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Milano, tangenziali svuotate: la ripresa (lenta) del traffico milanese

Photo credit: Corriere Web

(come riportato da Stefania Chiale sul Corriere della Sera)

A giugno ancora il 60% di auto in meno rispetto al 2019. Risale il trasporto merci. «Ad aprile il picco negativo»

A guardarla oggi, quella curva vertiginosa sembra appartenere a un’era fa. A 42 giorni dalla prima timida fine del lockdown del 4 maggio e dopo step consecutivi di riaperture fino a quello con cui oggi si entra ufficialmente nella Fase 3 del ritorno alla normalità, sembrano lontani i tempi del letargo generalizzato della città.

Quando il traffico sulle strade che abbracciano Milano — le sue tangenziali — si era pressoché azzerato: in particolare nei fine settimana di marzo e aprile, con picchi negativi che hanno superato il 90 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Lo scrittore Ennio Flaiano scriveva che «il traffico ha reso impossibile l’adulterio nelle ore di punta»: il lockdown ha annullato il primo, il confinamento tra le mura domestiche il secondo, lo stop delle attività lavorative e lo smart working le terze. Tra questi, solo il lavoro agile resiste, ed è il motivo principale, assieme alla cassa integrazione in cui si trovano ancora molti lavoratori, per cui la ripresa della mobilità c’è, ma è ancora lontana dai livelli di un anno fa.

Sulle tangenziali milanesi, la A50 Ovest, la A51 Est e A52 Nord, il distanziamento sociale imposto da fine febbraio e lo stop delle attività decretato l’11 marzo hanno portato a una graduale riduzione del traffico che a marzo segnava il 64 per cento e ad aprile arrivava a toccare l’82 per cento (con una differenza notevole tra mezzi pesanti, meno 53 per cento, e mezzi leggeri, meno 88 per cento).

Se si considerano anche i transiti lungo l’autostrada A7 nella tratta di competenza della società (Milano-Serravalle Scrivia), i dati sono sostanzialmente sovrapponibili. Con l’allentamento delle misure di restrizione e l’inizio della Fase 2, dal 4 maggio, il traffico è ripreso gradualmente, ma a maggio è rimasto comunque inferiore di oltre il 50 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019 (la media del mese è un meno 55 per cento).

Guardando il dettaglio settimanale dopo la ripresa, si arriva a una riduzione del 39 per cento nell’ultima settimana di maggio e del 38 per cento nella prima di giugno. «Con l’allentamento del lockdown — spiega Andrea Mentasti, amministratore delegato di Milano Serravalle-Milano Tangenziali spa — si assiste a un progressivo recupero dei volumi di traffico, che a partire da un meno 80 per cento oggi restano comunque inferiori di circa il 30 per cento rispetto a quanto registrato nel periodo corrispondente del 2019».

La contrazione che permane oggi è dovuta a tre fattori da tenere in considerazione, che potrebbero allontanare di molto il ritorno a una normalità in termini di flussi di traffico. La prima, spiega Mentasti, è «l’incidenza sugli spostamenti dello smart working (e se e quanto diventerà strutturale questa soluzione lavorativa)».

La seconda ha anche vedere con «gli effetti derivanti dal massiccio utilizzo da parte delle aziende della cassa integrazione». La terza risiede nell’«impatto di breve/medio termine degli effetti permanenti della crisi economica conseguente alla pandemia, che potrebbe anche portare gli utenti a scegliere i mezzi pubblici, meno onerosi rispetto all’auto privata».

La società immagina che a settembre — cinque mesi dopo l’allentamento delle misure restrittive anti-Covid — lo scenario continuerà ad essere quello di una riduzione del traffico, che «si stabilizzerà su valori inferiori del 15-20 per cento rispetto al periodo pre-coronavirus», prevede Mentasti. Il motivo? La crisi economica provocata dalla pandemia: è questa la vera sfida per il futuro dell’Italia e per il ritorno di Milano agli standard cui era abituata.