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Il traffico farà crescere il Pil anche nel secondo trimestre 2023

Gli spostamenti sulle strade Anas per vacanza o lavoro rappresentano sempre più lo specchio della curva economica nel nostro paese. I sensori del sistema Panama raccolgono dati che consegnano un quadro generale sull’Italia produttiva e in movimento

Dopo le prime prove di esodo durante i ponti di primavera, ci si avvia verso la stagione estiva e in particolare, nel periodo degli spostamenti rapidi dei fine settimana e delle grandi partenze da fine luglio per il consueto esodo da nord a sud. I volumi di traffico cresceranno su tutte le strade e autostrade, in direzione delle principali località turistiche di mare o montagna e saranno, come già fatto da alcuni mesi, il metro di misura per analizzare sotto altri aspetti la crescita economica nel nostro Paese.

Proprio questa analisi del traffico veicolare ci ha portato ad inizi marzo a una previsione per il primo trimestre 2023 in cui parlavamo di una crescita del Prodotto interno lordo pari a 0,30 % rispetto al trimestre precedente e del 1,80 % in termini tendenziali. Un dato che si è avvicinato molto, nelle settimane successive, a quello ufficiale nelle comunicazioni dell’Istat, con il Pil che ha registrato un aumento dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e una crescita dell’1,9% nei confronti del primo trimestre del 2022.

La previsione conferma che le nostre strade rappresentano innanzitutto collegamenti strategici e gli spostamenti di veicoli leggeri e pesanti, per vacanza, lavoro e trasporto di ogni genere di materiale, non sono da sottovalutare, ma rappresentano sempre più lo specchio della curva economica nel nostro paese.

Si tratta di dati accertati grazie al Sistema Automatico di Rilevamento Statistico del Traffico, costituito da oltre 1.400 sezioni di conteggio, e distribuito sull’intera rete di competenza di Anas.

In passato e sino al 2010 il conteggio dei veicoli veniva effettuato “a vista” dal personale Anas utilizzando batti colpi meccanici predisposti per poter differenziare i veicoli in classi di appartenenza.

A partire dall’anno 2012 la raccolta dei dati sulla rete Anas, oggi costituita da oltre 32mila km di statali, autostrade e raccordi autostradali, viene garantita attraverso una rete di sensori in grado di registrare i volumi di traffico e le condizioni di circolazione. Collegato a tale rete è il sistema di monitoraggio denominato PANAMA (Piattaforma Anas per il Monitoraggio e l’Analisi) che consegna in tempo reale un quadro generale sull’Italia produttiva e in movimento sull’intera rete stradale

Le tecnologie utilizzate sono sostanzialmente due: spire induttive e sensori a microonde, per quanto il sistema riceva attualmente anche i dati di traffico rilevati attraverso il sistema Vergilius per il controllo elettronico della velocità media. Sono state inoltre implementate ulteriori tecnologie quali pese dinamiche, telecamere per il rilevamento delle merci pericolose e tracciatori bluetooth per il rilevamento dei tempi di percorrenza.

Per poter stimare i valori del PIL anche per il secondo trimestre 2023, si è partiti dal modello di regressione lineare tra PIL e IMR (indice di mobilità rilevata) che misura il transito medio giornaliero.

Rispetto al mese precedente è aumentato il transito dei mezzi pesanti rispetto ai veicoli leggeri, ma questi ultimi aumenteranno proprio in vista delle grandi partenze per l’esodo estivo come si diceva all’inizio. Alla luce degli ultimi dati analizzati si prevede un incremento del PIL dello 0,90% in termini congiunturali e quasi il 2% tendenziali.

Segnali positivi che ormai ci fanno dimenticare la crisi e l’immobilismo causato dalla pandemia. E se i dati sul traffico ci fanno ben sperare, qualche preoccupazione non manca.

E’ di qualche giorno fa il report dell’Istat sulle prospettive economiche future in cui si legge che i segnali per i prossimi mesi suggeriscono, nonostante l’avvio particolarmente positivo, un rallentamento dell’attività economica nel prosieguo dell’anno. A pesare sarebbe la decelerazione degli scambi con l’estero, l’incertezza sulla guerra in Ucraina ma anche “l’ulteriore fattore di rischio” che potrebbe venire dalle conseguenze economiche, soprattutto sul settore agricolo, dell’alluvione in Emilia-Romagna.

Anche l’Ocse avverte nell’Economic Outlook che l’’Italia dovrebbe registrare una “crescita modesta” nel 2023 e 2024, con il Pil che rallenterà dal 3,8% del 2022 all’1,2% quest’anno e all’1% il prossimo, un andamento economico caratterizzato in particolare dai ritardi nell’attuazione del Piano di ripresa e resilienza.

Inoltre come riporta un articolo su Huffington Post di Fabrizio Pagani, esperto economista e  fondatore e presidente della Fondazione M&M – Idee per un paese migliore, il positivo quadro macroeconomico degli ultimi mesi contrasta con le sensazioni negli ambienti imprenditoriali e si registra una certa apprensione degli operatori economici per il terzo e quarto trimestre: lamentano in particolare scarsi ordini, una forte frenata della domanda concentrata in particolare in alcuni settori industriali.