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Susanna Zammataro: la donna che… disegna le strade del futuro

Donne che hanno fatto tanta strada: intervista in esclusiva a Susanna Zammataro, Direttore Generale di IRF - International Road Federation

Susanna Zammataro di IRF

Da tre quarti di secolo l’International Road Federation è protagonista del mondo delle strade. Attiva in oltre 100 Paesi, si affianca alle Associazioni nazionali del settore e si pone come rappresentante e interlocutore ai massimi livelli istituzionali, con l’obiettivo di contribuire a uno sviluppo sostenibile e accessibile della mobilità a livello globale. Nel ruolo di Direttore Generale della Federazione c’è l’italiana Susanna Zammataro, a cui abbiamo rivolto una variegata serie di domande per approfondire la conoscenza di IRF e delle sue numerose iniziative e attività. Con lei parliamo di sostenibilità, sicurezza, Smart Road, veicoli a guida autonoma, progetti di sviluppo del settore e molto altro.

“Strade & Autostrade”: “Come nasce e quali sono gli obiettivi dell’International Road Federation?”.

“Susanna Zammataro”: “La Federazione Internazionale della Strada (IRF) è un’Organizzazione che opera a livello mondiale, indipendente e senza scopo di lucro, con sede a Ginevra, in Svizzera.

Attiva fin dal 1948, la nostra Federazione rappresenta importanti attori aziendali e istituzionali provenienti dai settori delle strade e della mobilità in tutto il mondo. La missione dell’IRF è promuovere lo sviluppo di reti stradali che consentano accesso e mobilità sostenibile per tutti. Il suo approccio è incentrato intorno a tre assi strategici di azione:

  1. il trasferimento di conoscenze e la condivisione di informazioni;
  2. il networking o, meglio, la messa in relazione di persone, Aziende e Organizzazioni;
  3. l’advocacy e il lavoro su politiche e Normative”.
“S&A”: “Com’è strutturata l’Associazione, quanti associati ha oggi e chi sono i suoi principali interlocutori?”.

“SZ”: “La nostra Federazione opera in circa 130 Paesi, accogliendo membri dal settore pubblico e privato, dal mondo della ricerca ed educazione e anche dalla società civile.

A loro offriamo – tra le altre cose – l’accesso a un network solido di contatti, opportunità per promuovere il loro lavoro, la possibilità di acquisire expertise, supporto per lo sviluppo di standard, politiche, accesso alle statistiche mondiali dell’IRF.

In pratica tutta “l’intelligence” di cui hanno bisogno per navigare un settore che è in rapidissima trasformazione. Inoltre, il nostro lavoro con le Nazioni Unite, le banche multilaterali e le istituzioni comunitarie (UE) dà loro la possibilità di avere nella nostra Federazione un portavoce riconosciuto e di grande fiducia”.

IRF festeggia i 75 anni
1. Quest’anno l’IRF festeggia i 75 anni dalla sua nascita
“S&A”: “Quest’anno ricorre il 75° anniversario della nascita dell’Associazione. Può ripercorrere brevemente per i nostri lettori le tappe più importanti della sua storia?”.

“SZ”: “La Federazione Internazionale della Strada (IRF) nasce nel 1948 con sede a Londra e Washington. L’obiettivo era promuovere lo sviluppo delle “Associazioni per le buone strade” già attive in alcuni Paesi. La sede di Washington si concentrava sull’emisfero occidentale, mentre quella di Londra copriva Europa, Africa e Asia. Gli sforzi erano concentrati inizialmente nel supporto alle Associazioni Nazionali della Strada e nella rappresentanza del settore a livello mondiale.

Le Federazioni Nazionali delle Strade esistenti si unirono rapidamente all’IRF e in altri Paesi si formarono nuove Organizzazioni nazionali grazie all’assistenza prestata dall’IRF.

Nel 1950 l’IRF divenne un organo consultivo speciale presso le Nazioni Unite per tutte le questioni legate alle strade. La sua influenza si era già estesa a oltre 50 Paesi. Di conseguenza, una terza sede venne istituita a Parigi per gestire più da vicino gli affari in Europa continentale, Turchia e Nord Africa.

