Il settore della mobilità in bicicletta – tra produzione di bici, accessori e ciclovacanze – vale in Italia la bella cifra di 6,2 miliardi all’anno. Senza contare il valore ambientale generato dal fatto che l’uso delle biciclette permette l’abbattimento dei costi ambientali e sociali delle emissioni di gas serra.
Economia e ambiente, quindi, pare vadano in quel caso a braccetto. Anche se in Italia si può fare molto di più.
E’ l’indicazione che arriva da L’A Bi Ci, il primo Rapporto sull’economia della bici in Italia e ciclabilità nelle città redatto da Legambiente in collaborazione con VeloLove e GRAB+, presentato a Roma durante Bike Summit 2017. Le cose da fare iniziano dal numero di città che possono essere coinvolte.
Le città cosiddette “bike friendly” sono infatti ancora troppo poche. Infatti, spiega il Rapporto, se “in 7 anni le ciclabili sono cresciute del 50%”, spesso sono costruite senza criterio e isolate e in modo tale da non favorirne l’utilizzo per cui, viene spiegato, oggi “serve una rivoluzione culturale e politica che inserisca la bici al centro dell’intermodalità dei trasporti cittadini”.
Sul fronte della produzione di biciclette, invece, le cose vanno decisamente meglio. Così l’Italia si conferma “il maggior produttore” di bici, con una quota di mercato del 18%; la vendita interna unita alle esportazioni nel 2015 ha generato affari per 488.000.000 euro.
Fiore all’occhiello con affari pari a 2 miliardi di euro l’anno è il cicloturismo. Numeri che hanno fatto dire al Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, intervenuto alla presentazione del Rapporto, che se “l’economia è ormai in cima al dibattito politico”, “lo deve essere anche la bici come sistema economico” così “pensare a infrastrutture ciclabili come grandi infrastrutture nazionali è stato un passo avanti enorme” per cui oggi “abbiamo a disposizione 370 milioni di euro con 10 progetti e solo due anni fa non c’era nulla”. Mentre sulla questione delle attrezzature ciclabili nelle città,
Delrio ha ribadito che “non basta disegnare due strisce per terra per costruire la ciclabilità”, e “se comandano le auto la rotta si cambia con intermodalità e accessibilità alla città”. Ora comunque le città concretamente bike friendly sono solo una dozzina: in testa troviamo Pesaro e Bolzano con il 28% della domanda della mobilità urbana soddisfatta dalla bici. Poi ci sono Ravenna, Reggio Emilia, Treviso e Ferrara (dal 22% al 27%), Cremona, Rimini, Pisa, Padova, Novara e Forlì (15%). Delle grandi città, si distingue Milano (6%); a Roma solo 5 su mille usano la bici.
Infine, se in Italia tra “il 2008 e il 2015 sono stati realizzati 1.346,1 chilometri di ciclabili” e la percentuale di chi usa la bici è ferma al 3,6%” Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente, ha spiegato che “più ciclabili non significa più ciclabilità” soprattutto se non si favorisce “l’intermodalità con i servizi di trasporto su ferro e altri mezzi del Trasporto pubblico locale”.