Che la provincia di Cuneo sia terra di imprenditori e di aziende all’avanguardia è cosa nota. Non è un caso se la “Provincia Granda” sia l’unica, in Italia, a non aver risentito della fortissima crisi innescata nel 2008 dal crollo di Lehman Brothers con un continuo e costante aumento del reddito medio pro-capite, in piena controtendenza rispetto a tutto il resto del Paese. In questo territorio albergano diverse Aziende estremamente solide e con una forte vocazione al “saper fare”.
La famiglia Baudino è sicuramente fra queste con un Gruppo di Imprese, giunte oggi alla terza generazione, che copre la completa filiera nel settore delle costruzioni. Dal trasporto, all’esecuzione di opere impiantistiche specialistiche passando per le costruzioni generali, il movimento terra, le demolizioni, il riciclo dei materiali e le opere in calcestruzzo armato.
Dove queste ultime prevedono anche la lavorazione dei ferri di armatura con uno stabilimento espressamente dedicato. La vocazione per l’innovazione è profondamente radicata nel DNA aziendale con Gabriele Baudino, ultima generazione attiva in famiglia, che ha fortemente trainato la nascita di nuove attività negli ultimi anni.
Soprattutto nella filiera delle demolizioni e del riciclo grazie a forti e intelligenti investimenti in impianti di ultima generazione e nell’organizzazione di una filiera fortemente orientata alla qualità finale del materiale.
Una visione di lungo periodo
Le scelte operative di Baudino Group sono chiaramente orientate ad una visione di lungo periodo. L’arrivo dei due impianti Blend Plants Seventy (www.blendplants.com) nel parco aziendale è infatti frutto di un’attenta programmazione legata sia ai lavori aziendali, sia a importanti investimenti nel ciclo di recupero e selezione dei rifiuti da costruzione e demolizione, con la produzione di una materia prima seconda di altissima qualità prodotta nella piattaforma autorizzata di recupero di Cava Belvedere.
Di proprietà aziendale, è organizzata in modo da separare in maniera scrupolosa i diversi materiali in ingresso. La scelta di inviare al recupero differenziato i rifiuti provenienti dalla demolizione dei manufatti composti da solo calcestruzzo è il primo passo verso una filiera di qualità.
Gabriele Baudino, 25 anni e tanta voglia di mettersi in gioco e di strutturare l’Impresa verso il futuro, ci ha spiegato le specifiche scelte aziendali: “Ci stiamo indirizzando verso un percorso di alta qualità sia dei materiali derivanti dal riciclo, sia dei manufatti che possiamo produrre con questi materiali.
L’obiettivo è di posizionarci in modo competitivo nel mercato del riciclo effettuando una fortissima selezione in modo da controllare la filiera già nelle delicate fasi di ingresso”. E continua: “Crediamo fortemente nel potenziale della filiera del riciclo dei materiali.
Le difficoltà normative sono evidenti a tutti gli addetti ai lavori. La difficoltà di farsi riconoscere un valore di mercato che sia proporzionale ai costi che si sostengono nel corretto recupero dei materiali è altrettanto evidente.
Anche in questo caso, però, la gestione dell’intera filiera rappresenta la strada maestra. Richiede ovviamente un impegno aziendale importante, sia da un punto di vista degli investimenti, sia da un punto di vista organizzativo e gestionale. L’arrivo dei due impianti Blend Plants Seventy rientra in questa specifica scelta di sviluppo”.
Dalla demolizione al manufatto
L’impiego diretto della materia prima seconda rappresenta infatti un modo concreto per controllare la filiera di recupero. Da questo punto di vista le scelte aziendali di Baudino Group vanno in due direzioni specifiche ben definite. Gabriele Baudino ce le spiega in modo chiaro: “I due impianti Blend Plants Seventy hanno compiti differenti e fra loro complementari.
Uno è costantemente a bordo di un automezzo cava-cantiere a quattro assi ed opera nei diversi cantieri aziendali per la produzione in situ dei conglomerati cementizi. Li confezioniamo con la nostra materia prima seconda e li usiamo, ovviamente, per impieghi non strutturali. Anche se da questo punto di vista stiamo effettuando delle sperimentazioni grazie alla selezione accurata dei materiali in ingresso”.
Continua Gabriele: “L’altro impianto è invece collocato in sede in modo permanente. È però trasportabile altrove a seconda della necessità e può funzionare senza nessun veicolo grazie al motore di bordo. Il suo compito è di produrre i conglomerati per la costruzione di manufatti prefabbricati con le casseforme Betonblock.