Riconoscendo Ginevra come piattaforma chiave per lo sviluppo di standard e Normative internazionali in materia di trasporto attraverso UNECE (United Nations Economic Commission for Europe) e il suo Comitato per il Trasporto Interno, nel 1964 fu deciso di unificare le sedi di Londra e Parigi e di trasferire la sede dell’IRF a Ginevra, dove ancora oggi la Federazione ha il suo quartier generale. Questo agevolò una collaborazione più stretta con le Nazioni Unite e altre Organizzazioni internazionali, facilitando ulteriormente l’espansione globale dell’IRF”.

“S&A”: “Ci può illustrare alcuni fra i progetti più importanti in cui IRF è attualmente impegnata o fra i più recenti completati?”.

“SZ”: “Abbiamo concluso quest’anno un importante progetto in materia di sicurezza stradale in Tanzania. Si tratta della prima applicazione al mondo del “Ten Step Plan”, uno schema sviluppato da un gruppo specializzato delle Nazioni Unite che l’IRF ha avuto l’onore e il piacere di presiedere.

Finanziato congiuntamente dal Fondo delle Nazioni Unite per la Sicurezza Stradale (UNRSF) e dall’Ufficio per il Commonwealth e lo Sviluppo Estero (UKAid), attraverso la Global Road Safety Facility (GRSF) della Banca Mondiale, il progetto pilota, della durata di 30 mesi, ha avuto come obiettivo di sviluppare sia la capacità istituzionale sia le partnership per realizzare strade più sicure in Tanzania.

Dal suo avvio nel Marzo 2021, il progetto ha contribuito a migliorare le modalità di progettazione, aggiornamento e gestione di migliaia di chilometri di rete stradale nuova ed esistente in Tanzania. Oltre 500 Professionisti locali sono stati formati e certificati in materia di audit della sicurezza stradale, valutazioni iRAP e valutazione del design dei progetti.

Grazie ai road assessments effettuati durante il progetto, i dati sulla sicurezza delle infrastrutture sono stati ampliati a oltre 10.000 km. Il progetto ha inoltre elaborato raccomandazioni per una strategia e un piano d’azione nazionali per la sicurezza delle infrastrutture stradali che pongono al centro la sicurezza di tutti gli utenti della strada”.

“S&A”: “Parliamo di sicurezza delle strade, un tema a lei molto caro. Quali sono i più recenti approcci e tecnologie per rendere le strade più sicure, non soltanto per i veicoli ma anche per tutelare gli “utenti deboli” della strada? E come IRF è attiva su questo fronte?”.

“SZ”: “Siamo molto attivi su diversi fronti in materia della sicurezza stradale, e fare in modo che ci sia uno scambio costante di esperienze e di informazione in materia di nuovi approcci, soluzioni e tecnologie è certamente un punto cardine delle nostre attività. Recentemente abbiamo co-diretto con Michelin un gruppo di lavoro internazionale sotto l’egida dell’iniziativa Sustainable Mobility for All (SuM4All).

Il gruppo ha riunito esperti delle banche multilaterali, società civile, altre Organizzazioni chiave del settore trasporti e ha prodotto linee guida e un toolkit per facilitare l’adozione di nuove politiche e azioni in materia di sicurezza stradale. Il documento “Enhancing policy and action for safe mobility” illustra con esempi concreti come i Paesi possono implementare un approccio sistemico e integrato alla sicurezza stradale, in modo da avere sinergie ed effetti di ricaduta positivi sugli altri quattro obiettivi della mobilità sostenibile”.

Rapporto SuM4All sulla mobilità sicura
2. IRF al lancio del rapporto SuM4All sulla mobilità sicura
“S&A”: “Quali sono i Paesi più virtuosi sul fronte della sicurezza stradale e come si colloca l’Italia in un’ipotetica classifica?”.

