L’inquadramento dell’opera
Il sistema “Asse Viario Marche-Umbria e Quadrilatero di penetrazione interna” rientra tra le infrastrutture ritenute di carattere strategico e di preminente interesse nazionale per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese (si veda “S&A” n° 105). L’intervento è infatti inserito nella Legge Obiettivo (Legge n° 443/2001) ed in particolare nel Programma delle infrastrutture strategiche (Delibera n° 121/2001) nonché nell’ambito dei “Corridoi trasversali e dorsale appenninica (corridoi stradali ed autostradali)” previsti dall’Intesa Generale Quadro sottoscritta il 24 Ottobre 2002 tra il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e le Regioni Marche e Umbria.
L’opera è costituita dalle due direttrici parallele:
- Maxilotto 2 – Ancona-Perugia (che si sviluppa lungo la S.S. 76 “Val d’Esino” e prosegue lungo la S.S. 318 “di Valfabbrica”);
- Maxilotto 1 – Civitanova Marche-Foligno (che si sviluppa lungo la S.S. 77 “Val di Chienti”), direttrici collegate dalla trasversale Fabriano-Matelica-Muccia e dalle diramazioni della S.S. 77.
Interivsta all’Ing. Edgar Micheluzzi, Direttore Tecnico dell’Impresa Giacovelli Srl
All’interno del Maxilotto 1, i due sublotti 1.2 e 2.1 coprono il tratto Foligno-Pontelatrave della S.S. 77 “Val di Chienti”. In questo tratto l’attuale S.S. 77 è caratterizzata da curve strette, pendenze eccessive, numerosi attraversamenti di centri abitati, strettoie, ecc., tutti aspetti che riducono la qualità del servizio a livelli molto bassi, determinano un’elevata incidentalità recando notevoli disagi alla popolazione.
La morfologia del territorio attraversato si caratterizza per la presenza di numerosi rilievi generalmente acclivi tagliati da valli strette con fianchi pronunciati. La prima parte del tracciato è in salita, segue un andamento sostanzialmente pianeggiante lungo l’altopiano di Colfiorito e prosegue con un tratto in discesa sino a termine intervento.
Dal punto di vista ambientale, tutta la zona – senza distinzione – possiede un elevato valore sia paesaggistico, sia naturalistico; diverse aree sono soggette a tutela e numerose sono le testimonianze di carattere storico e culturale.
La piattaforma stradale ha una larghezza totale minima pari a 24,5 m, superiore al minimo previsto dalla Normativa, data l’adozione di una larghezza spartitraffico maggiorata rispetto ai 2,5 m previsti dalle Norme. La carreggiata è costituita, per ciascun senso di marcia, da due corsie da 3,75 m affiancate da una banchina da 1,75 m in destra e da 0,50 m in sinistra. Anche su ponti e viadotti è mantenuta la sezione stradale tipo, con aggiunta di un cordolo di estremità, di larghezza variabile, per l’ancoraggio della barriera di sicurezza, l’alloggiamento dei cavidotti e l’eventuale installazione di barriere acustiche.
Le opere d’arte principali sono sostanzialmente riconducibili alle seguenti tipologie: gallerie artificiali, gallerie naturali e viadotti.
Il tracciato del progetto prevede la realizzazione di gallerie naturali monodirezionali a doppia canna, con fornice caratterizzato da un raggio interno di 5,95 m in modo da contenere una carreggiata con le stesse caratteristiche geometriche di quella all’esterno, con larghezza complessiva di 9,75 m, comprendenti le due corsie di marcia da 3,75 m ciascuna e le banchine laterali da 1,75 m in destra e 0,50 m in sinistra. La carreggiata è delimitata, come previsto dalla vigente Normativa, da profili ridirettivi tipo New Jersey gettati in opera a ridosso dei piedritti della galleria stessa, in modo da poter alloggiare anche i vari cavidotti per gli impianti.
I viadotti sono stati progettati con particolare attenzione all’aspetto formale delle opere, adottando forme arrotondate per le pile, i pulvini e per il guscio esterno degli impalcati, in funzione di un migliore inserimento paesaggistico-ambientale, anche in considerazione delle raccomandazioni CIPE. La scelta della tipologia dei viadotti è stata dettata innanzitutto dalla luce delle campate, adottando un appropriato rapporto tra luce ed altezza delle pile, e per la sismicità delle aree interessate.
Gli impalcati in c.a.p. sono stati utilizzati per i viadotti con campate fino a 30 m di luce. Si prevede l’utilizzo di travi prefabbricate in c.a.p., precompresse in stabilimento con trefoli aderenti, aventi sezione a Pi greco con ala larga inferiore. L’impalcato viene completato in opera mediante il getto di una soletta dello spessore di 25 cm su predalles.
I viadotti con campate di luce superiore ai 30 m sono stati realizzati con struttura composta acciaio-calcestruzzo.L’impalcato è caratterizzato dalla presenza di due sole travi portanti principali a doppio T, poste a distanza variabile in funzione della larghezza dell’impalcato, con traversi di collegamento a doppio T posti ad interasse longitudinale massimo di 6,0 m.
Tutte le carpenterie metalliche sono interamente realizzate in acciaio Corten.
Riguardo allo schema statico longitudinale è confermata la soluzione di impalcato continuo sulle pile, già prevista nel progetto a base di gara. La soletta collaborante in c.a., di spessore 25 cm, è realizzata tramite getto con carro casserante Doka. I traversi correnti della trave metallica vengono utilizzati come supporto al carrovaro della soletta durante le fasi di movimentazione dello stesso.
Le pile del viadotto
Le pile del viadotto Chienti 2 presentano sezione ellittica cava (dimensioni 5,00×3,50 e 5,00×4,60) e sono state gettate in opera con soluzioni Doka. In particolare, per i fusti sono stati adottate casseforme a travi Top 50 centinate, sia per l’interno che per l’esterno, consegnate in cantiere già preassemblate dal servizio di montaggio Doka. Per l’esterno del fusto la cassaforma Top 50 è stata abbinata al sistema rampante MF 240, comprensivo di ponti inferiori di servizio. Per l’interno, la stessa cassaforma è stata impiegata con piano d’appoggio con travi telescopiche Doka e ponte inferiore di servizio.
L’accesso ai piani di lavoro è stato garantito da torri scala d2-225, con altezza massima di 30,00 m. La stessa soluzione è stata adottata anche per i pulvini, con la sola eccezione del sistema di sostegno a sbalzo, costituito da mensole rampanti MF 240 e tralicci di puntellazione F 450, per il sostegno del calcestruzzo in corrispondenza delle testate.
I carri varo Doka per getto in opera
All’interno del sublotto 1.2, nel secondo tratto compreso tra i comuni di Serravalle di Chienti e Muccia, tra le gallerie naturali Muccia e Costafiore, la valle, solcata dal fiume Chienti, viene attraversata dal viadotto Chienti 2, che adotta la tipologia di getto della soletta con carro casserante.