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Innovazione tecnologica per pavimentazioni stradali prestazionali

Una sintesi della relazione della Società Iterchimica presentata in occasione del Concorso “Le strade del futuro” organizzato da AIPCR. La ricerca per lo sviluppo di soluzioni innovative per ottenere pavimentazioni stradali prestazionali

Innovazione tecnologica per pavimentazioni stradali prestazionali

Gli ACF sono formulati chimici che, apportando elementi equivalenti ai malteni, ripristinano le parti del bitume volatilizzate od ossidate. Pertanto, essi garantiscono l’adeguata lavorabilità della miscela bituminosa prodotta a caldo alle usuali temperature di produzione (160-180 °C) e la resistenza a fatica, eliminando anche eventuali problemi di fessurazioni a basse temperature.

È evidente che a parità di spessori l’utilizzo di fresato consente anche un risparmio di materie prime: aggregati e bitume di primo utilizzo (fattore collegato al concetto di ecosostenibilità). 

La gestione del fresato

Il riutilizzo di conglomerato bituminoso di recupero (fresato) deve essere eseguito in funzione delle Normative vigenti tra cui il D.M. dell’Ambiente del 28 Marzo 2018, n° 69, in vigore dal 3 Luglio 2018, UNI/TS 11688 (Criteri di qualificazione e impiego del conglomerato bituminoso di recupero proveniente dalla rimozione di pavimentazioni esistenti) e la UNI EN 13108-8 (Miscele bituminose – Specifiche del materiale: conglomerato bituminoso di recupero).

Premesso che il Decreto Ministeriale (Ministero dell’Ambiente) dell’8 Maggio 2003, n° 203 impone che Uffici Pubblici e Società a Prevalente Capitale Pubblico devono coprire il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo, la messa in riserva di materiali da riutilizzare/riciclare è possibile dopo preliminari controlli secondo quanto riportato nell’allegato n° 5 del D.M. 05/02/98 e ss.mm.ii.: prima del trattamento e dell’utilizzo del fresato, oltre a prevedere la destinazione d’uso di ogni fonte, si deve controllare se il relativo utilizzo è possibile, attraverso la determinazione della presenza di elementi o sostanze non consentite.

Supposta la conformità chimico-ambientale del cumulo, teoricamente e pragmaticamente le possibili problematiche d’affrontare per la corretta gestione sono:

  • variabilità del bitume: risolto con l’omogeneizzazione del cumulo;
  • contenuto di bitume inertizzato (fillerizzato) che ha perso la funzione di legante e che difficilmente sarà riattivato: identificazione tramite prove di laboratorio;
  • presenza di polimeri come SBS, EVA o Compound Termoplastici: non inficiano il riutilizzo ma, anzi, conferiscono maggioriprestazioni rispetto ad un fresato equivalente con bitume normale.