“SZ”: “I Paesi del Nord Europa e in particolare quelli scandinavi, con in testa la Svezia, sono quelli che sono riusciti a fare enormi passi in avanti nel corso di questi anni ed è a loro che molti guardano per trovare risposte efficaci per fermare la carneficina sulle nostre strade. L’Italia, come tante altre Nazioni, ha ancora tanto lavoro davanti a sé e purtroppo la cronaca ce lo ricorda quotidianamente.

Non bisogna mai dimenticare che i numeri delle statistiche a cui facciamo riferimento non sono solo numeri ma persone, vite spezzate. Nessun numero per quanto basso sarà mai accettabile. L’obiettivo comune deve essere raggiungere zero fatalità sulle nostre strade”.

“S&A”: “Oltre a quello per la sicurezza, quali sono i maggiori filoni di ricerca che coinvolgono le strade e le infrastrutture viarie e qual è il ruolo di IRF in questo ambito?”.

“SZ”: “Di certo la decarbonizzazione del nostro settore. In questo, i partenariati saranno fondamentali per affrontare le sfide attuali e quelle future. Su questa scia ci siamo fatti portavoce di alcuni messaggi chiave nella “Dichiarazione congiunta del settore stradale per la COP27” rilasciata dall’IRF insieme ad altre Organizzazioni leader del settore. La dichiarazione congiunta è un appello collettivo a tutte le parti ad agire con pragmatismo, a garantire una giusta transizione e ad abbracciare l’innovazione.

Continuiamo a lavorare su questo e prevediamo di portare alla COP28 a Dubai soluzioni concrete per accelerare la transizione del nostro settore”.

“S&A”: “Parliamo di Smart Road e smart cities: come vede lo scenario odierno a livello internazionale? Quali sono gli esempi più interessanti di applicazioni di queste tecnologie?”.

“SZ”: “La domanda di soluzioni di mobilità resilienti, eque, sostenibili e sicure è in aumento a causa di megatrend come la crescita demografica in zona urbana (le Nazioni Unite stimano che oltre l’80% della popolazione europea vivrà in aree urbane entro il 2050), la digitalizzazione e il cambiamento climatico.

Per affrontare queste sfide, l’ecosistema della mobilità necessita di moderne soluzioni e tecnologie che aiutino a gestire in modo efficiente le reti, riducano al minimo le emissioni, facilitino operazioni integrate (tra le varie parti interessate) e migliorino la sicurezza. “Do more with less”, come si dice spesso in Inglese.

Le tecnologie e la digitalizzazione ci permettono di utilizzare al meglio i nostri asset, meglio rispondere ai bisogni degli utenti, meglio utilizzare le risorse a nostra disposizione. Sono tanti gli esempi positivi in materia di Smart Road e smart cities. ANAS ha, ad esempio, investito in un vasto programma di Smart Road e ci sono esempi molto validi anche presso i concessionari privati che operano in Italia”.

“S&A”: “Quali sono i rischi più evidenti derivanti dall’applicazione di tecnologie informatiche alle strade e alla viabilità e come porvi rimedio?”.

“SZ”: “Il più evidente è quello relativo alla protezione dei dati e alla salvaguardia della privacy. È un terreno ostico, non privo di insidie e dove i governi hanno certamente un ruolo importante da giocare in termini sia di Normative sia di comunicazione e informazione del pubblico.

L’IRF ha lavorato su queste tematiche con un gruppo di esperti internazionali e ha prodotto l’importate lavoro “Policy Making for Data Sharing”, tracciando linee guida e un framework che possa sostenere l’azione dei governi in materia e rassicurare il settore privato che opera in questo settore.

L’altro fronte caldo è quello della paura di una potenziale perdita di posti di lavoro dovuta all’introduzione di nuove tecnologie.

Anche qui c’è un importantissimo lavoro d’informazione da svolgere e investimenti seri da fare su quello che noi chiamiamo il “capitale umano”. La trasformazione in atto nel nostro settore offre grandi opportunità di sviluppo e di crescita. Spetta a noi saperle coglierle con azioni e investimenti adeguati e che sappiano guardare al lungo termine”.

