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Coerenza, semplicità e rispetto della città

La soluzione Rizzani de Eccher, conforme ai principi di progettazione integrata, ottimizzata nell’esecuzione, flessibile nelle finiture e adattabile a futuri ampliamenti, minimizza l’impatto sulla città

Coerenza, semplicità e rispetto della città

Altro elemento basilare per la progettazione dell’opera è l’ottimizzazione dei costi di manutenzione futura, minimizzati grazie alla semplice concezione strutturale ed alla sua ampia ispezionabilità, per tutta la durata di vita utile prevista.

Nel dettaglio il ponte, con struttura completamente in acciaio sia per l’impalcato che per le pile (del peso di circa 20.000 t), è lungo 1.094,60 m ed è suddiviso in 12 campate di lunghezza variabile, con luce massima 207,80 m tra le pile 9 e 10, come per il viadotto precedente.

La sezione trasversale ha una larghezza complessiva di 29 m con tre corsie per ciascuna delle due carreggiate, con possibilità di aggiungere anche in seconda fase, una corsia di allargamento adibita a corsia di emergenza o funzionale alla viabilità locale, oltre a quella autostradale, con l’ampliamento degli svincoli di accesso; all’interno del cassone del viadotto trova spazio una pista ciclopedonale adibita anche al transito dei mezzi necessari alla manutenzione del ponte.

L’elevazione

La parte in elevazione del viadotto è costituita da una struttura in acciaio autopassivante (Cor-Ten) integrata con un’ulteriore protezione con ciclo di verniciatura completato a piè d’opera, in ambiente protetto da capannoni mobili, che tiene conto dell’aggressività dell’ambiente prossimo al mare.

L’impalcato è una lastra ortotropa, composta da travi longitudinali con sezione costante a doppio T, collegate da aste reticolari a comporre diaframmi e controventi che rendono la sezione torsionalmente rigida a cassone con intradosso tralicciato, completato da traversi con sezione a doppio T.

Alle due estremità della campata principale da 207,80 m sono disposte due pile a cavalletto, ciascuna formata da quattro aste in acciaio inclinate di 50° rispetto all’orizzontale che formano un vincolo a cerniera alla base mentre sono monoliticamente connesse all’impalcato in sommità.

Lo schema statico di telaio che si viene a creare garantisce il raggiungimento di un elevato livello di sicurezza nei confronti del collasso globale dell’opera anche in conseguenza di un evento eccezionale, non ottenibile con altre tipologie strutturali.

Le altre pile verticali sono anch’esse metalliche incastrate alla base e realizzate con due montanti tubolari posizionati in asse alle travi di impalcato, collegati trasversalmente tra loro, ottenendo così una struttura a telaio di elevata robustezza strutturale.

La soluzione di progetto molteplicemente iperstatica è in grado di offrire un’elevata riserva di resistenza per carichi sia statici che dinamici. L’assenza di giunti di dilatazione intermedi, con un limitato numero di appoggi grazie alle due sole travi principali comporta indubbi vantaggi, accresce il comfort di guida e contemporaneamente riduce le attività manutentive.