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Coronavirus, Confindustria: atteso nel 2020 calo del Pil tra -10% e -11%

Photo credit: Confindustria Verona

(come riportato dalla Redazione di Rai News)

Intervento ad ampio spettro della Dg di Confindustria, Francesca Mariotti, in audizione in Commissione Bilancio del Senato sul Dl Agosto

“In Italia, come negli altri Paesi colpiti dalla pandemia, il minimo della recessione è stato toccato nel secondo trimestre del 2020 (-12,8% il Pil, dopo il -5,5% nel primo, con una flessione tendenziale, rispetto al secondo trimestre 2019, del 17,7%)”.

Lo sottolinea Francesca Mariotti, Dg di Confindustria, in audizione in Commissione Bilancio del Senato sul Dl Agosto spiegando che “poiché la variazione acquisita del Pil è di -14,7% al secondo trimestre, con un rimbalzo nei mesi estivi tra l’8 e il 9% avremo, alla fine dell’anno, un calo compreso tra -10% e -11% (tenendo conto di un quarto trimestre debole, intorno allo zero) in linea con le stime del nostro Centro Studi”.

Su automotive intervento importante. Nel Dl Agosto “un intervento importante riguarda il settore automotive” continua Francesca Mariotti, spiegando che “il giudizio è positivo, in quanto il potenziamento e l’affinamento degli incentivi auto rappresenta un passo importante verso la definizione di una strategia complessiva di sostegno al settore, con l’obiettivo di accelerare il rinnovo del parco auto, sostenere la domanda in una fase di particolare criticità e agevolare la ripresa degli investimenti in Italia”.

Valutare efficacia decontribuzione al Sud. L’agevolazione pari al 30% dei complessivi contributi previdenziali dovuti a favore delle imprese operanti nelle regioni del Mezzogiorno nel periodo 1° ottobre-31 dicembre 2020 è “un intervento che può avere una sua fondata motivazione per assistere in via straordinaria e limitata le imprese operanti nelle regioni svantaggiate a uscire dalla crisi economica prodotta dall’emergenza sanitaria, ma che di certo in una prospettiva strutturale dovrebbe essere più attentamente valutato, specie riguardo l’efficacia nell’attrazione di investimenti e nel sostegno all’occupazione”.

Dubbia utilità blocco licenziamenti. Sulla proroga del blocco dei licenziamenti emerge “un quadro normativo non del tutto chiaro, rispetto al quale Confindustria evidenzia nuovamente – come è stato osservato dall’Ocse e da numerosi commentatori – che la proroga del divieto di licenziamento ex lege rappresenta un rimedio di dubbia utilità, soprattutto se finisse per ritardare o, addirittura, scoraggiare quegli interventi di riorganizzazione o di ristrutturazione d’impresa e quegli investimenti che potrebbero più rapidamente assicurare competitività e occupazione”, sottolinea Mariotti.

“Il divieto – che non ha eguali in nessun altro Paese del mondo – non ha più ragione d’essere in questa fase, che dovrebbe, invece, essere dedicata a favorire la ripresa delle attività”.

Rischio affievolimento. “Il terzo trimestre dovrebbe far registrare una variazione positiva del Pil, grazie alla risalita dell’attività che è stata a fatica avviata a maggio-giugno.

Tuttavia, il recupero è finora parziale e i rischi che si affievolisca sono alti, lasciando l’attività su livelli troppo compressi”. Contributo Cig non positivo “Il riconoscimento di un ulteriore periodo di complessive 18 settimane di integrazione salariale può essere considerato come la logica e necessaria conseguenza della proroga del blocco dei licenziamenti contenuta nel decreto-legge.

In questo senso, non può essere valutata positivamente l’introduzione di un contributo addizionale per le ulteriori 9 settimane, anzitutto perché fa venir meno la simmetria fra divieto di licenziamento e concessione dell’ammortizzatore che aveva caratterizzato tutti i provvedimenti adottati nell’emergenza”.

Lo sottolinea ancora Francesca Mariotti. “Pur comprendendo la necessità di contemperare la concessione generalizzata dello strumento con le risorse disponibili, si evidenzia la criticità della soluzione adottata anche in ragione della confusione che essa genera sui principi fondamentali che devono reggere il corretto e rigoroso utilizzo delle integrazioni al reddito”.

Mancano interventi ampia portata. Nonostante il Dl Agosto, “al pari dei precedenti, si caratterizzi ancora per la prevalenza delle misure assistenziali su quelle strutturali, emergono alcuni segnali di maggiore attenzione verso le esigenze delle imprese, sebbene parziali e non del tutto coerenti con le proposte formulate da Confindustria”.

Mariotti sottolinea come manchino tuttavia “diversi interventi prioritari e di più ampia portata, funzionali soprattutto a sostenere gli investimenti e a garantire, in via strutturale, la liquidità delle imprese”.

Tra questi, evidenzia Confindustria, “il riconoscimento della cedibilità del Credito d’imposta 4.0 al sistema bancario sul modello dell’eco-bonus al 110%; la possibilità di modifica dei piani di ammortamento adottati dalle imprese, fino a sospendere l’imputazione in bilancio delle relative quote; le misure necessarie a garantire un più agevole recupero dell’Iva sui crediti non riscossi. Si tratta di temi che ci auguriamo possano trovare spazio nell’iter di conversione del provvedimento”.

Interventi frammentati. “Gli interventi d’urgenza adottati dal Governo, pur cercando di rispondere a pressanti istanze di ordine economico-sociale e nonostante le ingenti risorse complessivamente stanziate (circa 100 miliardi), non delineano ancora una risposta adeguata alle esigenze congiunturali e a quelle di ripresa e di crescita”.

“La frammentazione degli interventi, i numerosi provvedimenti attuativi non ancora adottati e l’assenza di una chiara visione di fondo, minano l’efficacia delle misure introdotte rispetto a un sistema economico la cui tenuta complessiva è messa a dura prova dalla crisi. Queste carenze rischiano di avere pesanti ripercussioni su cittadini e imprese, se non si modifica da subito la rotta”.

Riforma ammortizzatori. “Una delle priorità è senz’altro l’avvio di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, che abbiamo sollecitato già da metà luglio con un documento di proposte concrete”. “Serve un sistema che punti sulle politiche attive, per consentire di ricollocare le persone disoccupate e rendere più fluido e meno rigido il mercato del lavoro, con carattere di universalità”.