Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

La transizione ecologica passa dalla manutenzione stradale

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

Otto proposte emerse dall’incontro organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile

La transizione ecologica può viaggiare anche sulle strade italiane: pavimentazioni stradali con elevate prestazioni, maggiore durata di vita, alti tassi di riciclo, riducono, infatti, il fabbisogno energetico e contribuiscono in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas serra e del consumo di risorse naturali.

Un nuovo approccio alla mobilità quello emerso dal convegno ‘Le strade al bivio della transizione ecologica’, organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Green City Network e il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

Secondo quanto riportato dai maggiori organi di informazione, si propone un percorso in otto punti per l’elaborazione di linee guida nazionali che introducano un orientamento innovativo, green e circolare alla manutenzione dei 670.000 km di pavimentazioni stradali della rete viaria nazionale, per favorire la transizione del settore verso una gestione sostenibile, contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici del Paese e preservare il valore economico delle pavimentazioni valutato in oltre mille miliardi di euro. 

“Il contributo del settore delle pavimentazioni stradali al raggiungimento degli obiettivi climatici – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – può venire da un rinnovato approccio di gestione nell’ottica di ciclo di vita della pavimentazione stessa, dalla progettazione alla scelta dei materiali, alla realizzazione dei lavori, che favorisca la circolarità delle risorse e riduca le emissioni di gas serra.

Una gestione orientata al ciclo di vita consente inoltre di ottimizzare le risorse economiche degli enti e delle amministrazioni pubbliche preposte alla gestione e garantisce una maggiore sicurezza per gli utenti”. 

Secondo i dati emersi, in termini di ciclo di vita, l’esecuzione dei lavori di manutenzione di una pavimentazione con tecnologie innovative e circolari che consentano il completo riciclo dei conglomerati bituminosi a temperature ridotte, genera un risparmio fino al 40% delle emissioni di CO2 equivalente rispetto a lavori eseguiti con i metodi a caldo tradizionalmente adottati, oltre a ridurre la pressione sul capitale naturale per la produzione di bitume e aggregati vergini.

Oggi però meno del 20% dei conglomerati posati in opera in Italia sono prodotti a basse temperature o con bitumi modificati e solo il 25% dei 9,5 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso da recupero generato ogni anno da operazioni di manutenzione viene riciclato per la posa in opera, contro l’82% della Germania e il 70% della Francia.

Ecco gli otto punti proposti come indirizzo per l’elaborazione di linee guida nazionali per accompagnare il settore nella transizione verso la sostenibilità: Riutilizzo di conglomerato bituminoso da recupero; Efficienza energetica nella produzione e stesa dei conglomerati bituminosi; Tecnologie con bitumi/conglomerati modificati e polimeri da riciclo; Programmazione delle manutenzioni e prevenzione dei dissesti; I Cam strade per accompagnare la transizione; Adeguamento delle norme tecniche alla disponibilità di tecnologie innovative e circolari; Valutazioni di costo di ciclo di vita a supporto delle decisioni di spesa; Formazione continua e condivisione di conoscenze.