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L’uomo che… ci rende orgogliosi di essere Italiani

Intervista al Dott. Giorgio Squinzi, Amministratore Unico di Mapei SpA

L’uomo che... ci rende orgogliosi di essere Italiani

Questa volta siamo a Milano. Si respira un’aria diversa: mentre scriviamo, siamo proprio alla vigilia dell’apertura dell’Expo. È difficile da spiegare visto che facciamo questo lavoro da tanti anni ma, avendo conosciuto il nostro ospite quando ci invitò a vedere il lavoro di Mapei all’interno dei saloni dei Musei Vaticani lasciandoci senza parole per lo spettacolo che aveva allestito davanti agli occhi, ci sentiamo altrettanto emozionati.

Immagini

  • Il Dott. Giorgio Squinzi, Amministratore Unico di Mapei  SpA
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    Il Dott. Giorgio Squinzi, Amministratore Unico di Mapei  SpA
  • Già nel primo trimestre di quest’anno si è iniziato a intravedere qualche primo segnale positivo e un cambio di tendenza
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    Già nel primo trimestre di quest’anno si è iniziato a intravedere qualche primo segnale positivo e un cambio di tendenza
  • L’Albero della Vita, il simbolo di Expo 2015
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    L’Albero della Vita, il simbolo di Expo 2015
  • Il Dott. Giorgio Squinzi, Amministratore Unico di Mapei  SpA
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    Il Dott. Giorgio Squinzi, Amministratore Unico di Mapei  SpA

Leggendo come abbiamo fatto noi il curriculum del Dott. Squinzi, vi renderete subito conto che andiamo ad incontrare un personaggio che il mondo ci invidia e che, nonostante le sue giornate siano più che piene, riesce a dedicarci qualche minuto.

Dopo avergli rinnovato i complimenti per i lavori fatti all’interno del Vaticano, cominciamo a proporgli le prime domande…

“Strade & Autostrade”: “Dopo anni difficili, nel 2015 secondo lei ci sarà l’agognato cambio di tendenza? Ci si chiede se sia possibile nella situazione attuale di difficoltà della domanda invertire il trend”.
“Giorgio Squinzi”: “Il 2014 è stato un altro anno difficile per l’economia italiana che non ha visto compiersi la vera inversione di rotta, quella auspicata per uscire dalla crisi. Tuttavia, dopo tre anni e 13 trimestri di PIL negativo, l’anno prossimo già dal primo trimestre potrebbe esserci una ripresa, anche se sarà molto debole, dello 0, 1%-0, 2%, nella migliore delle ipotesi si può prevedere lo 0,3%. Qualche primo segnale positivo e un cambio di tendenza si è iniziato a intravedere già nel primo trimestre di quest’anno; la spesa delle famiglie è aumentata per la prima volta da inizio 2011 e gli investimenti in macchinari e attrezzature, dopo tre anni di flessione, hanno registrato una variazione positiva. Il quarto trimestre del 2014, secondo le previsioni del Centro Studi di Confindustria, mostra un Pil invariato; si tratta, invero, di un dato positivo e di una migliore base per una ripartenza già dall’avvio dell’anno prossimo. Sempre secondo questi dati, in Italia l’export è tornato ad aumentare, l’occupazione mostra i primi segnali di recupero, si è arrestata l’emorragia di credito alle Imprese (anche se le condizioni di offerta rimangono molto contenute) e la riduzione dei tassi, di cui hanno beneficiato titoli pubblici e bancari, inizia a essere trasmessa finalmente anche alle piccole Aziende”.

