Il tema della destinazione dei proventi contravvenzionali – di cui ai commi 12 bis, ter e quater dell’art. 142 del Codice della Strada – è ormai in discussione da circa otto anni.
Non si riesce proprio a fare in modo che tali risorse vadano nella corretta destinazione: c’è sempre qualcuno che vuole metterci “il cappello” sopra a partire dai Comuni, alcuni dei quali mettono le multe addirittura in bilancio preventivo.
Ultimamente poi, un gruppo di Parlamentari che appartengono a diversi Partiti ha presentato alcuni emendamenti che riguardano, fra l’altro, la destinazione dei suddetti proventi contravvenzionali, che sarebbero non più – in parte – destinati alla manutenzione delle strade, ma dirottati verso stipendi e spese di gestione degli Organi di Polizia Stradale (emendamenti al momento per fortuna privi di seguito, ma il solo presentarli è un grave segnale).
La tendenza a trasformare larga parte dei proventi pubblici in stipendi, consulenze e spese di gestione è purtroppo nota e non mi voglio soffermare su di essa se non per evidenziare un aspetto: non si riesce a farne rendicontare ai Comuni la destinazione, così qualcuno ha sostenuto che, non essendo in grado di fare applicare la legge, dobbiamo cambiarla!