Nel quadro della sua politica per ridurre le emissioni inquinanti dei veicoli e migliorare la qualità dell’aria, la Commissione ha presentato, nel 2022, una nuova proposta, denominata “Euro 7”, volta a ridurre l’inquinamento atmosferico causato dai veicoli a motore nuovi venduti nell’UE al fine di conseguire l’obiettivo “inquinamento zero” del Green Deal europeo, mantenendo nel contempo accessibile il costo dei veicoli per i consumatori e promuovendo la competitività dell’Europa.
La Norma dovrebbe entrare in vigore nel 2025 per autovetture e furgoni e nel 2027 per camion e autobus. Rispetto all’attuale Norma Euro 6, prevede tagli drastici nell’emissione di NOx (─35% per auto e furgoni, ─56% per autobus e camion) e del particolato che esce dai tubi di scappamento (─13% per auto e furgoni, ─39% per autobus e camion); limita inoltre le particelle rilasciate da freni e pneumatici (─27%).
Per la prima volta, i veicoli elettrici sono inclusi nella Normativa. I nuovi parametri di emissione fissati dalle Norme Euro 7 faranno in modo che autovetture, furgoni, autocarri e autobus siano molto più puliti in condizioni di guida reali. La proposta contempla sia le emissioni prodotte dagli scarichi sia quelle generate da freni e pneumatici e contribuisce inoltre al rispetto delle nuove e più rigorose Norme in materia di qualità dell’aria.
La proposta sostituisce e semplifica le Norme in materia di emissioni nelle quali era in precedenza operata una distinzione tra autovetture, furgoni, autocarri e autobus (Euro 6/Euro VI), riunendole in un unico contesto normativo.
Secondo la Commissione, contribuirà a:
- migliorare il controllo delle emissioni di inquinanti atmosferici di tutti i veicoli nuovi, ampliando la gamma delle condizioni di guida oggetto delle prove delle emissioni su strada;
- aggiornare e rendere più stringenti i limiti per le emissioni inquinanti; la nuova Normativa fissa limiti di emissione per inquinanti precedentemente non regolamentati, come le emissioni di protossido di azoto dei veicoli pesanti;
- regolamentare le emissioni dei freni e degli pneumatici; tali disposizioni si applicheranno a tutti i veicoli, compresi quelli elettrici;
- garantire che le autovetture nuove rimangano pulite più a lungo; la conformità per i veicoli sarà verificata fino al raggiungimento dei 200.000 km e dei dieci anni di età, il doppio di quanto previsto dalle Norme Euro 6;
- sostenere la diffusione dei veicoli elettrici e la durabilità delle batterie;
- sfruttare appieno le possibilità digitali; le disposizioni della Norma Euro 7 faranno in modo che i veicoli non siano manomessi e che le emissioni possano essere facilmente controllate dalle Autorità utilizzando sensori all’interno del veicolo per misurare le emissioni durante l’intero ciclo di vita del veicolo.
Sempre secondo la Commissione, l’introduzione di queste norme non avrà un impatto particolarmente elevato sui prezzi di fabbricazione dei veicoli nuovi (circa 450 Euro per autovetture e furgoni e 3.000 Euro per camion e autobus), ma altri studi prevedono un aumento molto più elevato (circa 2.000 Euro per autoveicoli e furgoni e ben 12.000 per camion e autobus). Inoltre, le nuove Norme potrebbero causare costi indiretti come l’aumento dei consumi di carburante.
Anche l’ACEA (l’Associazione Europea dei Costruttori Automobilistici) si è schierata contro questa nuova Norma, ricordando che “le Norme Euro 6 sono già le più rigide al mondo in materia di emissioni nocive” e che in ogni caso, è previsto il divieto di vendita di nuovi veicoli a motore termico nel 2035; si interroga quindi sull’utilità di nuove Norme per un periodo di tempo limitato.
