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Il Punto di Vista: “Con la transizione ecologica, anche le infrastrutture dovranno essere sostenibili”

Alessandro Marradi, Docente dei Corsi di “Costruzione e Manutenzione delle Infrastrutture Viarie” e di “Sostenibilità dei Processi costruttivi” presso l’Università di Pisa

Il Punto di Vista: “Con la transizione ecologica, anche le infrastrutture dovranno essere sostenibili"

La chiusura del presente numero della rivista coincide con l’emanazione del Decreto che sancisce l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione.

A sottolineare lo stretto legame che intercorre tra infrastrutture, trasporti e sostenibilità ambientale è la presenza – tra i Ministri che compongono il CITE – del nuovo Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS), Ministero che nella modifica del nome – con il plurale dell’aggettivo – aggiunge un ulteriore elemento chiave (non solo la mobilità dovrà essere sostenibile, ma dovranno esserlo anche le infrastrutture) che “corrisponde a una visione che allinea alle attuali politiche europee e ai principi del Next Generation EU”.

In questo quadro, il settore delle costruzioni stradali si deve trovare pronto, con tutte le sue componenti, a sfruttare le opportunità rese disponibili dalla ricerca e dalle esperienze che hanno trasformato pratiche sperimentali in procedure consolidate.

Il riferimento più immediato è quello al riciclaggio dei materiali che si generano dalle attività di manutenzione, troppo spesso utilizzati con immotivata titubanza, che ora si trovano di fronte alla necessità di impieghi sistematici e sempre maggiori.

Le innovazioni sul fronte delle tecnologie di produzione di miscele bituminose (a caldo, tiepide e a freddo), unite a quelle dei materiali leganti e degli additivi, consentono realizzazioni che per quantità, prestazioni e sostenibilità ambientale ed economica rappresentano una realtà concreta.

Il riciclaggio a freddo, direttamente in sito, avviene con sempre maggiore efficienza e accuratezza, con impianti mobili in grado di garantire produzioni notevoli e significative riduzioni dei tempi di costruzione.

La gamma di attrezzature disponibili consente ai Progettisti la massima versatilità nella progettazione di conglomerati riciclati a freddo, per i diversi ambiti di impiego e le diverse situazioni: dalle tradizionali riciclatrici/stabilizzatrici agli impianti mobili, passando dalla recente introduzione sul panorama europeo di riciclatrici in sito con fresatura down-cutting e stesa del riciclato con vibrofinitrice.

È probabile (e auspicabile) che uno dei primi segnali pratici di questo nuovo corso sia l’emanazione dei Criteri Ambientali Minimi per le Infrastrutture Stradali (i cosiddetti CAM strade), sviluppati dall’allora Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare (oggi MITE – Ministero della Transizione Ecologica) nell’ambito del Piano di Azione Nazionale sul Green Public Procurement, che porranno gli operatori di settore (Enti appaltanti, Progettisti, Tecnici, Imprese) di fronte a nuove sfide, per combinare prestazioni e uso sostenibile delle risorse.

La programmazione su scala pluriennale degli interventi manutentivi, il sempre maggiore ricorso a interventi preventivi, una accurata conoscenza dell’infrastruttura e delle sue condizioni d’uso, una progettazione razionale – che combini prestazioni, costi e impatti ambientali sull’intero ciclo di vita – e, infine, accurati controlli di qualità rimarranno sempre e comunque elementi fondamentali e inderogabili.

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