I rischi in autostrada sono spesso associati al comportamento dei conducenti, all’attenzione che essi rivolgono alla guida, nonché alla prontezza decisionale e di riflessi che riescono a manifestare in caso di emergenza.
È d’altra parte evidente che anche le caratteristiche oggettive e misurabili dei tracciati influenzano la sicurezza della circolazione e, insieme alle condizioni meteo, condizionano la velocità di percorrenza, la quale resta – in ogni caso – uno dei fattori che maggiormente contribuiscono all’occorrenza ed alla severità degli eventi accidentali.
I Gestori autostradali del Gruppo ASTM-SIAS sono da tempo orientati al continuo impegno di innalzare le condizioni di sicurezza e di comfort sui tracciati autostradali di propria competenza, esplicando una serie di azioni di natura preventiva e correttiva ed anche rinnovando periodicamente gli standard qualitativi.
Nel merito degli strumenti operativi ordinariamente attivati si segnala il contributo di Sineco, Società d’ingegneria del Gruppo che dispone delle tecnologie più avanzate per il controllo e il monitoraggio delle infrastrutture stradali e autostradali.
Essa, infatti, supporta trasversalmente i Gestori autostradali non solo nelle azioni di programmazione e gestione della sicurezza stradale, ma più in generale anche nell’applicazione dei contenuti che diversi impianti normativi propongono a vario titolo e con diversa temporalità per regolare la corretta gestione e l’esercizio in sicurezza del patrimonio autostradale.
Strumenti e tecnologie per certificare la sicurezza
Gli aspetti legati all’esercizio e quindi la gestione della sicurezza in autostrada richiedono una considerazione particolare laddove l’esposizione degli utenti al rischio di incidenti fosse maggiore.
In questo senso, il sistema galleria (inteso come insieme del cavo e delle aree di prossimità – imbocco e uscita) costituisce un punto singolare della rete per la configurazione del quale è opportuno adottare sin dalla fase progettuale specifici accorgimenti ed approntare dispositivi in grado di salvaguardarne la sicurezza di esercizio.
Il servizio che viene prestato per i Gestori autostradali include una vasta gamma di misure e riguarda oggettivamente, ai fini della sicurezza, i sistemi di protezione sia attiva che passiva in caso di evento accidentale nonché l’organizzazione geometrica e fisica della piattaforma stradale, sia in esterno che in galleria (gabarit, carreggiata, strisce segnaletiche, cartelli, dispositivi SOS e antincendio, vie di fuga, impianti di comunicazione e via dicendo). Una delle azioni più interessanti è la verifica delle proprietà di visibilità dei tracciati (leggibilità e illuminazione, unitamente alla geometria), fattori che assumono proprio in galleria una particolare rilevanza in considerazione del disagio visivo percepito dagli utenti nelle fasi di transizione da tratti a cielo aperto a tratti illuminati artificialmente e viceversa.
L’importanza degli apprestamenti segnaletici e di illuminazione in galleria
Nell’area di transizione all’imbocco di una galleria i conducenti passano, di giorno, da una condizione di elevata luminosità naturale ad una di bassa luminosità.
L’occhio umano, per adattarsi a variazioni del regime di illuminazione, impiega un tempo che, seppur nell’ordine di qualche secondo, alla velocità di progetto si traduce in metri percorsi in stato di parziale cecità. Per ovviare a questo inconveniente, già in fase progettuale è previsto un tratto detto di “rinforzo o di soglia” lungo il quale deve essere garantito un valore di luminanza tale da consentire ad un conducente di fermare il proprio veicolo alla distanza di arresto corrispondente alla sua velocità di avanzamento, evitando di incorrere in fenomeni di abbagliamento notturno o di buio.
La configurazione degli impianti nel tratto di rinforzo discende da determinate curve teoriche di adattamento che variano con la velocità di guida.