Inoltre, il fatto che con le nuove Norme i veicoli consumerebbero di più (e quindi inquinerebbero di più) è in contrasto con tutte le politiche europee di lotta alle emissioni nocive e al riscaldamento climatico.
La Commissione ha comunque presentato la sua proposta alle altre Istituzioni europee, Consiglio e Parlamento. Nel Settembre scorso, sotto la Presidenza spagnola, il Consiglio ha emesso il suo orientamento generale sulla questione.
A seguito dell’opposizione di numerosi Paesi (Francia, Italia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria, Bulgaria e Romania) la proposta della Commissione è stata modificata in maniera sostanziale. Il Consiglio UE ha infatti lasciato intatti i limiti dell’Euro 6, introducendo il controllo sulle polveri dei freni e degli pneumatici e, soprattutto, rinvia di due anni l’entrata in vigore delle Norme Euro 7.
In particolare, tenendo conto degli obiettivi in materia di ambiente e salute, il Consiglio propone una serie di modifiche pragmatiche alla proposta della Commissione, tra cui:
- le condizioni di prova e i limiti di emissione attualmente applicabili (stabiliti nell’Euro 6) sono mantenuti per autovetture e furgoni privati;
- nel caso di autobus, camion e pullman, i limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono leggermente adeguate rispetto alle Norme Euro 6/VI;
- l’allineamento dei limiti di emissione di particolato dai freni e dei limiti del tasso di abrasione degli pneumatici con le Norme internazionali adottate dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite è rafforzato;
- si tiene conto del nuovo obiettivo di azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2030 proposto per gli autobus urbani;
- sono fissate scadenze chiare per l’adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione al fine di garantire agli operatori economici chiarezza e certezza del diritto.
Si tratta di un compromesso che mette al riparo l’industria automobilistica europea dalla necessità di investimenti aggiuntivi per adeguare i motori a combustione, proprio nel momento in cui il settore è più impegnato nella conversione verso la mobilità elettrica.
Il complesso delle Norme Euro 7, così come risulta dalla nuova proposta, evita infatti di mettere le Aziende costruttrici nella condizione di considerare i motori termici come non remunerativi, decretandone lo stop commerciale anticipato rispetto a quello legale, fissato nel 2035 dalla Normativa Fit For 55.
L’impegno formale resta, per ora, quello di vincolare l’Europa a obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2030, con il taglio del 55% per le autovetture e del 50% per i furgoni rispetto ai parametri validi nel 2021.
“La Presidenza spagnola si è dimostrata sensibile alle diverse esigenze ed richieste degli Stati membri e crediamo che, con questa proposta, abbiamo ottenuto un ampio sostegno, un equilibrio nei costi di investimento delle case di produzione e un miglioramento dei benefici ambientali derivanti dal regolamento” – ha sottolineato Héctor Gómez Hernández, Ministro dell’Industria di Madrid, Presidente del Consiglio Competitività che ha redatto il testo di compromesso.
L’orientamento generale formalizza la posizione negoziale del Consiglio e conferisce alla Presidenza del Consiglio un mandato per avviare negoziati con il Parlamento Europeo, che cominceranno non appena quest’ultimo avrà adottato la sua posizione.
Nel 2026 la Commissione avrà l’obbligo di valutare i progressi compiuti verso il raggiungimento della riduzione delle emissioni del 100%, ma soprattutto la necessità di riesaminare tali obiettivi con una “Review Stage” che non potrà tenere conto dei ritardi nella realizzazione di una rete di ricarica elettrica, oltre che dell’impatto sociale della transizione energetica sull’industria automobilistica e su quella della componentistica.
Inoltre, l’anno prossimo si svolgeranno le elezioni europee, che porteranno alla formazione di un nuovo Parlamento e una nuova Commissione. Non è da escludere (anche se l’evento è giudicato improbabile) che le nuove Istituzioni ridefiniscano le priorità politiche in materia di ecologia e trasporti.
Per la foto in primo piano, photo credit: Telophase da Pixabay
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