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Francia: il governo prepara un “new deal” nel settore dei trasporti

Il governo di Édouard Philippe ne è convinto: la Francia prepara la sua terza rivoluzione delle mobilità, “quella delle mobilità pulite, condivise, autonome e connesse”, sottolinea con entusiasmo un collaboratore di Élisabeth Borne, la Ministra dei Trasporti francese. Nel frattempo, la Francia non ha ancora finito di risolvere i problemi  causati dalle due rivoluzioni precedenti: prima, quella dei trasporti pubblici e delle ferrovie, poi quella dell’automobile privata, negli anni simbolo di libertà e di successo sociale.

Martedì, il Primo Ministro e la Ministra dei Trasporti inaugurano le Assise nazionali della mobilità. L’obiettivo è il raggiungimento all’inizio del 2018 di una legge di orientamento delle mobilità che includa una legge di programmazione e di finanziamento delle infrastrutture per i prossimi cinque anni.

Per tre mesi, gruppi di lavoro tematici che riuniranno esperti, un sito Internet aperto al pubblico, gruppi di lavoro territoriali nei centri urbani e nelle campagne avranno il compito di far emergere una politica della mobilità per i prossimi dieci anni. Primo obiettivo di queste Assise: risolvere un’equazione impossibile. La Francia si è impegnata a pagare nei prossimi anni più di 3 miliardi di euro all’anno, dal 2018 al 2022, per  dei progetti di infrastrutture stradali, ferroviarie e fluviali.

Lo Stato ha fatto i suoi conti: mancano 10 miliardi di euro nelle sue casse per portare a termine questi progetti, di cui 7 miliardi destinati ai nuovi progetti. La Francia dovrà trovare nuove fonti di finanziamento oppure rivedere i suoi calcoli per i cantieri previsti per i prossimi anni. Allo stesso tempo, le necessità di finanziamento aumentano. Il debito della SNCF aumenta di 3 miliardi ogni anno (per un totale di 45 miliardi per la SNCF Réseau che gestisce le infrastrutture). Nel 2009, il Grenelle dell’ambiente aveva introdotto l’ecotassa destinata al finanziamento delle infrastrutture di trasporto. Questa nuova imposta è stata abbandonata nel 2014, all’indomani delle Assise della mobilità del trasporto ferroviario volte a preparare il settore pubblico all’apertura alla concorrenza.

Queste Assise della mobilità sapranno rispondere a questa sfida finanziaria? Forniranno una soluzione per i problemi irrisolti e lasciati in sospeso: debito della SNCF, declino del trasporto ferroviario di merci nel settore pubblico, condizioni dell’apertura alla concorrenza dei servizi di trasporto ferroviario di passeggeri?

Il Presidente della Repubblica francese e molti dei suoi ministri hanno espresso la loro volontà di rivedere da cima a fondo la politica dei trasporti. Emmanuel Macron ritiene che si tratti di “ripensare, di riarticolare le mobilità del XXI° secolo”.  Invece di progettare nuove infrastrutture, come nuove linee ad alta velocità che assorbono degli investimenti normalmente destinati alla manutenzione delle strutture esistenti, il governo conta di concentrare l’attenzione sulle esigenze e aspettative dei passeggeri.

Le Assise hanno quindi escluso numerose tematiche come il trasporto ferroviario, il trasporto di merci e la logistica (solamente la logistica urbana di prossimità è stata tenuta in considerazione), il trasporto marittimo, il trasporto aereo (che sarà oggetto di nuove assise nel corso del primo semestre del 2018). “Il tema della mobilità è tentacolare, ammette un collaboratore della Ministra dei Trasporti francese. Tutti questi temi saranno affrontati in autunno nell’ambito delle iniziative specifiche che vedranno coinvolti gli operatori di questo settore.”

Il menu ufficiale prevede: l’ambiente, il digitale, le fratture sociali e territoriali, l’intermodalità, sicurezza e governo e finanziamento. Alcuni vedranno nella scelta di questi temi un modo per eludere i dibattiti socialmente più spinosi come lo statuto dei ferrovieri. Le Assise danno quindi spazio all’innovazione e alle nuove mobilità – car sharing, noleggio tra privati, trasporto pubblico a chiamata… L’obiettivo è quello di aiutare gli operatori pubblici ad entrare nel circuito di iniziative intraprese dal settore privato e che converrebbe oramai associare ad un’offerta complessiva di trasporto.

“L’avvento del digitale et dell’economia collaborativa – come BlaBlaCar e Drivy per esempio – sta rivoluzionando il nostro mestiere, indica Thierry Mallet, Presidente dell’Unione dei Trasporti Pubblici e Presidente-Direttore Generale di Transdev, il gestore dei trasporti pubblici francese presente in numerosi paesi europei. Il confine tra settore pubblico e privato è diventato sottile.” La nuova legge potrebbe contribuire a “risolvere le problematiche urbane che hanno spinto gli abitanti fuori dalle città senza offrire loro a cambio soluzioni di trasporto pubblico”, afferma Thierry Mallet. È questo il caso del 40% dei francesi, secondo quanto stimato dal Ministero dei Trasporti francese.