Potremmo definirla la nuova età della pietra. O almeno del sottofondo e delle stuccature che, parte di un sistema completo, tengono ben fermi nella loro sede i cubetti di porfido, i ciottoli e le lastre a spacco, assicurando lunga durabilità. Con ovvie vantaggiose conseguenze: forte riduzione delle spese di manutenzione, ma soprattutto strade più sicure anche per chi va in bicicletta e per chi cammina con i tacchi. In presenza di condizioni climatiche favorevoli (temperatura dell’aria e del supporto prossime ai 20 °C), grazie alla particolare composizione il sistema Mapestone messo a punto da Mapei che sviluppa elevate resistenze meccaniche dopo pochi giorni dall’applicazione.
È quindi possibile riaprire il cantiere in tempi brevi: ai pedoni entro le 24 ore e al traffico pesante già dopo tre giorni. Con temperature inferiori a 15 °C, i tempi di attesa per la messa in esercizio della pavimentazione si allungano sensibilmente.
Il lavoro tappa per tappa
Il sottofondo destinato ad accogliere la pavimentazione architettonica, in questo caso la Pietra di Luserna fiammata dello spessore di 3 cm, è stato prima di tutto adeguato alle sollecitazioni che dovrà sopportare. Lo strato di calpestio, qui della superficie complessiva di 1.500 m2, andava infatti desolidarizzato rispetto al solaio su cui poggia per essere svincolato dai movimenti di quest’ultimo.
Per la pavimentazione di Piazza della Repubblica e Via A. Leoni, Bernareggio (MB), a questo scopo è stato steso del tessuto-non-tessuto prima di realizzare il massetto di allettamento con la malta Mapestone TFB 60. Fasce di polistirolo alte 7 cm e larghe 5-8 mm, utili come giunti di dilatazione, sono state posate lungo il perimetro della piazza, lungo i chiusini, le caditoie, ad ogni cambio pendenza e, in generale, rispettando campiture massime di 36-40 m, in base a quanto consigliato nella scheda tecnica del materiale lapideo utilizzato.
Nel caso specifico, la Pietra di Luserna contiene una notevole quantità di ferro ed è perciò sottoposta a dilatazioni termiche maggiori rispetto ad altre pietre. La nuova pavimentazione architettonica, desolidarizzata rispetto al sottofondo, ha giunti di dilatazione che non devono necessariamente corrispondere a quelli del solaio sul quale insiste.
L’allettamento
Il massetto di allettamento è stato realizzato mediante la stesura di Mapestone TFB 60, miscelato accuratamente con sola acqua (circa il 9%) e utilizzando idonei sistemi meccanici (tipo benna munita di coclea miscelatrice) fino ad ottenere una consistenza “plastica” per uno spessore di circa 5 cm sotto pietra. Sul retro delle pietre, prima di appoggiarle sul massetto d’allettamento, è stato poi steso uno strato di boiacca adesiva confezionato con 1 kg di Planicrete, 1 kg di acqua e 3 o 4 kg di cemento. Le lastre sono state quindi posate come da progetto, avendo cura di lasciare tra esse uno spazio di 5 mm (la fuga ideale è compresa tra 5-10 mm). La pavimentazione è poi stata bagnata a rifiuto prima della successiva fase di stuccatura.
I giunti di dilatazione
La formazione dei giunti di dilatazione è stata ottenuta inserendo come pre-riempitivo il cordoncino di estruso poliuretanico Mapefoam (diametro di 15 mm) sopra le fasce di polistirolo, precedentemente posizionate, e applicando il sigillante adesivo poliuretanico Mapeflex PU45 del colore appropriato. Si è poi passati alla stuccatura delle fughe con Mapestone PFS 2 (una valida alternativa è Mapestone PCC 2) impiegato nella stessa giornata della posa delle pietre (tecnica “fresco su fresco”), ovvero quando il massetto d’allettamento non aveva ancora ultimato la presa.
La malta di stuccatura è stata miscelata con sola acqua per almeno 3 minuti con un sistema meccanico adeguato (per esempio, betoniera verticale o trapano miscelatore) fino ad ottenere una consistenza omogenea colabile.
L’applicazione della miscela viene di solito eseguita mediante colatura per mezzo di un recipiente con “beccuccio” o tramite “racla” gommata. I residui della stuccatura sono stati rimossi con acqua e spugna prima che il prodotto indurisse.
Raccomandazioni e opere di rifinitura
Si consiglia di eseguire l’applicazione delle malte con temperature comprese tra i +5 °C e i +30 °C, valutando la necessità di proteggere la pavimentazione qualora le condizioni ambientali fossero sfavorevoli (temperature particolarmente basse o, al contrario, elevate).
Per il fissaggio di chiusini, caditoie e dell’arredo urbano è stato usato Mapestone TF60, ma sono comunque valide anche le seguenti malte a ritiro controllato:
- Mapegrout SV Fiber, colabile a presa rapida fibrorinforzata;
- Mapegrout SV, colabile a presa rapida;
- Mapegrout SV T, tissotropico a presa rapida;
- Mapegrout TI 20 colabile a presa normale.
Il sistema Mapestone
La durabilità è la qualità numero uno del pacchetto Mapestone, comprendente prodotti che creano una struttura monolitica intorno alla pietra, di qualsiasi natura e taglio essa sia. Resistente ai cicli di gelo e disgelo, Mapestone si posa velocemente con una riduzione dei tempi di intervento che permette di riprendere la viabilità in poco tempo. Evitando pericolosi e antiestetici rattoppi.
In particolare:
- Mapestone TFB 60 è una malta premiscelata per l’allettamento a base di leganti speciali, aggregati selezionati e additivi specifici, particolarmente idonea alla realizzazione di massetti resistenti al gelo e ai sali disgelanti (classe di esposizione XF3 e XF4) e con elevate resistenze meccaniche (C50/60);
- Mapestone PFS 2 e Mapestone PCC 2 sono malte premiscelate per la stuccatura delle fughe.
Dati tecnici
- Periodo di intervento Mapei
- fine 2012-inizio 2013
- Committente
- Comune di Bernareggio (MB)
- Progettista
- Arch. Cesare Ventura
- Direzione dei Lavori
- Arch. Fortunato Businaro del Comune di Bernareggio (MB)
- Impresa
- F.lli Passoni di Bernareggio (MB)
- Impresa di posa
- Radioli Pavimenti di Bottanuco (BG)
- Materiali posati
- lastre in pietra di Luserna e in granito
- Coordinamento Mapei
- Andrea Peli e Andrea Serafin di Mapei SpA
Il presente articolo è stato estratto da “Realtà Mapei” n° 119/2013