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La prassi di riferimento UNI/PDR 56 si trasforma in Norma

La risposta di UNI alle necessità del mercato a garanzia delle competenze degli operatori addetti al controllo e al monitoraggio delle costruzioni e delle infrastrutture

Certificazione del Personale tecnico

La trasformazione in Norma UNI

Da Ottobre 2021, la Commissione Tecnica UNI/CT 021 Ingegneria strutturale – UNI/CT 021/GL 08 Monitoraggio delle strutture – ha avviato l’iter di trasformazione in Norma UNI della UNI/PdR 56 “Certificazione del Personale tecnico addetto alle prove non distruttive nel campo dell’ingegneria civile”.

La UNI/PdR 56 è stata pubblicata in data 3 Maggio 2019, sviluppata da UNI con la collaborazione dell’Associazione scientifico-culturale “Materials And Structures, Testing and Research (MASTER)”, che ha assunto il ruolo di Project Leader.

Allo stato attuale, tutti gli Organismi di certificazione accreditati hanno adeguato i loro schemi proprietari alla UNI/PdR 56 e riemesso oltre 8.000 certificazioni in allineamento ad essa.

L’aggiornamento della UNI/PdR avvenuto nel Settembre 2020 e la parallela pubblicazione in versione inglese hanno di fatto contribuito a fornire, a tutti gli Stakeholder, un documento di comprovata validità ed efficacia.

L’avvio del processo di trasformazione della prassi in Norma UNI scaturisce dal forte interesse mostrato dagli Enti di normazione e accreditamento, dagli Organismi di certificazione e dalle Stazioni Appaltanti (nazionali e internazionali), oltre che dal mercato, in generale, degli operatori del settore. 

Cosa definisce la UNI/PDR 56

La Prassi di Riferimento UNI/PdR 56 definisce i principi, i criteri e le procedure per la gestione delle attività relative alla certificazione del Personale tecnico, di livello 1, 2 e 3, addetto alle prove non distruttive nel campo dell’ingegneria civile, inclusi i beni culturali e architettonici.

Cosa sono le prassi di riferimento?

Le Prassi di Riferimento sono documenti para-normativi che rientrano fra i prodotti della Normazione europea così come definiti dal Regolamento UE n° 1025/2012, elaborate da un numero ristretto di esperti, sotto la conduzione operativa di UNI.

Esse introducono prescrizioni tecniche, elaborate sulla base di un rapido processo di condivisione, in risposta alle esigenze del mercato.

UNI/PDR 56
1.

L’idea di definire nel sistema UNI una forma di documento paranormativo nazionale nasce dalle iniziative già perseguite da ISO, CEN e numerosi Enti di Normazione nazionali (come l’inglese BSI, il francese AFNOR, ecc.) di disporre di una modalità di condivisione e formalizzazione di contenuti tecnici innovativi – spesso sulla base di documenti già consolidati in forma privata o consorziata – nella quale la limitazione del coinvolgimento delle parti interessate (e quindi del livello di consenso) sia funzionale alla rapidità dell’iter e al ruolo di trasferimento della conoscenza richiesto al mondo della Normazione.

Le prassi di riferimento sono disponibili e fruibili gratuitamente per un periodo non superiore a cinque anni, tempo massimo dalla loro pubblicazione entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (UNI, UNI/TS, UNI/TR). 

I vantaggi di un sistema di certificazione “armonizzato”

Nello specifico, i vantaggi di un sistema “armonizzato”, come quello introdotto dalla UNI/PdR 56, sono numerosi e possono essere riassunti nei seguenti punti principali:

  • le competenze vengono verificate sulla base di evidenze oggettive;
  • la certificazione di terza parte garantisce indipendenza, imparzialità e trasparenza.

Anche i benefici di un sistema di certificazione del Personale sono palesi e consistono, principalmente, nel:

  • mettere a disposizione del mercato operatori qualificati, in grado di operare professionalmente secondo Norme tecniche nazionali e internazionali riconosciute;
  • spingere il tecnico alla continua attualizzazione delle competenze;
  • contribuire ad elevare gli standard di qualità di tutta la filiera di processo;
  • fornire evidenza oggettiva della corretta gestione aziendale del Personale e dei processi di controllo;
  • attribuire credenziale tecnica oggettiva delle capacità del Personale, requisito cogente ai sensi delle direttive comunitarie europee;
  • fornire un presidio legale a tutela della responsabilità dei/delle laboratori/Società che eseguono prove e controlli.

Infine, un tale sistema, consentirà di avere contezza e aggiornamento continuo delle certificazioni nella banca dati di ACCREDIA.

L’importanza delle prove non distruttive nel settore dell’ingegneria civile

Le prove non distruttive hanno assunto negli ultimi anni una sempre maggiore rilevanza per la conoscenza/diagnosi e il controllo delle costruzioni civili, anche in virtù delle mutate e sopravvenute disposizioni normative. Si rileva lo straordinario contributo che tali esami e metodologie di prova sono in grado di fornire riguardo agli obiettivi primari di prevenzione e mitigazione dei rischi di strutture e infrastrutture.

UNI/PDR 56
2.

Oltre a risultare indispensabili ai fini della progettazione degli interventi manutentivi o di miglioramento/adeguamento, le prove non distruttive consentono l’implementazione di sistemi di monitoraggio, al fine di stimare gli effettivi livelli di sicurezza – e il loro andamento nel tempo – che caratterizzano le opere civili.

Nell’ambito delle infrastrutture stradali e autostradali esistenti, che rappresentano la “spina dorsale” del nostro sistema paese, va rilevato che si stima che la nostra nazione disponga di circa 840.000 km di strade, di cui circa 8.000 km di autostrade e più di 27.000 km di strade statali (ANAS); solo per i circa 35.000 km di autostrade e strade statali ANAS (che rappresentano meno del 5% della rete nazionale in termini di sviluppo chilometrico), si contano più di 2.000 gallerie, 21.000 ponti e viadotti e 6.000 cavalcavia.

Nel panorama delle opere civili adibite al trasporto terrestre si annoverano, inoltre, le tantissime opere civili ferroviarie e quelle attinenti al trasporto rapido di massa. 

Conclusioni

Considerati i numeri sopra stimati circa l’entità delle opere civili esistenti presenti in Italia (nell’ambito delle infrastrutture lineari per il trasporto terreste), nonché l’evoluzione normativa che negli ultimi anni si è avuta in merito alla gestione della sicurezza delle stesse (che non sempre versano in condizioni ottimali), è evidente che in futuro – partendo da subito – sarà necessario un enorme sforzo per occuparsi della loro sicurezza, anche con l’ausilio di sistemi di monitoraggio definiti ad hoc, utili altresì per ottimizzare la programmazione degli interventi di manutenzione.

In conclusione, nell’ambito delle attività finalizzate al miglioramento della gestione della sicurezza delle infrastrutture, di certo ci sarà un grande bisogno di Personale adeguatamente formato e certificato per la definizione e l’esecuzione delle prove non distruttive nel campo dell’ingegneria civile.

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