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Progettare la decostruzione

Un crollo improvviso, una grande quantità di macerie da rimuovere con cura per consentire le analisi strutturali. Un importante intervento effettuato con la tecnica della demolizione controllata in partnership con Tyrolit

Progettare la decostruzione

Il cantiere

Come evidenziano le immagini di questo servizio, le parti di ponte crollato andavano velocemente rimosse, soprattutto per permettere l’installazione di un sistema di monitoraggio strumentale sulle 114 campate della struttura, anche con prove di carico.

L’ANAS ha quindi interpellato uno Studio di ingegneria – la Società Saisef di Mondovì (CN), acronimo di “Società Anonima Imprese Stradali e Ferroviarie” – che ha provveduto alla realizzazione di una dettagliata relazione tecnico-scientifica che doveva prevedere la rimozione dei pezzi di ponte senza che questi si sbriciolassero, un elemento fondamentale per permettere le analisi strutturali da parte dei tecnici dell’ANAS.

Saisef, come ci ha raccontato l’Arch. Pier Franco Blengini, ha provveduto a progettare tutte le fasi dell’intervento che prevedeva anche la messa in sicurezza, oltre allo smantellamento delle barriere pericolanti.

L’intervento è quindi consistito nel taglio di una parte di ponte che si era staccato dalla struttura portante e nel sezionamento delle sue parti per consentire la loro rimozione. Le operazioni di taglio e di decostruzione sono state effettuate con la tecnica del filo diamantato, mentre due grosse autogru tenevano i pezzi di ponte da tagliare in tensione.

Successivamente, si è provveduto al carotaggio in otto punti delle parti tagliate, che sono state imbragate con delle catene per consentire il sollevamento (ogni pezzo di ponte rimosso pesava 160 t) e il trasporto: otto punti di aggancio per operare nella massima sicurezza.

Per il posizionamento delle parti tagliate e rimosse, Saisef aveva previsto la realizzazione di basi di calcestruzzo, raggiunte con l’utilizzo di carrelli semoventi. In questo modo, i Tecnici della Magistratura e quelli dell’ANAS hanno potuto agevolmente svolgere le loro indagini.

Un particolare curioso: la Magistratura ha preteso che tutte le fasi del cantiere fossero filmate. Per cinque giorni, quindi, le telecamere hanno registrato ogni operazione.