Statistiche mondiali dell’IRF
3. La 60esima edizione delle Statistiche Mondiali dell’IRF è ora disponibile
“S&A”: “Parliamo sempre di dati ma da un altro punto di vista. Che cosa sono le World Road Statistics di IRF e perché sono di grande valore per i player del settore?”.

“SZ”: “Si tratta della più esaustiva compilazione di dati statistici del nostro settore pubblicata annualmente dalla nostra Federazione.

L’IRF si appresta a pubblicare nelle prossime settimane la 60a edizione. Un traguardo importante per noi ma anche per il settore, che ha possibilità di accedere gratuitamente a questa importante fonte di dati che permettono a tanti di elaborare modelli, studi e valutazioni capaci di incidere su quella che sarà la mobilità del futuro.

Grazie al sostegno della Fondazione TotalEnergies e della Fondazione Michelin, le nostre statistiche sono oggi fruibili gratuitamente attraverso la nostra IRF Data Warehouse. Quest’ultima è stata completata con una serie di dashboard in materia di sicurezza stradale che permettono un’analisi e una visualizzazione dei dati utili a comunicare l’importanza di questa tematica anche a coloro che non sono esperti nel settore.

Siamo riconoscenti alla rete di partner istituzionali in più di 200 Paesi e territori del mondo che, con il loro lavoro, rendono possibile la realizzazione di queste statistiche mondiali”.

“S&A”: “Veicoli a guida autonoma: quali sono per il settore le opportunità più interessanti, presenti e future? Le strade sono pronte a ospitare mezzi di trasporto senza conducente o sono necessari interventi particolari per assicurarne una circolazione sicura, anche in coesistenza con il traffico di veicoli tradizionali?”.

“SZ”: “Sicuramente è necessario accelerare la collaborazione in materia di gestione integrata del traffico. Alla luce di ciò, FRONTIER, un progetto finanziato dall’UE, riunisce 19 partner di alto profilo in tutta Europa, tra cui l’IRF con gli obiettivi di:

  1. accelerare la transizione verso una mobilità autonoma multimodale resiliente, fornendo soluzioni avanzate di gestione del traffico a livello di corridoio;
  2. stabilire processi di collaborazione e arbitrato tra le parti interessate.

Arcadis IBI Group, leader mondiale nella pianificazione, progettazione, implementazione e gestione di sistemi di trasporto intelligenti (ITS), sta guidando lo sviluppo e l’integrazione dell’Autonomous Network and Traffic Management Engine (ANTME) di FRONTIER. ANTME consente agli operatori a livello di corridoio di elaborare e distribuire piani di risposta per la gestione del traffico attraverso vari livelli di automazione, facilitando un processo decisionale complesso.

Offre una serie di funzionalità, tra cui il rilevamento degli eventi, la generazione e la propagazione dei piani di risposta, nonché il monitoraggio e la valutazione della rete attraverso un quadro di simulazione avanzato.

L’IRF Start-up Label
4. L’IRF Start-up Label è alla sua terza edizione

Oltre ai progetti di ricerca, l’IRF ha anche istituito un Comitato per la mobilità autonoma e connessa che riunisce i principali attori del settore a livello mondiale con la missione di definire il ruolo, la visione e le risposte alle sfide che il settore dell’infrastruttura stradale in particolare dovrà affrontare in questa transizione.

Il Comitato ha pubblicato un primo Manifesto per affrontare le problematiche relative ai sistemi normativi, alla forza lavoro e altre questioni sociali e le innovazioni tecnologiche. Fedele alla sua missione e al suo modo di operare, l’obiettivo di IRF è quello di creare e favorire partenariati e collaborazioni che permettano di rompere la logica del lavoro in compartimenti stagni e che aiutino ad abbracciare la logica del “system thinking”: pensare e operare in termini di sistema”.

“S&A”: “Sostenibilità ambientale del settore: quanto è green oggi il mondo delle strade e come si sta evolvendo da questo punto di vista?”.

