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Un nuovo sistema integrato per il monitoraggio della sicurezza

Da un accordo di collaborazione tra MIT, ENEA e INGV nasce uno strumento per gestire il monitoraggio del rischio delle infrastrutture stradali e ferroviarie

Infrastruttura ferroviaria

L’Italia sarà il primo Paese in Europa ad avere un sistema integrato di monitoraggio del rischio delle infrastrutture critiche, grazie a un accordo tra ENEA, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

È quanto prevede il protocollo di intesa firmato dal Direttore Generale per Digitalizzazione, Sistemi Informativi e Statistici del MIMS, Mario Nobile, dal Presidente dell’ENEA, Gilberto Dialuce e dal Presidente dell’INGV, Carlo Doglioni. 

Scopo e obiettivi generali del sistema integrato per il monitoraggio

Gli obiettivi prefissati possono essere sintetizzati come segue:

  1. perseguire il miglioramento della sicurezza delle infrastrutture e aumentarne la Resilienza Sistemica a fronte di eventi di origine interna all’infrastruttura o esterna (di origine naturale o antropica) in grado di minarne l’integrità e la funzionalità;
  2. contribuire alla definizione e realizzazione di una strategia nazionale di monitoraggio, analisi del rischio sistemico e prevenzione di impatti da eventi di varia natura in grado di minare l’integrità e la funzionalità delle Infrastrutture per la Mobilità e la Logistica;
  3. realizzare la costruzione e gestire l’esercizio di un Sistema Nazionale di Protezione delle Infrastrutture Critiche avvalendosi di sistemi tecnologici avanzati, favorendo l’utilizzo della Piattaforma CIPCast (SSD) e di AINOP (Anagrafe Nazionale delle Opere Pubbliche-MIT). Il Sistema di Supporto alle Decisioni CIPCast ha finalità operative e di simulazione, è stato concepito come piattaforma per la sicurezza delle infrastrutture critiche, per l’analisi e la previsione del rischio a fronte di diversi tipi di eventi naturali estremi (terremoti, precipitazioni intense, ecc.).
Viabilità infrastrutturale
1.

L’obiettivo più generale è di rafforzare la sicurezza della rete nazionale stradale e ferroviaria garantendo la continuità delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, mobilità e logistica in caso di eventi accidentali, procurati, eventi naturali estremi, come terremoti e inondazioni.

Tutto questo in linea con il programma internazionale EISAC.it (European Infrastructure Simulation and Analysis Centre), che ENEA e INGV stanno implementando nel nostro Paese. 

Uno strumento integrato per un monitoraggio sicuro

È questo il primo caso in Europa in cui vi sarà uno strumento integrato a livello nazionale in grado di monitorare il rischio di tutte le Infrastrutture critiche del Paese. Essendo il sistema delle infrastrutture un sistema totalmente interconnesso, è diventato necessario predisporre misure di “protezione sistemica” e non più “di tipo verticale”.

Tra i punti più rilevanti del Protocollo, è previsto il supporto alla gestione e all’utilizzo dell’Anagrafe Nazionale delle Opere Pubbliche (AINOP-MIT), attraverso lo sviluppo di modelli digitali interattivi delle infrastrutture, corredati da dati sismici, idraulici, idrogeologici e meteorologici.

L’ENEA renderà disponibile la piattaforma di supporto alle decisioni CIPCast (SSD), uno strumento avanzato in grado di fornire previsioni di rischio “integrate”, connettendo le informazioni relative alle infrastrutture per la mobilità e i trasporti con quelle di reti elettriche e telecomunicazioni.

L’art. 13 c.1 del DL n° 109 del 28/09/2018 (c.d. “Decreto Genova”) convertito con la Legge 16/11/2018, n° 130, prevede l’istituzione dell’Archivio Informatico Nazionale delle Opere Pubbliche (AINOP) presso il MIT, basato sulla interoperabilità dei sistemi informativi delle Amministrazioni che detengono e gestiscono i dati riferiti ad un’opera pubblica e all’esecuzione dei lavori sulla stessa.

L’AINOP consente un maggiore controllo delle opere pubbliche durante il loro intero ciclo di vita, controllo inteso sia in termini di monitoraggio dello stato dell’infrastruttura fisica per la sicurezza dei trasporti e dei cittadini, sia in termini di definizione di un piano di azione in relazione alle priorità di intervento e sia in termini di miglioramento della semplificazione, celerità, accuratezza delle attività e tempestività degli interventi manutentivi e, al contempo, efficientamento della spesa pubblica.

Il maggiore risultato di queste attività è costituito dalla disponibilità di una Piattaforma informatica della tipologia dei DSS (Decision Support Systems) denominata CIPCast (nel seguito anche la “Piattaforma”).

