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Infrastrutture, contenzioso blocca 1,6 mld: guerra tra aziende

Infrastrutture per 1,6 mld, di cui 1,1 sulla rete ferroviaria italiana di Rfi e 500 ml di opere commissionate dall’Anas, bloccate dai ricorsi delle aziende di costruzione. Si assiste ad una ‘guerra’ tra aziende concorrenti come nell’emblematico caso della linea ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari dove chi ha vinto il primo lotto fa ricorso contro chi si è aggiudicato il secondo e viceversa.

Questo il quadro che emerge da un’inchiesta dell’Agi, all’indomani dell’allarme lanciato dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Quest’ultimo, in una nostra intervista, aveva evidenziato come “gran parte dei lavori pubblici, bandi di gara per miliardi, siano bloccati per i ricorsi e la litigiosità delle aziende. Il ministro mette queste problematiche al primo posto fra le cause di rallentamento o blocco dell’apertura dei cantieri ed è determinato a trovare soluzioni «dure» da mettere in legge di bilancio.

Noi – ha ricordato il ministro – facciamo tutto ciò che possiamo, abbiamo sbloccato la Val Trompia, la Roma-Latina ma i ricorsi delle ditte, le stesse aziende che quando vanno all’estero non creano alcun problema, finiscono per bloccare tutto”. Per dare un’idea delle dimensioni del problema, basti pensare che il contenzioso delle Ferrovie dello Stato è di circa 10 miliardi e quello dell’Anas di altri 8,6. La tendenza alla lite delle nostre aziende costruttrici, oltre a bloccare le opere, ha un costo rilevante per le aziende committenti, appesantisce il carico di lavoro della magistratura e, molto spesso, si risolve con accordi extra-giudiziali nell’ordine del 10% delle richieste avanzate. L’unica ricaduta positiva è nel fatturato degli studi legali.

LA NAPOLI-BARI BLOCCATA DA “GUERRA” TRA COSTRUTTORI

La linea ferroviaria ad alta velocità tra Napoli e Bari, è un’opera strategica inserita nel corridoio ferroviario europeo Ten-T Scandinavo-Mediterraneo che collega Helsinky a La Valletta e prevede un investimento da 6,2 miliardi di euro. A marzo sono stati aggiudicati i primi due lotti (397 e 312 milioni), ma le aziende vincitrici hanno presentato ricorso l’una contro l’altra impedendo che la gara venga definitivamente aggiudicata. Nel dettaglio, nel marzo 2017 il Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) Salini Impregilo – Astaldi ha vinto la gara per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori della tratta Napoli-Cancello, per un valore di 397 milioni di euro.

L’esito della gara è stato contestato dal gruppo Pizzarotti che ha presentato ricorso bloccando tutto. E prontamente è arrivata la risposta. Quando il Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) formato da Pizzarotti (capogruppo mandataria), Itinera e Ghella si è aggiudicato la gara per il secondo lotto da 312 milioni di euro, Cancello-Frasso Telesino, Salini si è subito preso la rivincita presentando ricorso. In questo modo sono state bloccate opere per quasi 710 milioni. Entrambi i ricorsi saranno discussi a fine settembre, con la speranza che le decisioni del Tribunale Amministrativo Regionale possano portare al completamento dell’aggiudicazione della gara. Sempre parlando di binari, per quanto riguarda il lotto Bari – Bari Torre a Mare della linea Bari – Lecce, un’opera da circa 400 milioni, l’azienda prima classificata è stata inizialmente esclusa dalla gara, ottenendo poi l’annullamento della sua esclusione. La decisione è stata confermata in appello. Le aziende classificate come seconde, terze e quarte hanno a loro volta presentato un nuovo ricorso per essere riammesse e per rivalutare la posizione della prima classificata.

RFI, CONTENZIOSO DI 10 MLD ANCHE PER LAVORI IN CORSO Rete Ferroviaria Italiana (gruppo FS) ha un contenzioso con i costruttori di 10 miliardi di euro che blocca opere per circa 1,1 miliardi. Il capitolo contenzioso Rfi non riguarda solo le gare per la fase iniziale: “liti” giudiziarie si registrano diffusamente anche nel corso dell’esecuzione dei lavori. Su 4,3 miliardi di euro di appalti di lavori conclusi negli ultimi anni sulla Rete Convenzionale, sono state iscritte riserve – cioè richieste formulate dalle imprese di ulteriori riconoscimenti economici – per complessivi 3,6 miliardi di euro, che hanno però visto consensualmente riconosciuto un ammontare complessivo di soli 400 milioni. “L’auspicio – commenta Maurizio Gentile, Amministratore delegato di RFI – è che, almeno per la fase di esecuzione, l’aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, come prescritto dal nuovo Codice degli appalti, possa ridurre il dannoso fenomeno della conflittualità, spesso purtroppo preventivamente pianificata”.

 

LITI GIUDIZIARIE BLOCCANO 1,6 MLD A FS E ANAS Il contenzioso dell’Anas è ben più ampio dei 500 milioni di lavori bloccati da ricorsi ed è valutato in circa 8,6 miliardi di euro. Un livello che si spera possa essere ridimensionato con le nuove leggi che lasciano all’azienda un più ampio margine per risolvere in via stragiudiziale le controversie. “Il contenzioso – osserva il Presidente, Gianni Vittorio Armani – è un problema serio per il Paese. Il documento inviato dall’Anas a Delrio valuta i ricorsi presentati nelle gare per nuove opere e in quelle per manutenzioni straordinarie. Per le manutenzioni il numero di ricorsi è molto basso, se considerato in termini di importi: 60 milioni su 718 milioni di euro di lavori in fase di commissione di aggiudicazione e 21 milioni su 548 per le gare aggiudicate. In tutto i ricorsi incidono sui lavori per 81 milioni rispetto a un totale 1.266 milioni che corrispondono al 6,4%.

Da molti anni la litigiosità degli operatori del settore blocca moltissime opere, causando ritardi gravissimi nei lavori a danno dei cittadini. L’incredibile numero di cause messe in piedi soprattutto dalle aziende appaltatrici e la mancanza di accordi volti a trovare soluzioni ai problemi si sono accumulate sempre più numerose negli ultimi anni, fino a portare il contenzioso a livelli inaccettabili”.

Il ministro Delrio sta lavorando a una ipotesi di norma che prevede una forte penalizzazione per imprese che promuovono ricorsi a raffica. Un’ipotesi è che un’impresa venga esclusa dalle gare di una stazione appaltante dopo un certo numero, due o tre, ricorsi presentati e bocciati.

E’, infine, da tener presente che è stata varata una nuova procedura che coinvolge l’Authority anti corruzione, Anac, che dovrà rendere preventivo parere positivo per le transazioni e gli accordi bonari per cui verranno utilizzati i 700 milioni.