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OICE, split payment: la proroga sarebbe un atto mortale per chi opera con la P.A.

Per l’OICE, se venisse confermata la notizia della richiesta di proroga per un altro triennio verrebbe meno la logica di quanto il Governo ha fatto per immettere liquidità e sostenere le imprese durante il Covid-19

E’ questa la dura presa di posizione dell’OICE, l’Associazione aderente a Confindustria che rappresenta le società di ingegneria e architettura italiane, sulla notizia circolata oggi dell’avvenuta richiesta da parte del Governo italiano di una proroga del meccanismo dello split payment: “Non possiamo credere – afferma il presidente OICE Gabriele Scicolone – che un Governo, ben consapevole delle conseguenze disastrose derivanti dalla pandemia, possa sconfessare una linea di azione tesa ad immettere liquidità nel settore imprenditoriale con una richiesta inviata alla Commissione europea che va nel senso diametralmente opposto.

 Siamo d’accordissimo con l’ANCE nel stigmatizzare con forza questo atteggiamento che per il nostro settore ha anche un ulteriore effetto distorsivo visto che invece i singoli professionisti sono invece esentati dal 2018 e quindi operano, con lo stesso committente pubblico, in una situazione diversa da quella delle nostre imprese. Non comprendiamo quale possa essere oggi – con la fatturazione elettronica – la ragione di prorogare una misura di per sé temporanea, derogatoria e in scadenza fra 15 giorni, in un periodo drammatico come quello che stiamo vivendo.”

Forte è quindi la richiesta di una attenta riconsiderazione della scelta fatta dal Governo, laddove confermata: “Alla vigilia degli stati generali dell’economia – conclude il presidente Scicolone – sede nella quale si faranno discorsi strategici per il rilancio anche delle attività produttive di beni e servizi, sembra paradossale apprendere questa notizia; viceversa in un ambito come quello pubblico dove la certezza dei pagamenti è ormai una chimera ed è triste realtà il primato dei massimi ritardi, bisognerebbe fare di tutto per sostenere il nostro settore con un quadro di regole di semplificazione del codice appalti, di snellimento degli iter procedurali e approvativi, con norme che superino il famoso “blocco della firma” e immettano efficienza nella Pubblica Amministrazione.

 Invece si pensa a dare l’ennesimo colpo, forse quello finale, alle società che operano nel settore.