazione, per il rinforzo della soletta la scelta è stata indirizzata sulla malta premiscelata fibrorinforzata “duttile” espansiva, anche con stagionatura in aria.

Adatta a spessori variabili da 4 fino a 15 cm, questa malta soddisfa i requisiti di durabilità (elevata compattezza superficiale e costanza di prodotto), i requisiti di adesione al supporto, grazie alla capacità di espansione contrastata entro cassero per eliminare il ritiro a tempo infinito, e quelli di resistenza (elevata resistenza a compressione e, soprattutto, di elevata resistenza a trazione con spiccato comportamento elasto-hardening).

La verifica della duttilità di queste malte viene svolta con prove di flessione su prisma intagliato: si misura il diagramma carico-apertura di lesione tra le labbra dell’intaglio. Al contrario dei provini di calcestruzzo tradizionale, la formazione della lesione non corrisponde a un’improvvisa rottura del campione. La presenza di fibre corte nella miscela garantisce la tenuta sostanziale del carico fino ad aperture di lesione molto elevate.

Sul lato pratico ne consegue che questa tipologia di malte conserva, anche dopo la formazione di lesioni, una significativa resistenza a trazione. La malta particolare adottata in questo intervento ha una “soglia” di pseudo-plasticità in trazione intorno a 7 MPa.

Il progetto del rinforzo a flessione e a taglio con tessuti FRP si svolge secondo i dettami del CNR DT 200, documento redatto nel 2005 e riconosciuto dalla Normativa vigente, Testo Unico 2008, per il rinforzo di elementi esistenti in calcestruzzo armato o precompresso.

Il placcaggio di tessuti FRP è operato nel nostro Paese da circa 15 anni; pur essendo una tecnica rapida e semplice, richiede il rispetto di tre parametri fondamentali: completa impregnazione dei fili, perfetta adesione al supporto, stesa dei filamenti nelle zone tese con corretto orientamento dei fili. Senza questi fondamentali requisiti l’intervento è inutile.