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Cinque ponti italiani a rischio

Come recita una nota di www.agi.it, un’inchiesta nata da quella sul crollo del viadotto Polcevera getta una luce inquietante sulla manutenzione dei viadotti e sui report sul loro stato: oltre a lui, infatti, in Italia ci sarebbero altri cinque viadotti che presentano criticità e che, pertanto, sarebbero considerati insicuri.

È quanto emerso da alcune confessioni di tecnici e responsabili dei collaudi, dei controlli e delle progettazioni di Spea Engineering, la società addetta al monitoraggio per conto di Autostrade per l’Italia SpA, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Genova.

Gli indagati sono accusati di aver nascosto problemi strutturali relativi ai ponti e viadotti gestiti dal concessionario del gruppo Benetton “edulcorando” i report. Secondo l’accusa, dunque, le certificazioni rilasciate sullo stato dei viadotti non sarebbero corrispondenti alle loro effettive condizioni. In particolare, secondo La Stampa, l’ipotesi dei pm genovesi, che hanno aperto un filone autonomo dall’indagine sulla strage del Morandi (43 vittime nel crollo del 14 agosto scorso), è netta: a partire dal 2000 l’esito dei monitoraggi su alcune infrastrutture della rete autostradale italiana è stato dolosamente e sistematicamente sovrastimato in positivo. In altri frangenti, fronte da approfondire prossimamente, potrebbero invece essere stati certificati come eseguiti controlli in realtà avvenuti solo sulla carta.

Questi i 5 ponti sotto accusa:

    • il Paolillo sulla Napoli-Canosa
    • il Moro vicino a Pescara
    • il Pecetti
    • il Sei Luci
    • il Gargassa in Liguria

Come venivano ritoccati i report​“Dopo le riunioni con il supervisore i report venivano cambiati, ci chiedevano di aggiustarli, di usare una parolina al posto di un’altra”, ha raccontato agli inquirenti uno dei tecnici, come riportato dal Corriere della Sera. “Altre volte era lo stesso supervisore a modificarli”.Toninelli: “Già intimato ad Autostrade di intervenire”“Lo abbiamo sempre detto: le concessioni autostradali sono state scritte in modo troppo sbilanciato a favore dei privati. Adesso le stiamo rivedendo per riequilibrare finalmente i rapporti di forza e privilegiare l’interesse pubblico. Inoltre, nel Decreto Genova abbiamo creato Ansfisa, un’apposita Agenzia per il controllo di tutte le infrastrutture che farà verifiche effettive e a campione. In questo modo smetteremo di inseguire le emergenze e passeremo alla prevenzione e alla giusta programmazione degli interventi di manutenzione”.Intanto Autostrade per l’Italia, come riporta Repubblica, assicura che in merito ai cinque viadotti nel mirino della Procura, “su un totale di 1.943 gestiti da Autostrade per l’Italia, che sarebbero considerati ‘a rischio’secondo quanto riportato da notizie di stampa, le competenti Direzioni di Tronco della società ribadiscono che non esiste alcun rischio per la sicurezza. Già lo scorso 4 dicembre, la società ha inviato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti un report sui viadotti in questione – Gargassa, Pecetti (A26), Moro (A14), Paolillo (A16), Sarno (A30) – contenente il dettaglio degli interventi manutentivi già realizzati o in corso, nonché delle verifiche effettuate. In nessun caso è stato riscontrato alcun problema riguardante la sicurezza di tali opere che, peraltro, sono state oggetto di verifica anche da parte dei competenti uffici ispettivi del Ministero. Per quanto riguarda invece il viadotto Sei Luci, la Direzione di tronco di Genova conferma di aver eseguito in 4 giorni (23-27 dicembre 2018) un intervento di ripristino locale del calcestruzzo copriferro, che non comportava alcuna influenza sotto il profilo statico. Anche questo intervento è stato formalmente comunicato a tutte le autorità competenti. È quindi del tutto destituita di fondamento qualsiasi informazione che consideri tali viadotti a rischio”.