Tale strumento è in grado di monitorare eventi avversi di varia natura, contestualizzarli nell’ambiente circostante una o più infrastrutture, predirne i possibili danneggiamenti e le conseguenti riduzioni di servizio, anche considerando le interdipendenze funzionali che legano le infrastrutture tra loro e che, d’altra parte, comportano la possibilità di propagazione di perturbazioni tra una infrastruttura e le altre (“eventi a cascata”):

  • considera, nei propri modelli di simulazione degli impatti, anche i fenomeni prodotti dalla dipendenza funzionale tra le infrastrutture, consentendo quindi la previsione di “effetti a cascata”;
  • consente inoltre, attraverso avanzati modelli di simulazione, la valutazione di impatti sulle infrastrutture indotti da ipotizzate situazioni di crisi, consentendo la realizzazione di “analisi di scenari” (incluse gli impatti di eventi sismici);

Questa iniziativa si inquadra nell’ambito dei provvedimenti assunti dall’Unione Europea, primo tra tutti la Direttiva 114/2008/CE sulla individuazione e sulla designazione delle infrastrutture critiche europee e sulla valutazione della necessità di migliorarne la protezione.

Tale Direttiva viene sostituita dalla quella denominata “CER” (“Resilience of Critical Entities”) pubblicata di recente e che allarga lo spettro delle infrastrutture per comprendere dieci settori tra i quali le infrastrutture per la mobilità e la logistica.

Le nuove Norme hanno lo scopo di rafforzare il livello di preparazione delle infrastrutture critiche di fronte a una serie di minacce, tra cui i rischi naturali, gli attacchi terroristici, le minacce interne o il sabotaggio, nonché le emergenze sanitarie come la recente pandemia di Covid-19.

Ponte San Francisco
2.

Oltre ad ampliare la tipologia di infrastrutture denominate “critiche”, la nuova Direttiva espone il concetto di resilienza, proprietà “sistemica” che – prendendo atto del fatto che esse si scambiano servizi vitali al loro funzionamento – può essere raggiunta solo con una appropriata sinergia nella protezione di tutte le infrastrutture.

La nuova Direttiva CER prevede una serie di obblighi per gli Stati membri in termini di valutazione del rischio per l’identificazione delle componenti critiche, di management operativo e di controlli, sia quelli in capo agli operatori industriali sia quelli di pertinenza delle Autorità Nazionali Vigilanti.

I temi proposti nel Cluster 3, denominato Civil Security for Society, implementano l’obiettivo UE di promuovere un perimetro comune al cui interno omogeneizzare le policy degli Stati membri sulla sicurezza e resilienza delle infrastrutture critiche, divenute ormai una risorsa comune e condivisa.

Sicurezza e monitoraggio delle infrastrutture critiche (SCI – Security of Critical Infrastructures)

Le infrastrutture critiche sono asset strategici per una nazione che forniscono servizi primari per i cittadini e per il sistema economico e industriale.

La loro sicurezza è necessaria per garantire il livello dei servizi e la salvaguardia stessa dei cittadini e l’aumento dei danni da terremoti, frane, alluvioni ed erosione costiera e da inquinamento di natura chimica, fisica e biologica risulta essere tra i principali elementi critici con cui ogni comunità si confronta quotidianamente.

La protezione delle infrastrutture critiche nazionali ed europee è per questo un tema di interesse centrale per la società con le sue potenziali vulnerabilità da approfondire e fronteggiare.

La protezione di tali sistemi deve necessariamente essere all hazards e riguardare sia la loro integrità “fisica” (distruzioni o danneggiamenti da eventi naturali o anche a seguito di attentati, ecc.) che quella “cyber”, vale a dire la perdita di controllo di tali sistemi.

I problemi che rendono complessa la protezione e il monitoraggio delle infrastrutture critiche sono legati sia alla loro complessità intrinseca, sia alla loro interdipendenza funzionale: esse si forniscono reciprocamente servizi, quindi il danneggiamento e la conseguente perdita del servizio erogato da uno di essi si ripercuote inevitabilmente sugli altri.

L’ENEA detiene un vasto patrimonio di conoscenze, competenze e facilities che possono essere estremamente utili per supportare le Istituzioni centrali e le Pubbliche Amministrazioni, nonché il sistema delle Autorità e degli End User finali sia nell’opera di prevenzione che nella messa a punto di tecnologie e metodologie per il controllo e la gestione del rischio e per questo si pone come interfaccia fra l’industria nazionale e gli utenti finali per tutte le attività di sviluppo tecnologico del settore.

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Per la foto in primo piano, photo credit: NoName_13 da Pixabay