In particolare, la gestione del fresato deve prevedere almeno le seguenti fasi:
- demolizione della pavimentazione;
- controllo iniziale;
- trattamento di frantumazione e/o vagliatura;
- stoccaggio e gestione dei cumuli;
- utilizzo.
Teoricamente e pragmaticamente le possibili problematiche d’affrontare per la corretta gestione sono:
- variabilità del bitume = risolto con l’omogeneizzazione del cumulo;
- contenuto di bitume inertizzato (fillerizzato) che ha perso la funzione di legante e che difficilmente sarà riattivato = identificazione tramite prove di laboratorio;
- presenza di polimeri come SBS, EVA o Compound Termoplastici = non inficiano il riutilizzo ma, anzi, conferiscono maggiori prestazioni rispetto ad un fresato equivalente con bitume normale.
La compatibilità ambientale del fresato
La messa in riserva di materiali da riutilizzare/riciclare è possibile previa esecuzione di preliminari controlli per la determinazione della presenza di elementi o sostanze non consentite. A livello Internazionale, i materiali identificati come elementi che non consentono l’utilizzo del fresato sono:
- asbesto (amianto);
- catrame.
I due prodotti sono profondamente diversi tra loro. Infatti, il primo è un rifiuto pericoloso, mentre il secondo, che corrisponde al comune fresato, non è un rifiuto pericoloso. La presenza di catrame può essere determinata direttamente in situ o dopo demolizione. La Normativa italiana è in realtà ancora in fase evolutiva, ma è ormai chiaro che i fresati possono essere utilizzati:
- direttamente in situ come “aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici o bitume”;
- in impianto come “aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici”;
- in impianto come “aggregati più bitume” per la produzione di sottobasi, ecobasi e CB con controllo secondo Norma UNI EN 13108 – 8, per la Marcatura CE dei CB.
La Norma UNI EN 13108 – 8 specifica i requisiti per la classificazione e la descrizione del conglomerato bituminoso di recupero come materiale costituente delle miscele di conglomerato bituminosi, indicando anche le prove di laboratorio da eseguire e relativa frequenza, in funzione dei quantitativi stoccati e utilizzati.