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La riforma del Codice della Strada

L’annosa e ancora irrisolta questione della destinazione dei proventi contravvenzionali e altri aspetti

La riforma del Codice della Strada

Occorre viceversa prevedere subito stringenti sanzioni per gli Enti inadempienti, senza dover aspettare la prossima Legislatura (e prevedere anche un sistema di limiti di velocità non tarato solo sulle esigenze di cassa degli Enti Proprietari e soprattutto sulla manleva delle loro responsabilità in caso di incidenti. In proposito, era stato inserito un opportunissimo emendamento che prevedeva multe salate per l’Ente che non avesse rimosso il limite di velocità “temporaneo” dopo la cessazione dell’evento che lo aveva motivato).

Su tali argomenti abbiamo parlato e scritto come Finco sia con il competente Vice Ministro Nencini, sia con i Relatori al provvedimento i Senatori Borioli e Gibiino, sia con i Direttori Generali preposti alla materia presso il MIT, l’Arch. Vitelli e l’Ing. Dondolini.

Sottrarre risorse alla sicurezza e alla manutenzione – gravemente trascurate nel tempo – per destinarle a quello della repressione del comportamento umano già ampliamente normato, sarebbe una scelta tecnicamente gravissima ed inaccettabile. Si tratta, invece, di poter contare su puntuali disponibilità finanziarie sul territorio, al fine di operare non già sulle nuove costruzioni – che dovrebbero essere finanziate a parte – ma sull’importantissimo aspetto della manutenzione, come saggiamente previsto dal Legislatore, disponibilità che fino ad ora sono state utilizzate per fini indicati solo in minima parte.