Abbiamo, infatti, effettuato delle analisi di mercato che ci hanno condotti alla scelta di dotarci di casseforme con specifiche misure. Produciamo piccoli manufatti prefabbricati con finiture superficiali di vario tipo, dalla pietra faccia a vista fino a moduli con recinzioni incorporate che vendiamo o che utilizziamo direttamente per l’esecuzione di lavori di sistemazione di versanti, costruzioni edili, sistemazioni ambientali, lavori stradali e fluviali. In questo modo, come anticipato, gestiamo in modo completo il ciclo di recupero dei materiali”.
Il cantiere “snello” tra difficoltà e opportunità
La visione di Baudino Group è comune a quella di altre realtà, più o meno grandi, che operano nel settore e vogliono gestire le difficoltà insite nel recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione. Sottolinea infatti Gabriele Baudino: “La circolarità dei materiali è una strada virtuosa che andrebbe seguita sempre di più. È un cammino fra difficoltà e opportunità. Da un lato, i costi di lavorazione che non sempre sono capiti dal mercato.
Dall’altro, l’assoluta necessità di recuperare del materiale che diversamente andrebbe perso e non diventerebbe un serio problema. Da un lato, un quadro normativo complesso e spesso controverso. Dall’altro, un’opinione pubblica che capisce la necessità del recupero, anche se forse bisognerebbe agire proprio sulla sensibilizzazione relativa ai costi di lavorazione.
In molti persistono nel luogo comune che “recuperato” sia sinonimo di “povero” o “economico”, quando invece è spesso il contrario”. “Ciò non toglie però che vi siano delle opportunità” ribadisce Gabriele Baudino “operando all’interno della filiera dall’inizio alla fine. Esattamente come stiamo facendo noi per specifica scelta aziendale.
I diversi tipi di prodotti che produciamo nella piattaforma di recupero di Cava Belvedere hanno destinazioni differenti a seconda dei lavori. Dai classici rilevati fino, appunto, ai manufatti prefabbricati. Non dimentichiamo ovviamente i sottofondi ed i misti cementati. Questi ultimi sono sempre più importanti nell’uso della materia prima seconda.
Stiamo inoltre lavorando per l’uso degli aggregati riciclati nei conglomerati cementizi strutturali. Un percorso che, in prospettiva, ci interessa e che stiamo percorrendo, per ora curando in modo attento la selezione nella piattaforma di recupero, la produzione degli aggregati riciclati e il loro successivo impiego”.
La presenza a GIC 2024
Si tratta di un modo di pensare che distingue questa realtà piemontese e che con la terza generazione ha trovato un nuovo e ulteriore impulso positivo. Ci spiega infatti Gabriele Baudino: “Abbiamo deciso di essere presenti al GIC 2024 nel mese di Aprile con un nostro stand dove metteremo in evidenza la nostra filiera produttiva, i nostri manufatti ed il nostro modo di gestire la filiera nel mondo delle costruzioni.
I due impianti Blend Plants Seventy sono funzionali a questi obiettivi. Abbiamo anche investito in un silos orizzontale per il cemento. Ci siamo ovviamente rivolti sempre a Blend Plants e ci siamo orientati sul modello S032 individuandolo come quello maggiormente confacente alle nostre necessità logistiche. Saremo presenti al GIC proprio con una delle due Seventy e con i casseri Betonblock. Vogliamo, infatti, evidenziare la nostra capacità di fare “filiera corta” e al contempo proporre i nostri prodotti ad un mercato allargato.
La nostra esperienza nei trasporti con una delle società del Gruppo ci permette infatti di saper valutare in modo attento la logistica e la convenienza commerciale operando anche su lunghe distanze. Si tratta di un altro importante aspetto di controllo della filiera che implica circolarità produttiva e razionalizzazione delle risorse”.
Termina Gabriele Baudino: “La nostra Azienda è sempre stata fortemente orientata ad una gestione ottimizzata dei cantieri. L’attenzione verso l’economia circolare è un chiaro e concreto segno in questa fondamentale direzione.
I nostri investimenti più recenti sono tutti indirizzati in questa direzione. Non solo gli impianti della Blend Plants, a cui ci siamo avvicinati grazie alla SLIM, concessionario di zona, che si è dimostrata una struttura preparata e attenta alle nostre esigenze, ma abbiamo anche rinnovato tutti gli impianti mobili per la selezione e lavorazione dei rifiuti da costruzione e demolizione.
Si tratta di investimenti importanti che però ci permettono di entrare in un circuito operativo virtuoso che, nel Nord-Ovest, avrà un fortissimo impulso con i grandi lavori di riqualificazione dell’Autostrada A6 Torino-Savona. Alcuni lotti sono già in fase di esecuzione mentre altri sono in fase di partenza”.