“SZ”: “La digitalizzazione applicata al nostro settore ha aperto prospettive inimmaginabili fino a poco tempo fa. L’uso di intelligenza artificiale, BIM, big data rende possibile realizzare progetti di infrastruttura stradale in maniera più celere ma anche efficace.

Ne è un esempio evidente ORIS, una piattaforma digitale che usa intelligenza artificiale e che permette di realizzare economie importanti in termini di emissioni, risorse naturali e di impatto ambientale facilitando allo stesso tempo la realizzazione di infrastrutture resilienti ai cambiamenti climatici. È solo uno dei tanti esempi di innovazione in questo settore.

Ne presenteremo altri durante la conferenza annuale dell’IRF il prossimo 25 e 26 Ottobre”.

“S&A”: “Che cos’è l’IRF Start-up Label, chi può ottenerla e perché è importante?”.

“SZ”: “Lanciato nel 2021, l’IRF Start-Up Label torna nel 2023 per la sua terza edizione. L’iniziativa è stata concepita per sostenere le start-up ad alto potenziale nel campo della mobilità offrendo loro visibilità, aumentando la loro reputazione e creando fiducia con potenziali clienti e investitori.

Ottenendo il marchio, i vincitori guadagneranno il riconoscimento ufficiale dell’IRF per un anno, durante il quale potranno accrescere la loro visibilità e credibilità verso gli attori chiave del sistema. Per ottenere il label IRF, ogni start-up dovrà attraversare un processo di valutazione approfondito. Ogni candidatura verrà esaminata da un pool di esperti dell’IRF responsabili di fornire una valutazione globale dell’Azienda.

Gli esperti analizzano in particolare i seguenti criteri: impatto sui principali settori d’azione dell’IRF, impatti ambientali e sociali, livello di innovazione e capacità dell’azienda di proteggerla, adesione al mercato, ovvero il grado in cui il prodotto o il servizio soddisfa un bisogno esistente, la sua sostenibilità e la sua scalabilità e infine i profili dei fondatori.

Il vincitore dell’IRF Start-up Label 2023 sarà annunciato durante la conferenza annuale della Federazione che, come detto, si terrà online il 25 e 26 Ottobre”.

Il progetto Ten Step in Tanzania
5. Il progetto Ten Step sulla sicurezza dell’infrastruttura stradale in Tanzania
“S&A”: “Quali le iniziative di IRF legate alla formazione degli utenti della strada?”.

“SZ”: “Il rafforzamento delle capacità è un pilastro centrale nelle attività della nostra Federazione. Abbiamo una serie di collaborazioni con diverse Organizzazioni, Università, Centri di Ricerca per offrire non solo corsi di formazione ma anche altre opportunità di crescita professionale che non siano strettamente ed esclusivamente legate all’apprendimento in classe oppure online.

Si tratta di quelli che noi definiamo “on-the-job learning”, quindi la possibilità di imparare e acquisire nuove competenze e conoscenze lavorando in gruppo con altri colleghi del settore. Mi riferisco ai gruppi di lavoro tecnici, al lavoro svolto durante i progetti di ricerca, la partecipazione a workshop tematici specializzati e altro ancora”.

“S&A”: “IRF guarda al domani anche con il Young Professionals Programme. Ci vuole raccontare cos’è?”.

“SZ”: “L’IRF Young Professionals è un programma – che ho in prima persona fortemente voluto – dedicato ai giovani professionisti nel campo della mobilità e del trasporto. Offre un’opportunità unica per i giovani talenti (22-35 anni) di condividere conoscenze, idee ed esperienze.

Si tratta anche di offrire loro un’opportunità di networking, consentendo ai giovani professionisti di connettersi con colleghi provenienti da diverse parti del mondo, stabilendo relazioni professionali e condividendo prospettive diverse. Miriamo a nutrire il talento emergente nel settore delle infrastrutture stradali e a fornire una piattaforma per la crescita personale e professionale.

