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Un “freno” alle frane

Da Sirive, la stabilizzazione della frana Cischele a Recoaro Terme (VI) con una tecnologia innovativa tutta italiana

L’impiego di barre autoperforanti composite

L’impiego delle barre autoperforanti riduce i tempi di esecuzione e rende ancor più economica la tecnica degli ancoraggi flottanti. A differenza delle applicazioni classiche, però, le forze assiali che si sviluppano lungo le barre sono molto importanti a causa delle grandi deformazioni mobilitate dalla frana in movimento e dalla profondità della superficie di scorrimento che può raggiungere i 25-30 m, numeri che con le tecniche tradizionali sarebbero in ogni caso difficili da stabilizzare.

Per potenziare al massimo le prestazioni delle barre autoperforanti e ampliarne le applicazioni, Sirive ha sviluppato un nuovo tipo di barre d’ancoraggio dette “composite”, che nascono dall’accoppiamento di una barra autoperforante tradizionale in acciaio al carbonio e di uno o più trefoli di acciaio armonico.

Le barre composite hanno carichi di rottura che possono raggiungere i 5.000 kN, riducendo le deformazioni rispetto a un ancoraggio a trefoli, le fessurazioni della malta cementizia di rivestimento e aumentando di conseguenza la durabilità.

Tramite un’analisi dei costi di produzione e posa in opera, è stato inoltre dimostrato un risparmio del 45% con ancoraggio composito rispetto a una barra autoperforante classica a parità di carico di rottura. A Cischele sono state installate barre composite S76 con sette trefoli da 0,6” ciascuna, con carico di rottura di oltre 3.000 kN.

La progettazione con metodo osservazionale

Data la complessità del contesto geologico e le numerose incertezze che riguardano il comportamento del versante, la soluzione con ancoraggi flottanti Sirive ha consentito di eseguire le opere per stralci successivi, individuando con il procedere dei lavori le porzioni di versante soggette a condizioni più critiche.

Tra i principali vantaggi della tecnica dell’ancoraggio flottante vi è infatti la possibilità di integrare l’intervento per fasi successive senza perdita di funzionalità del sistema.

Questo permette alla tecnica di integrarsi perfettamente con il metodo osservazionale, adottato in fase di progettazione secondo quanto previsto dalle NTC 2008 al paragrafo 6.2.4; è quindi prevista una integrazione dell’intervento nel prossimo futuro con altri ancoraggi nelle porzioni di versante in cui, nel tempo, si osservano le condizioni più critiche, in accordo con i risultati del monitoraggio in corso.