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Ulteriori fondi dalla UE sul Pnrr, per il Mims sono risorse aggiuntive alla riconversione industriale green

Il ministro del Mims, Enrico Giovannini, nel corso del dibattito a Maratea sul Mezzogiorno organizzato dalle Fondazioni Nitti e Merita, ha commentato la notizia che la Ue ha aumentato di 283 milioni i fondi per il Pnrr italiano portandoli quasi a 197 miliardi.

«Il Pnrr ha un altissimo contenuto strategico e realizza le infrastrutture necessarie per connettere al meglio il Mezzogiorno e farne un hub logistico-marittimo e un hub energetico. Ma quella della sostenibilità ambientale è una sfida decisiva anche per il sistema produttivo e penso che tutte le risorse aggiuntive che arriveranno per il Pnrr vadano destinate prioritariamente alla riconversione industriale ed energetica».

Il Repower Eu e gli altri fondi europei e nazionali da programmare, sono soprattutto la necessità di uno strumento di sostegno pubblico per chi ha sottolineato il serio rischio di deindustrializzazione collegato alle politiche di Green Deal.

Antonio D’Amato, ex presidente di Confindustria al dibattito di Maratea, ha parlato di «progetto deindustrializzazione» dell’Unione europea dietro l’accelerazione delle norme sul Fit-to-55 che Bruxelles ha intenzione di trasformare da direttiva a regolamento, rendendo le nuove norme subito vigenti e saltando l’interlocuzione con gli Stati.

Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria, ha ricordato che «il Green deal significa soprattutto investimenti delle imprese, perché di 3.500 miliardi stimati come necessari 1.000 arrivano dalla Ue e gli altri dovranno metterli le imprese».

Anche Emilio Miceli, segretario confederale della Cgil, si è detto preoccupato perché «il rischio deindustrializzazione è molto alto, se non avviamo politiche di accompagnamento che favoriscano la riconversione e non spingiamo i grandi player energetici nazionali, Eni ed Enel in testa, a fare al Sud tutti gli investimenti necessari per la trasformazione dell’economia di questi territori».

L’amministratore delegato di Trenitalia (Fs), Luigi Corradi, amministratore delegato di Trenitalia, ha fatto riferimento al progetto idrogeno, affermando che «l’idrogeno sarà la vera risposta sostenibile» nelle ferrovie e spiegando che «il treno a idrogeno c’è già, ci stiamo lavorando e sosteniamo tutta la filiera dalla produzione in avanti». «Noi dobbiamo andare con la gomma, con meno emissioni possibili, dove la ferrovia non può arrivare: da qui passa il vero shift intermodale, con l’integrazione alla ferrovia di servizi e modalità diverse».

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