L’IRF YPP organizza ogni anno un summit. La sua quarta edizione si è tenuta il 28 Settembre con il tema “Raggiungere l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile nel Trasporto su Strada”.

Il Summit ha preso in esame le varie strategie definite dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) rilevanti per la mobilità su strada, come la mobilità attiva, i veicoli elettrici, i sistemi di trasporto su strada a grande portata, la sicurezza stradale, l’uguaglianza di genere, l’inclusione sociale e l’accessibilità nel trasporto su strada, nonché la pianificazione e la gestione del territorio”.

“S&A”: “A Ottobre 2024, a Istanbul si terrà il prossimo congresso mondiale di IRF. Manca un anno, è vero, ma ci può già anticipare qualcuno dei temi che sicuramente saranno sul tavolo?”.

“SZ”: “Sarà un evento ricchissimo perché tanto il nostro settore ha da affrontare al momento ma anche tanto ha da offrire in termini di soluzioni, di creatività. Quindi l’innovazione sarà certamente uno dei temi forti. Un’innovazione che noi intendiamo non solo come tecnologia ma anche come innovazione nei processi. Un altro tema centrale sarà il capitale umano, perché è fondamentale farsi trovare pronti in termini di competenze quando ci saranno nuove sfide da affrontare”. 

Susanna Zammataro di IRF
6. Susanna Zammataro, Direttore Generale di IRF – International Road Federation
“S&A”: “Una domanda personale, se possiamo, in chiusura di intervista: quando il Direttore Generale di IRF guarda una strada, cosa vede?”.

“SZ”: “Vedo la libertà: la possibilità per ognuno di noi di “raggiungere” opportunità, affetti, educazione, assistenza medica e quant’altro. Vedo un viaggio che non è soltanto fisico, materiale, ma anche un viaggio interiore. Un viaggio verso la realizzazione di sé stessi e dei propri sogni”.

Curriculum Vitae di Susanna Zammataro

Susanna Zammataro è Direttore Generale dell’International Road Federation (IRF), con sede a Ginevra, e ha la responsabilità di guidare e gestire l’organizzazione. Fondata nel 1948, IRF (www.irfnet.ch) rappresenta i principali player, corporate e istituzionali, del settore della strada e della mobilità a livello worldwide. La sua missione è promuovere lo sviluppo di network stradali che consentano una mobilità sostenibile e accessibile per tutti.

Nominata fra le “Most Remarkable Woman in Transport” da TUMI (Transformative Urban Mobility Initiative) nel 2019, Susanna Zammataro è un’instancabile sostenitrice della sicurezza stradale. È stata membro dell’Advisory Board FIA High Level Panel on Road Safety e ha ricoperto il ruolo di Presidente del “Safer Roads and Mobility” Pillar dell’United Nations Road Safety Collaboration Group (UNRSC).

Sviluppare competenze a ogni livello e favorire l’interazione fra gli Stakeholder sono fondamentali nel suo lavoro e in quello dell’IRF. Pertanto, Susanna è stata coinvolta fin dall’inizio nella Sustainable Mobility for All (SuM4All), iniziativa guidata dalla Banca Mondiale che riunisce 55 fra i principali Stakeholder del settore dei trasporti.

Attualmente ricopre il ruolo di membro del SuM4All Steering Committee e co-dirige il gruppo di lavoro sulla sicurezza stradale (insieme a Michelin) dopo aver anche guidato il gruppo di lavoro sulla condivisione dei dati (insieme a WBCSD). Susanna è inoltre membro del TRB International Coordinating Council, dell’iRAP Global Policy Advisory Committee, dell’Advisory Board di ORIS e del board della TotalEnergies Foundation.

La carriera di Susanna è iniziata 25 anni fa a Bruxelles e ha visto tappe presso lo European Economic Interest Grouping (GEIE), Confindustria, la Commissione Europea, le Nazioni Unite (UNCTAD) e l’Università di Ginevra. Ha conseguito un Master in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e uno in Diritto Comunitario presso il Collegio d’Europa (Bruges).

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