Baudino Group. Tre aziende, stessa filosofia, tre generazioni al lavoro
Baudino Group è la somma di tre Aziende che sono arrivate alla terza generazione attiva. Baudino Trasporti, Baudino Emilio e Cava Belvedere. Tre missioni specifiche ma alla base sempre la stessa filosofia operativa. Una grande attenzione al cliente, alle sue esigenze e alla qualità del servizio. Si tratta di tre asset operativi che sono fra loro complementari e dove ogni realtà ha una forte specializzazione e può operare anche al servizio delle altre.
La Baudino Emilio si occupa di costruzioni generali con una forte vocazione anche verso lavori specializzati come le opere in calcestruzzo armato, l’impiantistica, le opere di urbanizzazione e le demolizioni di edifici e infrastrutture. L’operatività nel settore infrastrutturale prevede anche l’esecuzione di lavori stradali e autostradali.
La Baudino Trasporti ha allargato la propria attività dalla logistica degli inerti ai trasporti speciali su tratte internazionali. Non solo con rotte quotidiane verso la vicina Francia ma anche verso Belgio, Germania, Regno Unito e Paesi Bassi.
A completare il quadro vi è la Cava Belvedere Srl. Fondamentale nella gestione complessiva del Gruppo in quanto comprende l’attività di produzione degli aggregati riciclati che compongono la materia prima seconda. Si tratta infatti di un’attività estrattiva pluridecennale dove alla storica estrazione di argilla e materiali inerti si è affiancata quella del recupero di rifiuti grazie all’acquisizione di un centro esistente che è stato completamente rilanciato.
Blend Plants e l’economia circolare. Concretezza e visione futura in ottica di transizione 5.0
Gli impianti Blend Plants si sono distinti fin da subito per la loro flessibilità che ha consentito di essere operativi su più fronti. Non solo per la produzione di conglomerati cementizi ma anche per quelli bituminosi a freddo. O anche come macchina di servizio per la stesa in trincea di inerti o aggregati riciclati.
Una vocazione verso l’efficienza che gli impianti bresciani hanno sempre messo in evidenza in modo chiaro con soluzioni dove le diverse forme di alimentazione hanno sempre convissuto grazie ad una progettazione ad hoc.
A parità di produzione, le macchine della Blend Plants si distinguono per il basso assorbimento di potenza grazie ad una attenta gestione di ogni singolo elemento in azione, a partire dai nastri per arrivare ai mescolatori in continuo. Questo ha permesso di ridurre le potenze installate con diversi vantaggi sia da un punto di vista dei costi di gestione, sia della semplificazione complessiva di tutta la macchina.
Un percorso di continuo efficientamento energetico che vede oggi gli impianti dell’azienda italiana collocarsi in pole-position per quanto riguarda il passaggio ad un modello energetico efficiente. Stiamo parlando della Transizione 5.0 che vedrà il biennio 2024/2026 al centro di agevolazioni fiscali per le imprese che investiranno in attività digitali, autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e formazione del personale e che riusciranno a ridurre il consumo di energia finale di almeno il 3%.
Oppure nel risparmio energetico dei processi di almeno il 5%. La volontà è di promuovere la transizione dei processi produttivi verso un modello più efficiente per arrivare ad avere un risparmio significativo di 0,4 milioni di tep nel consumo di energia finale proprio nel periodo 2024/2026.
Si tratta di un processo appena avviato con l’approvazione, il 26 Febbraio 2024, da parte del Governo del Decreto che stabilisce tutti i parametri che le Aziende devono rispettare. Quindi i tempi stabiliti dal RePowerEU, che prevedono l’approvazione del testo entro Marzo 2024, sono stati rispettati. L’iter delle concessioni delle risorse avverrà entro Giugno 2026.
Il Piano prevede risorse pari a 6,3 miliardi di Euro, che si aggiungono ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio, per un totale di circa 13 miliardi nel biennio 2024-2025 a favore della transizione digitale e green delle imprese italiane. Gli investimenti saranno sia nei beni strumentali che in formazione dei lavoratori.
Nonostante il comunicato stampa del Ministero riporti che “Alle aziende verrà concesso un credito d’imposta automatico, senza alcuna valutazione preliminare, senza discriminazioni legate alle dimensioni dell’impresa, al settore di attività o alla sua localizzazione” in realtà rispetto alle agevolazioni 4.0 vi sono procedure differenti.
Infatti non si utilizza il credito d’imposta direttamente in dichiarazione ma bisogna presentare domanda al ministero delle Imprese e del Made in Italy il quale darà un via libera in base alla disponibilità di risorse. Si tratta comunque di un’ulteriore opportunità di svecchiamento per le aziende e di un altro importante tassello di ammodernamento del tessuto produttivo italiano.
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