Dal punto di vista pratico, il tratto di rinforzo può essere realizzato installando dei dispositivi di illuminazione opportunamente distanziati fra loro che consentano di ridurre al minimo il divario tra l’intensità luminosa esterna e quella interna. È possibile inoltre attuare azioni complementari, quali per esempio la pitturazione con tonalità chiare dei paramenti e l’utilizzo di un manto stradale pigmentato, che permettono di mantenere un adeguato comfort visivo eventualmente riducendo il numero di corpi illuminanti del tratto di rinforzo.
L’illuminazione prodotta dalle lampade e, più in generale, l’effetto richiesto ai dispositivi segnaletici installati sulla carreggiata devono essere costantemente monitorati per assicurare il mantenimento dei livelli prestazionali stabiliti in fase di progetto, che hanno un declino fisiologico nel tempo. In questo processo, vengono realizzate misure che permettono di quantificare (non soltanto in galleria) il potere illuminante e riflettente dei corpi deputati a tale funzione, ovvero lampade, portali segnaletici, aree pitturate, segnali stradali verticali e strisce di demarcazione e di margine della superficie pavimentata. Le misure acquisite derivano, in particolare, da indagini illuminotecniche finalizzate alla progettazione ed alla verifica di efficienza degli impianti di illuminazione in fase di collaudo delle opere, da prove di retroriflettenza della segnaletica orizzontale delle pavimentazioni e dal catasto della segnaletica verticale delle reti autostradali.
Le misure illuminotecniche di illuminamento e di luminanza della pavimentazione stradale e dei paramenti delle gallerie vengono realizzate regolarmente in risposta alla necessità dei Gestori autostradali di mantenere in efficienza gli impianti di illuminazione installati sui tracciati di competenza, traguardando i punti delle aree di misura di volta in volta selezionate in stazioni posizionate in asse alla corsia di marcia e centrando i reticoli di misura di solito tra due distinti apparecchi di illuminazione.
Il rilievo della retroriflettenza della segnaletica orizzontale (Coefficiente di Luminanza Retroriflessa RL misurato in continuo sulla striscia di margine destra continua/discontinua e sulla striscia di margine sinistra discontinua) è realizzato per rispondere alla necessità di verificare lo stato di conservazione “visiva” delle pavimentazioni, le quali possono essere direttamente responsabili di errate manovre nel momento in cui non dovessero garantire standard minimi di aderenza e regolarità oltre che un corretto e sicuro drenaggio delle acque meteoriche, ma allo stesso modo possono suscitare insicurezza se sprovviste di tracce segnaletiche ben visibili e soprattutto coerenti con le caratteristiche del tracciato.
Il catasto della segnaletica verticale rientra invece in una più ampia attività nell’ambito della quale Sineco ad esempio ha rilevato negli anni più di 10.000 km di rete comprensiva di tratte statali ed autostradali, non limitandosi a registrare soltanto le informazioni richiamate espressamente dai riferimenti normativi ma anche dati ulteriori che potessero essere di supporto ai Gestori.
I segnali stradali verticali sono periodicamente classificati in base a quanto indicato nel Codice della Strada e nel relativo regolamento di applicazione non solo considerando la tipologia di segnale ma anche le caratteristiche oggettive di visibilità quali il valore della retroriflettenza delle pellicole di rivestimento, il posizionamento lungo lo sviluppo della carreggiata (stabilito con tecnologie laser che operano con una accuratezza di 5 cm ed assicurano una precisione dell’ordine di 7 mm) e la data prevista per la sostituzione in funzione del deterioramento atteso nel tempo.
Grazie a questa azione, sono stati conseguiti risultati talvolta sorprendenti.
Conclusioni
Il presente articolo focalizza l’attenzione in particolare sugli elementi di visibilità compresi nel complesso normativo che regola la sicurezza stradale, con specifico riferimento alle gallerie, evidenziando alcune possibili criticità della fase di esercizio e riportando a titolo informativo le azioni già attivate dai Gestori autostradali del Gruppo ASTM-SIAS per rispondere positivamente a quanto richiesto dai decreti di riferimento.
È opportuno segnalare che le operazioni di controllo, piuttosto articolate e diversificate a seconda del contesto interessato, hanno spesso portato alla determinazione di standard qualitativi anche superiori rispetto ai requisiti minimi delle Norme correnti.