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Il Ministro Delrio al 3° Forum Internazionale di Conftrasporto

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha partecipato oggi al Terzo Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio a Cernobbio.

“Sul piano degli investimenti infrastrutturali stiamo lavorando bene” ha detto il Ministro, che ha ricordato, come il forum abbia messo all’attenzione del paese il tema della logistica.  Ora le sfide sono sempre più complesse. “Abbiamo bisogno di gettare lo sguardo sul futuro. La competizione è sempre più interconnessione e le scelte di programmazione non sono  ininfluenti in un momento in cui nazioni come la Cina stanno dispiegando investimenti  imponenti. La competizione ora si gioca tutto a livello globale e a livello delle supply chain. Quindi in un momento come questo dobbiamo ragionare come Sistema Paese”.

Il Ministro ha ricordato “abbiamo lavorato insieme e definito una cornice strategica, che partisse da una analisi di verità rispetto al nostro paese, con il Governo Renzi e il governo Gentiloni. Era  come una nave incagliata, che ha bisogno di tempo per virare e prendere la giusta direzione. Ora c’è stata una ripresa investimenti, pubblici e privati, che sono passati dai  271 miliardi del  2014 ai  287 miliardi del 2016 è perché il Governo ha scelto di investire su coloro che il lavoro possono crearlo e darlo cioè all’impresa. E’  sciocca la polemica sui bonus, perché gli incentivi sono un elemento di politica industriale: è l’impresa che investe su se stessa”.

Dentro a questo ripensamento delle politiche per il Paese, ha continuato il Ministro,  “non c’è stata solo la  riduzione fiscale, ma anche la progressiva semplificazione e una migliore pianificazione e programmazione”. Il problema dei deficit logistici abbiamo è stato  assunto infatti come tema centrale, “ci siamo messi al lavoro insieme tutti quanti perché sappiamo che l’inefficienza logistica pesa per somme imponenti che valgono manovre finanziarie”.

Il nostro documento allegato al Def,  “Connettere l’Italia” ha  messo insieme strategie differenti al servizio della connessione nazionale.

La geografia è destino, ha ricordato il Ministro, l’Italia è in Europa e al centro del Mediterraneo e occorre fare scelte conseguenti. Le regioni del nord ovest e del nord est stanno  coordinando gli  sforzi logistici. C’è bisogno di superare la barriera delle Alpi: “Abbiamo investito sui  tunnel e corridoi, per promuovere la mobilità del paese con l’intermodalità, e d’altro canto superare con infrastrutture decisive i limiti della geografia, con un grande investimento sulla cura del ferro”.

Il quadro dà oggi qualche elemento di positività, per il trasporto merci e persone. “Abbiamo messo mano al sistema della portualità, in maniera forte e precisa, e la riforma sta dando risultati importanti. con le nuove autorità di sistema portuale, i fast corridori, ragionato insieme alle dogane conquistando il primo posto in termini di performance, è  entrata in vigore la piattaforma logistica nazionale, c’è un quadro di pianificazione e programmazione che ci fa ritenere che continuando a seminare si va verso soluzioni positive”.

“Resta il grande tema delle regole – ha proseguito Delrio – che abbiamo già posto con forza l’anno scorso proprio qui a Cernobbio. esiste un problema regolatorio a livello europeo sulla concorrenza sleale e sul cosiddetto dumping. abbiamo lavorato con la commissaria Bulc, abbiamo incominciato a scrivere le regole sul distacco e ora sul riposo ma vogliamo essere più esigenti”.

Nel commentare il rapporto presentato da Conftrasporto – che ha evidenziato una riduzione della quota di mercato dell’Italia nell’autotrasporto – il Ministro ha sottolineato che i dati “non sono frutto di una competitività reale, ma di una competitività fasulla, basata sulla compressione dei diritti dei lavoratori”.

“Bisogna fare una riflessione – ha spiegato – perché non tutto quello che è moderno e digitale è per forza giusto. Se con l’apertura delle frontiere lavoratori vengono pagati un terzo, è regressione. L’Europa allora deve decidere che tipo di sviluppo e di regole vuole abbracciare fino in fondo, serve una interpretazione del capitalismo moderna meno acritica. Dentro il tema dello sviluppo ci deve essere anche il tema della sostenibilità economica, ambientale e sociale”.

“Abbiamo ancora davanti pochi mesi di lavoro ma la garanzia migliore è la strada che abbiamo costruito,  e posso garantirvi che il pacchetto stradale, dopo quello ferroviario e quello aereo, rimane una delle priorità per il mio Dicastero.  Vogliamo fare in modo che le cose vadano a termine ed a buon termine. Molte misure già decise – ha proseguito il Ministro – devono ancora dispiegare i propri effetti. Bisogna lavorare sulla loro attuazione, perché l’Italia è uno dei Paesi che fa più leggi ma molte non vengono attuate”.​

E ancora, sui temi dei trasporti, ha concordato che “sulla Via della Seta ci si gioca il futuro”.  Proprio per questo gli investimenti infrastrutturali sono da considerarsi “strategici” e da questo punto di vista l’Italia “ha messo a punto un Piano infrastrutturale mai visto prima”. “Non è irrilevante che ci siano cantieri e risorse  per le grandi infrastrutture per la logistica. Queste arterie importanti, queste 100 opere che abbiamo selezionato e che hanno tutte un piano finanziario serio sono parte di quel seme di ottimismo e di speranza che abbiamo cercato di seminare insieme.

Se mettiamo la pianificazione portuale, con quella delle ferrovie e delle autostrade – con casi risolti con la commissaria Vestager, come la Asti Cuneo, la Gronda, il passante di Bologna –  possiamo guardare al futuro con prospettiva più ottimistica. Una prospettiva che si compirà se si continua a considerare il Paese nell’ottica dell’interesse nazionale. Non come una somma di interessi locali regionali, ma come la sintesi più alta degli interessi collettivi”.