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La rinascita di Genova

Il 28 Aprile 2020 la Stampa nazionale e internazionale ha riportato la notizia della conclusione della struttura del ponte di Genova. Un’opera fatta di fatica, ingegno e tecnologia che ha visto la sua genesi in 507 giorni

La rinascita di Genova

Per una selezione completa degli articoli sul ponte di Genova, visita https://www.stradeeautostrade.it/?s=Polcevera.

18 pile in calcestruzzo sorreggono oggi 19 campate di acciaio che sovrastano a 40 m d’altezza la Valpolcevera, finalmente riunita dopo lo squarcio del 14 Agosto 2018, con la caduta del viadotto Polcevera, meglio conosciuto come ponte Morandi.

“Il ponte non è finito. C’è ancora tanto lavoro da fare. Aspettiamo tutti quanti l’inaugurazione e solo quel giorno lì potremo cantare vittoria” – ha ricordato più volte Marco Bucci, Commissario Straordinario per la ricostruzione (si veda “S&A” n° 133 Gennaio/Febbraio 2019 a pag. 203 con https://www.stradeeautostrade.it/incontri-e-interviste/luomo-che-riunisce-una-citta-al-mondo/, n° 136 Luglio/Agosto 2019 a pag. 68 con https://www.stradeeautostrade.it/ponti-e-viadotti/il-nuovo-ponte-di-genova/) e n° 141 Maggio/Giugno 2020 a pag. 190 con https://www.stradeeautostrade.it/incontri-e-interviste/quando-lo-straordinario-diventa-emozionante/).

Genova
1. Il fabbricato tecnologico

Il ponte che sembra una nave

Questa imponente opera di ingegneria non è solo calcestruzzo e acciaio, ma un insieme eterogeneo di strutture e impianti le cui lavorazioni corrono in parallelo e in serie, intersecandosi per dare vita a un sistema complesso che vive e vivrà “dentro” la chiglia del ponte, al di sotto della strada che tra poco sarà aperta al traffico.

Sul pendio della galleria di Coronata (nella parte di Ponente del cantiere), sono state gettate all’inizio di Maggio le fondazioni e le prime pareti dell’edificio che sarà il cuore pulsante della parte impiantistica del viadotto che controllerà il funzionamento dei sistemi tecnologici in funzione sul ponte (Figura 1 sopra).

Di essi faranno parte il sistema di illuminazione, di deumidificazione, di monitoraggio, di videosorveglianza a circuito chiuso, di telefonia e trasmissione dati, di supervisione e controllo.

Sugli impalcati, ormai tutti issati in quota, il lavoro prosegue con tutte le varie attività di completamento della struttura: dalla saldatura dei giunti alla saldatura dei pioli della soletta, dalla posa delle predalles e dei parapetti allo smontaggio dell’attrezzatura di sollevamento (strand-jack) utilizzate per la campata compresa tra le pile 2 e 3.

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    2. L’interno del ponte di Genova
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    3. Lavori in quota

Mentre questo fascicolo va in stampa sono in corso le ultime operazioni di saldatura delle velette, le “ali” della struttura che si dipartono dall’estremità dai carter verso l’esterno e aventi una valenza non solo architettonica, ma anche funzionale, dal momento che ospiteranno i pannelli fotovoltaici.

La rampa di collegamento alla A7

All’estremo levante del cantiere, si lavora per portare a compimento anche la rampa di collegamento con il tracciato della A7.

Sono già state costruite le tre pile del ramo di svincolo, su cui sono state issate le travi di impalcato.

Prima del completamento della rampa, sono iniziate a metà Maggio le operazioni di calaggio e centraggio termico per tutto il viadotto, necessarie per far sì che in corrispondenza di una specifica temperatura di progetto, i piedi delle campate metalliche siano perfettamente centrate sulle pile, in modo da far fronte alla dilatazione termica dell’acciaio (è bene ricordare che il ponte non ha giunti).

Al termine del centraggio, il getto della soletta in calcestruzzo e la realizzazione della pavimentazione. Posizionate le barriere stradali, l’impianto di illuminazione e gli elementi architettonici di corredo, Genova avrà il suo ponte percorribile.

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    4. Gli appoggi
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    5. Il posizionamento di un carter laterale

Semplice ma non banale, innovativo e sostenibile

L’innovazione del ponte di Genova, il cui disegno è stato regalato alla città da Renzo Piano, prevede anche l’installazione di quattro robot “Inspection and Wash”.

Su ogni lato del viadotto sarà presente un primo robot avente la funzione di ispezionare le condizioni dell’impalcato in termini di stato di consistenza, confrontando le immagini scattate alle strutture per individuare stati di deterioramento e un secondo dispositivo, che scorrerà nei camminamenti laterali, avente la funzione di pulizia delle barriere anti vento e dei moduli fotovoltaici che copriranno complessivamente, come risulta da una simulazione effettuata dai progettisti, il 30% del fabbisogno energetico del viadotto.

I robot scorreranno lungo il viadotto in totale autonomia e si fermeranno alle postazioni di ricarica quando saranno prossimi al termine della propria autonomia.

Il lavoro a terra: Via Perlasca

Contemporaneamente, a terra, si è potuto procedere anche con la riapertura definitiva di Via Perlasca, un’importante via di comunicazione della Val Polcevera, tranciata dal crollo del ponte Morandi e riaperta solo a fasi alterne e a carreggiata ridotta durante i lavori.

  • Polcevera
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    6.
  • Campata
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    7. Panoramica delle tre campate da 100 m

La mensola che sostiene una corsia è stata ripristinata, il collaudo statico effettuato e – dopo il sollevamento dei due carter laterali dell’impalcato in corrispondenza della pila 10 e il completamento del pacchetto stradale e della segnaletica – la strada è stata riaperta al traffico cittadino. È così tornata percorribile tutta la viabilità urbana che era stata compromessa il 14 Agosto 2018.

Tutte le foto sono state prese da www.commissario.ricostruzione.genova.it.

Per una selezione completa degli articoli sul ponte di Genova, visita https://www.stradeeautostrade.it/?s=Polcevera.

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