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L’analisi del rischio sismico di viadotti a rete: un possibile approccio

L’Italia ha un ingente patrimonio di opere d’arte autostradali in esercizio da 40-50 anni. Il loro risanamento e adeguamento sismico richiede un impegno finanziario tale da imporre una gradualità degli interventi da definirsi in base a criteri il più possibile oggettivi

L’analisi del rischio sismico di viadotti a rete: un possibile approccio

Conclusioni

L’esigenza di ridurre progressivamente i livelli di rischio, non solo sismico, delle infrastrutture autostradali esistenti, potrebbe (dovrebbe) rappresentare il principale investimento infrastrutturale nei prossimi decenni. Da qui la necessità di individuare dei parametri oggettivi che possano indirizzare la programmazione di tali investimenti secondo criteri congruenti con gli obiettivi fissati dalla Norma.

A tal fine è fondamentale applicare dei metodi di giudizio equilibrati e omogenei, mirati a definire una scala di priorità, rimandando alle successive fasi progettuali la definizione delle soluzioni progettuali più adatte per giungere alla eliminazione o alla mitigazione dei singoli fattori di rischio.

Nell’articolo si descrive un possibile approccio per la valutazione della vulnerabilità sismica di una autostrada, basato su due concetti fondamentali:

  • la congruenza delle ipotesi di calcolo con lo stato di fatto di ciascuna opera;
  • l’omogeneità di giudizio fra le varie opere.

In coda si propone un caso di studio relativo all’analisi di vulnerabilità sismica dei viadotti dell’A24 e A25.

I risultati ai quali si è giunti, in termini di tempi di intervento non sono da considerarsi validi come indicatori assoluti della priorità degli interventi, ma è bene che siano integrati anche con altri aspetti, quali ad esempio il grado di manutenzione, il livello dei danni subiti durante i recenti eventi sismici e non ultima, la contestualizzazione di ogni singola opera, o dell’intera infrastruttura, sul territorio.

Ringraziamenti

Gli Autori ringraziano in modo particolare il Prof. Ing. Geol. Sergio Olivero, che ha contribuito alla caratterizzazione dei sottosuoli, la Struttura Tecnica di Strada dei Parchi SpA e la Infra Engineering Srl per il supporto documentale e di conoscenza dell’infrastruttura fondamentale per lo studio.