L’idea del Concrete Canvas nasce agli inizi del 2000 in Gran Bretagna, da un gruppo di Studenti universitari che si posero l’obiettivo di realizzare un materiale da costruzione che fosse in grado di combinare la flessibilità con le prestazioni strutturali offerte dal calcestruzzo armato. Il primo sviluppo fu quello di impiegare il materiale nella realizzazione di unità abitative per l’emergenza, in modo che potessero essere: facilmente trasportabili (in una “scatola di imballo”), che per essere edificate richiedessero l’impiego di un compressore d’aria (per riportarle alla forma e al volume di esercizio) e si utilizzasse l’acqua (anche non potabile) per attivarne le prestazioni strutturali. Fu così che nacquero i Concrete Canvas Shelter.
Successivamente, il British Army ne vide le potenzialità nella difesa delle postazioni militari in Afghanistan, dove l’azione combinata del vento, della sabbia e della temperatura intaccavano le strutture di difesa esistenti compromettendole. Un esempio applicativo sono le postazioni di controllo e di difesa realizzate nel 2008 dal U.K. Army tramite il MoD (Ministry of Defence). Per le applicazioni civili, il Concrete Canvas è disponibile in due formati: in rotoli e in bobine. I rotoli hanno un peso di 70 kg e sono idonei ad essere movimentati a mano e trasportati in aree a difficoltà di accesso; le bobine hanno un peso di 1.700 kg e devono essere movimentate da un escavatore.
Cos’è il Concrete Canvas
Il Concrete Canvas appartiene alla categoria GCCM – Geosynthetic Cementitious Composite Mat (si veda http://www.harpogroup.it/geotecnica/prodotti-materiali/concrete-canvas) – ed è un materassino costituito da una parte inferiore, impermeabile, realizzata da una geomembrana in PVC, una parte superiore (che deve essere idratata) fibrosa idrofila e dal nucleo costituito da un’anima tridimensionale saturata da una miscela di calcestruzzo secco fibrorinforzato.
Il materiale viene installato e idratato con tecnica spray o per completa immersione in acqua. In questa fase, l’operatore ha 1-2 ore di tempo per adattarlo meglio al sito, dopodiché si innesca il fenomeno della presa e dell’indurimento che lo porta a sviluppare un sottile guscio cementizio in grado di fornire l’80% della sua resistenza ultima a 24 ore dall’idratazione. Per l’idratazione si usa acqua non potabile (anche acqua di mare) e il dosaggio di acqua è pari alla metà del peso del Concrete Canvas. Il campo di rottura del materiale è plastico; l’uso delle fibre consente di prevenire il fenomeno della comparsa e della propagazione della fessurazione superficiale e di assorbire l’energia di un’eventuale impatto.