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Dekra Italia, Rapporto 2017: Smartphone è la prima causa degli incidenti

E’ stato presentato ai primi di ottobre il decimo ‘Rapporto sulla sicurezza stradale 2017 – Strategie per la prevenzione degli incidenti sulle strade europee’, realizzato da Dekra Italia (filiale dell’organizzazione mondiale di consulenza sulla sicurezza per i settori Automotive, Industrial e Personnel’). Si tratta di un articolato studio che analizza e indaga il fenomeno dell’incidentalità sulle strade d’Europa, offrendo proposte e idee per diminuire il numero delle vittime delle strade.

Il primo è più significativo dato che emerge dal Rapporto è il calo dei morti sulle strade italiane, ma anche l’aumento degli incidenti soprattutto dovuti al fattore umano, primo dei quali la distrazione per uso dello smartphone.

A commentare i dati e a delineare linee strategiche di intervento – nel dibattito seguito alla presentazione del Rapporto, nella sede della Fondazione Ifel – un qualificatissimo parterre, fra cui: il senatore Altero Matteoli, presidente della Commissione Lavori Pubblici e Telecomunicazioni del Senato; i parlamentari Michele Meta, Paolo Gandolfi (rispettivamente Presidente e Segretario della IX Commissione Permanente Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati); l’On. Elena Bruno Bosisio (Componente della IX Commissione Permanente Trasporti, Poste e Telecomunicazioni); Roberto Sgalla, direttore centrale della specialità della Polizia di Stato; Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia e per Anas il responsabile della gestione della rete e del coordinamento territoriale, ing. Roberto Mastrangelo.

Sono tanti i soggetti e gli Enti (pubblici e privati) interessati al tema della sicurezza stradale: Forze dell’Ordine, Municipalità, gestori delle strade, Associazioni di categoria, case automobilistiche, media, stakeholder e in tutti vi è la consapevolezza della necessità di operare in sinergia, di migliorare lo scambio di informazioni e di utilizzare al meglio le opportunità fornite dalle nuove tecnologie. Ma – come ha sottolineato l’Amministratore Delegato di Dekra Italia, Toni Purcaro – è l’uomo ad essere al centro dei comportamenti virtuosi nell’uso del mezzo o al centro dei comportamenti errati, come sottolineato attraverso il neologismo, l’”homo smartphone”.

Nel 2016 si è registrato a livello europeo una leggera riduzione (-2,4%) del numero di vittime rispetto al 2015, con 25.500 morti (1,25 milioni a livello mondiale secondo l’OMS). L’Italia – rispetto alla media europea – appare come un Paese mediamente virtuoso e nella classifica nera si posiziona a metà con 175.791 incidenti, con 249.175 feriti e 3.283 morti, con una incoraggiante riduzione del 4,2% rispetto al 2015. L’indagine evidenzia come le categorie più colpite siano gli scooteristi (+10,5%) e i ciclisti (+9,6%), mentre diminuiscono motociclisti (-15%) e pedoni (-5,3%), stabili gli automobilisti.

I dati europei sono indubbiamente confortanti se si pensa alla riduzione delle vittime rispetto allo scorso anno o alla riduzione del 19% negli ultimi sei anni, ma questo non è abbastanza. L’obiettivo che si è data infatti l’Europa per il 2020 – dimezzare i decessi rispetto al 2010 – è molto impegnativo, difficile da conseguire e richiederà ulteriori impegni e sforzi a livello globale, sia dei singoli che delle diverse organizzazioni, pubbliche e private.

Impietoso il paragone Europa-Stati Uniti: solo nel 2016, infatti, le strade americane sono state teatro di 40mila morti in più del 2015 (+15%) con alcool, assenza di cinture di sicurezza e smartphone tra i principali colpevoli.

Dal dibattito è emerso l’impegno di tutti i soggetti, enti ed Istituzioni, per migliorare ulteriormente le infrastrutture, per accogliere le importanti novità tecnologiche collegate ai sistemi di guida, ma soprattutto per lavorare sul fattore umano, facendo crescere in un omogeneo equilibrio la cultura delle prevenzione, insieme al sistema della repressione. Sul primo fattore è stata ribadita la necessità di educare le nuove generazioni all’uso intelligente dell’auto e delle due ruote, al valore della vita e alle gravissime e spesso irrimediabili conseguenze di una guida sotto effetto di alcolici o sostanze stupefacenti. Altrettanto lavoro si potrà fare sul piano della repressione attraverso l’auspicata possibilità di effettuare i controlli assicurativi da remoto.

Oggi sono circa 4 milioni – su un parco circolante di circa 40 milioni di auto e 10 milioni di due ruote – i mezzi privi di assicurazione, un numero talmente alto che richiederebbe un ingente numero di risorse, di uomini e di mezzi delle Forze di Polizia da collocare sulle strade. Da qui la richiesta di un attesa norma ad hoc che consenta di effettuare controlli con un sistema da remoto.