“S&A”: “Un po’ tutti i settori tipici della manifattura italiana hanno perso terreno negli ultimi anni, siamo del tutto assenti nell’alta tecnologia e Mapei opera in un settore fortemente provato dalla crisi. Lei ritiene che si debba ripensare ad un nuovo modello di sviluppo in Italia?”.
“GS”: “Tra i settori economici, quello che sta soffrendo di più è sicuramente quello dell’edilizia. In questo comparto, nel quale opera Mapei, dal 2007 a oggi si è perso il 60% del volume di produzione (la produzione di materiali come il cemento e le piastrelle ceramiche è scesa, collocandosi al di sotto della metà del periodo pre-crisi) e si sono creati 600.000 disoccupati in più. Nonostante i deboli segnali di ripresa generale indicati, per il 2015 questo settore non vedrà una decisa inversione di tendenza in senso positivo. Ciononostante dobbiamo avere fiducia. Dobbiamo crederci e renderci conto che l’edilizia è fondamentale per la ripresa del Paese. Anche per Mapei sono anni difficili nel mercato italiano, ma fortunatamente il Gruppo mantiene una traiettoria di crescita nel mondo, con la realizzazione di nuovi impianti produttivi e la sempre migliore gestione di quelli esistenti. Globalmente il Gruppo Mapei chiude il 2014 con una crescita di fatturato consolidato del 4% e con un fatturato aggregato pari a 2,4 miliardi di Euro”.

“S&A”: “Quali sono, o sono stati, gli strumenti vincenti per contenere gli effetti di questo difficile momento congiunturale?”.
“GS”: “Il futuro del Gruppo è legato alla nostra volontà di investire in ricerca e innovazione per coprire sempre meglio i mercati dello scenario globale. In questi anni le Imprese che sono riuscite a contenere maggiormente l’urto della crisi sono soltanto quelle che hanno investito in innovazione e in capitale umano con competenze avanzate. Cresce e resiste chi sa competere, innovando nei processi e nei prodotti. Come molte Aziende virtuose che hanno saputo fare di necessità virtù, anche Mapei, in questi anni segnati dalla lunga crisi, ha saputo con spirito di squadra e sacrificio mantenere salda la propria rotta senza venir meno ai suoi obiettivi di crescita”.

“S&A”: “Cosa ci si aspetta dal Governo? Riforme per la riduzione del carico fiscale della burocrazia possono aiutare, ma la questione di fondo resta la debolezza della ripresa internazionale e interna”.
“GS”: “La competitività internazionale delle Aziende italiane come Mapei dipende anche dall’efficienza e dalla qualità dell’intero sistema Paese. In Italia, le basi per tornare a crescere sono legate a una serie di riforme strutturali che riguardano la politica nel suo insieme e le istituzioni, il fisco, la Pubblica Amministrazione e la Magistratura. Tutto questo senza trascurare un rinnovamento del mercato del lavoro che deve essere più flessibile, per adeguarsi ai tempi in cui viviamo. Se il nostro Paese realizza non tutte ma anche solo una parte delle riforme annunciate, sono ottimista su un percorso di crescita dell’industria manifatturiera. Solo da una sua ripresa è possibile creare più lavoro e quindi più occupati. La centralità del manifatturiero e delle Imprese che non “fanno finanza” per generare una crescita elevata e sostenibile fanno di questo settore il motore dello sviluppo, economico e tecnologico. Perché senza manifatturiero perdiamo la capacità di innovare e di diffondere l’innovazione, oltre che quella di esportare e quindi di fare fronte alla bolletta energetica, e a tutto ciò che viene dall’estero per implementare la nostra economia. Come Imprenditore sono ottimista per definizione – e per credo – e continuo a pensare che si possa invertire la tendenza che abbiamo subito in questi anni per dare più equilibrio al sistema politico”.

Tra i suoi hobby annovera, quando riesce, il piacere di andare in bicicletta. In ambito calcistico è, ovviamente, un sostenitore dei neroverdi del Sassuolo, squadra di cui è Presidente (anche se si narra che prima facesse il tifo per il Milan, peraltro la prima, tra le squadre blasonate, che il Team guidato in panchina da Di Francesco ha battuto all’esordio nella massima serie).