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Il Morandi rovesciato

La necessità della memoria e la necessità del rinnovamento: un tentativo di rispettare il passato con un’opera proiettata nel futuro

Il Morandi rovesciato

Seguendo le richieste del Decreto 5 del 15/11/2018, il nuovo ponte è posto esattamente tra le spalle dell’opera esistente sul suo tracciato; i necessari approfondimenti del tracciato stradale sono rimandati alla fase successiva; questo è possibile perché il layout strutturale è flessibile.

In prima fase, come scelta peculiare, la nuova struttura deve consentire lo smontaggio del viadotto esistente grazie a una sezione di larghezza maggiore, circa 28 m, rispetto all’esistente.

La maggiore larghezza consente di ipotizzare le strutture portanti esterne all’impalcato pristino, permettendo in esercizio ulteriori sezioni di transito per manutenzione e ispezione in sede protetta.

I prospetti sono così caratterizzati da strutture piane a cassone metallico sempre ispezionabili, sulle quali corrono i carriponte per lo smontaggio del viadotto esistente.

Gli stessi carriponte servono per montare ampie porzioni preassemblate a terra del nuovo impalcato, fino a pesi di 500 t, serializzando la costruzione a ritmi serrati.

Partendo da questi principi, la struttura portante principale è stata concepita secondo uno schema statico “semplice” e di immediata lettura, anche per l’utente meno informato, costituita da una successione di portali e cavalletti che ripetono la scansione originaria; in destra orografica le luci, attualmente di 75 m, sono persino raddoppiate con l’eliminazione di un sostegno ogni due.

Il layout strutturale riprende quindi, in versione moderna, la mirabile geometria ad aste inclinate di Morandi e il comportamento in buona sostanza reticolare della sua soluzione con la sola modifica – semplice ma fondamentale – di presentare puntoni compressi invece che stralli tesi, cioè senza nessun ingombro sopra il piano viario; ecco perché qualcuno ha parlato, a ragione, di “Morandi rovesciato”.

Nella sua ricercata semplicità, il nuovo ponte sul Polcevera è struttura pura e la sua struttura, secondo gli insegnamenti dell’ingegneria italiana “essenziale” del Novecento, risulta così intrinsecamente architettura senza bisogno di altri “artifici” che non siano funzionali al suo corretto esercizio.