La storia del ponte
L’ideazione di questa tipologia strutturale (ponte di Archimede) risale a fine Ottocento. L’Architetto Navale inglese Sir James Edward Reed la brevettò nel 1886 (data di presentazione del brevetto) per l’applicazione nell’ambito del trasporto ferroviario.
Reed, dopo una carriera da Capo Costruttore della Royal Navy grazie ai numerosi investimenti in Florida, si dedicò al trasporto ferroviario, campo nel quale si affermò presto con una serie di acquisizioni che diedero vita alla Compagnia ferroviaria e di navigazione della Florida attuale CSX.
Fu in quest’ambito che gli venne l’idea, semplice e geniale, di sfruttare la spinta di Archimede data dall’immersione della struttura per bilanciare i carichi verticali. La struttura era pensata in metallo, ancorata al fondale o stabilizzata verticalmente mediante strutture galleggianti.
L’idea morì con il brevetto, poco prima della stessa morte di Reed, nel 1903, a Londra. Al brevetto di Reed seguirono, all’inizio del 1900, alcuni brevetti americani e uno francese che per la prima volta proponeva il calcestruzzo come materiale costruttivo.
Del ponte di Archimede in Norvegia si inizia a parlare nel 1923, quando un Ingegnere norvegese registra un secondo brevetto, per una struttura che chiama “dykket pontonbro”, ovvero “ponte pontone immerso”.