Battuta d’arresto dell’espansione della produzione del mercato di aiuto in Italia ed Europa. Una serie di rilevazioni statistiche, infatti, indicano difficoltà nelle compravendite e un rallentamento della produzione. Una situazione valutata con grande attenzione da parte degli addetti ai lavori.
Prima di tutto, a febbraio 2018 il fatturato dell’industria della fabbricazione di autoveicoli è diminuito dell’1,6% rispetto allo stesso mese del 2017 stando a quanto rilevato dall’Istat. Il risultato è negativo anche per gli ordinativi, con una flessione del 7,7%.
Mentre in Europa Acea (l’Associazione dei costruttori europei di auto), ha colto in marzo una frenata delle immatricolazioni con 1.836.960 veicoli: il 5,2% in meno dello stesso mese del 2017. In questo modo nel trimestre sono state vendute in tutto 4.282.134 auto, pari allo 0,6% in più dell’analogo periodo dell’anno scorso.
I commenti degli operatori sono quindi improntati alla grande prudenza. “A marzo 2018 il mercato auto europeo registra per la prima volta dall’inizio dell’anno una flessione; si tratta del primo marzo in calo dal 2014”, sottolinea Gianmarco Giorda, direttore di Anfia (l’Associazione dei fabbricanti italiani di autoveicoli), che aggiunge: “Il trend delle vendite è in rallentamento in alcuni mercati e in particolare nel Regno Unito, dove si registra nel mese un decremento del 15,7%.
La domanda di nuove auto è diminuita anche in Italia (-5,8%), complici gli effetti di calendario e il clima politico incerto, e in Germania (-3,4%), mentre riportano una crescita Francia (+2,2%) e Spagna (+2,1%). Nei primi tre mesi del 2018, il mercato è rimasto leggermente positivo (+0,6%) nonostante il calo di marzo.
Le immatricolazioni di autovetture sono cresciute in Spagna (+10,5%), Germania (+4%) e Francia (+2,9%), mentre la domanda di auto è diminuita in Italia (-1,5%) e nel Regno Unito (-12,4%). Il mercato dei cinque major market europei cala dello 0,9% nel trimestre, con un pesante ridimensionamento (-18%) del comparto diesel, che detiene, in quest’area, il 39% di quota contro il 47% di gennaio-marzo 2017. Si tratta di un fenomeno che impatta negativamente sul raggiungimento del target di 95 g/km di CO2 nel 2021”.
Perplessità anche circa il rinnovo del parco circolante. “In Italia circa il 48% delle vendite fa ruotare vetture con meno di tre anni di anzianità (canali società e noleggio); è come se vendessimo le auto sempre alle stesse persone.
Il restante 52% va in sostituzione di vetture più vecchie comunque con una velocità di smaltimento del parco ante Euro 3 (>17 anni) troppo lenta”. È stato invece il commento di Romano Valente, direttore generale dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere.