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La correlazione tra Covid-19 e inquinamento

Molti si sono immediatamente precipitati a divulgare notizie circa la sicura correlazione tra inquinamento da emissioni veicolari e Coronavirus: un’analisi dettagliata su scala mondiale mostra una realtà differente

Correlation between Covid-19 and traffic vehicle pollution

La correlazione tra Covid-19 e inquinamento   For English version: https://www.stradeeautostrade.it/en/environment-prevention-conservation/correlation-between-covid-19-and-traffic-vehicle-pollution/

Dall’inizio di quella che è stata definita una pandemia, i dati puntuali sulla pericolosità del Coronavirus hanno spinto i Governi a imporre limiti alle normali attività.

L’analisi che si presenta è iniziata ai primi di Gennaio osservando i dati cinesi: non vi era una correlazione tra popolazione insediata e affezione da Coronavirus ma i numeri, a Gennaio 2020, erano riferiti alla sola Cina.

E se alcuni dubitavano della veridicità degli stessi, come prassi in ogni ricerca era opportuno cartografarli soppesando tutte le informazioni.

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1. Il grafico delle classi di età e decessi per Covid-19

Da subito è stato piuttosto evidente che a fronte di un contagio elevatissimo la mortalità era riferibile soltanto alla popolazione anziana e presentava un singolare sbilanciamento sul genere maschile (Figura 1).

Singolare specie sapendo che in tutti i grafici sulle classi di età (Figura 2) le donne sono (qui in Italia) più dei maschi: i medici si sono interrogati sul perché il gentil sesso rispondesse meglio al Coronavirus e noi tutti ci siamo interrogati sul cursus studiorum che gli addetti alla Protezione Civile hanno.

Se una malattia non di genere colpisce una parte della popolazione, il genere più rappresentato dovrebbe necessariamente essere il più colpito. Per il Coronavirus non è così. Ma già questo è un indizio.

I medici si preoccupano dei contagi, dei posti letto per le terapie intensive mentre chi si occupa da sempre di decessi indaga immediatamente sulle cause e i luoghi.

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2. Il grafico della popolazione italiana ripartita per classi di età a Gennaio 2019: in blu i maschi, in colore verde le femmine

Deformazione professionale tipica di chi analizza da decenni gli incidenti stradali… ed è iniziata così la ricerca sui punti neri dell’infezione da Coronavirus. Wuhan.

Esiste una nota immagine della città cinese epicentro della pandemia, un’immagine che risale al 1930 (Figura 3 sotto).

Chi ricerca la mappa dei punti neri sul tema Covid-19 considera l’elevata industrializzazione mentre legge di fantomatici contagi da pipistrelli. Se una malattia così contagiosa determina morti in una città delle dimensioni di Wuhan (11 milioni di abitanti) però i decessi sono soltanto lo 0,04% della popolazione il virus è contagioso sì, ma a tutta evidenza risulta mortale soltanto per alcune categorie di persone.

L’altro focolaio cinese di Coronavirus viene dichiarato essere ad Harbin. Harbin è tristemente nota per essere stata sede del complesso denominato 731 Unit ove per molto tempo i Giapponesi hanno condotto efferati esperimenti batteriologici sulla popolazione cinese.

Wuhan
3. Wuhan nell’anno 1930: Hankou era l’area più popolosa delle tre città che oggi – unitesi – sono denominate Wuhan, città industriale già 90 anni fa

Qui, al di là dei dati di contagio e mortalità, si divulgano precisamente i dati relativi alle scorte alimentari. Le statistiche ufficiali comunque indicheranno casi sempre inferiori a quelli registrati nella provincia di Hubei (Wuhan).

L’epidemia arriva in Italia e cartografando i dati emergono le prime corrispondenze. Mentre tutti si affannano a trovare una relazione precisa tra inquinamento veicolare e Covid-19, chi analizza i dati puntualmente considera che non è possibile una corrispondenza tra questi due fattori sapendo che i decessi si verificano quasi esclusivamente tra la popolazione anziana (Figura 4 sotto).

Se si trattasse di correlazione Coronavirus ed emissioni da traffico la popolazione residente in città (sia maschile che femminile) sarebbe stata sterminata.

I Milanesi già apprezzano quando possono respirare nei giardini pubblici… e il gentil sesso si sposta spesso a piedi inalando giocoforza assai più inquinanti. No, la correlazione Coronavirus e decessi è altrove. Nell’aria (forse).

Se fossero state le emissioni dei veicoli a motore, i ciclisti urbani sarebbero morti già a Gennaio o Febbraio 2020, insieme a tassisti e Vigili Urbani.

Decessi
4. I decessi per Covid-19 in Italia per classi d’età e genere (dati al 24 Aprile 2020)

Gli studi sottolineano alcuni aspetti specifici e l’indagine prende avvio. Tutti si interrogano su fattori di densità, presenza di traffico ma nessuno che scenda nei dettagli.

Occorre cartografare ogni singolo dato per venire a capo di quello che determina scelte opinabili da parte delle Istituzioni: sono state bloccate tutte le attività per un’epidemia che è sì contagiosa ma determina decessi nella sola popolazione anziana, scelta che ha portato al tracollo dell’economia. L’analisi evidenzia anomalie statistiche in determinati punti del territorio.

Giustamente a Bergamo hanno dichiarato di essere stati in piena emergenza: i dati (Figure 5A e 5B) riferiti ai decessi nel primo trimestre di tutti gli anni tra il 2015 e il 2020 mostrano la tragedia determinata dal Coronavirus in questa zona.

L’analisi dei decessi per singola classe di età mostra dati molto diversi per Milano (Figura 6). Questo consente già di escludere la generica qualità dell’aria?

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    5A. I decessi di persone aventi più di 65 anni nella provincia di Bergamo: il confronto tra quelli registrati negli ultimi cinque anni e quelli verificatisi in questo primo trimestre 2020 caratterizzato da Covid-19
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    5B. I decessi di persone aventi più di 65 anni nella provincia di Bergamo: il confronto tra quelli registrati negli ultimi cinque anni e quelli verificatisi in questo primo trimestre 2020 caratterizzato da Covid-19
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    6. I decessi di persone per classi di età nella città di Milano: i confronti non evidenziano un aumento della mortalità in questo primo trimestre 2020 caratterizzato da Covid-19

In parte sì. L’analisi, quindi, è proseguita considerando i dati di mortalità per tutti i Comuni della Provincia di Bergamo, confrontando i decessi registrati negli ultimi cinque anni e quelli determinatisi in questo primo trimestre caratterizzato da contagio. E il riscontro è stato immediato.

Alcuni Comuni presentano anomalie statistiche e quindi i dati sono stati puntualmente cartografati.

Le emissioni da traffico non hanno avuto un ruolo in questa strage. E se l’avessero avuto, i dati avrebbero mostrato una mortalità ripartita su tutte le classi di età.

Le concentrazioni in aria di PM10, ozono e biossido di azoto non sono legate in maniera semplice alle fonti di emissione, ma sono mediate da una serie di processi chimici e fisici.

Tra l’altro, la loro formazione avviene contemporaneamente ai processi di trasporto e dispersione in atmosfera, per cui l’area interessata è molto più estesa rispetto per esempio all’inquinamento da monossido di carbonio (si veda “Strade & Autostrade” n° 115 Gennaio/Febbraio 2016 a pag. 162).

NOx
7. L’emissione di sostanze acidificanti SOx, NOx, NH3

Il Decisore pubblico, però, non ha considerato se ci fosse una relazione sicura tra contagio e qualità dell’aria: l’ha quasi dato per scontato e ha bloccato tutto. Ma il traffico veicolare che per alcuni inquinanti è la principale fonte di emissione non lo è per tutte.

Nel caso degli ossidi di zolfo (SOx), precursori del PM10 secondario, i settori di emissione più rilevanti sono quelli dell’industria e dell’energia (e questo spiega gli elevatissimi valori di PM10 in alcune province (Figura 7).

Da una lato è quindi ovvio come il Decisore pubblico dovesse preventivamente stabilire quali potessero essere gli inquinanti le cui emissioni dovevano essere drasticamente ridotte in una fase di contagio da Coronavirus e dove (analizzando i dati dei deceduti più che dei contagiati tout court), dall’altro lato è del tutto evidente che il come e il quanto (bloccare tutto prima dichiarando la chiusura temporanea e ora prorogando la stessa) senza aver chiaro né la causa che porta un contagiato da Coronavirus al decesso o alla terapia intensiva né la tipizzazione dei casi non è stata una mossa azzeccata, specie se si considerano le ricadute economiche. Poi si dirà che è stato per il bene pubblico ma forse questa analisi andava fatta prima. Prima del lockdown.

L’analisi dei dati statistici avrebbe permesso di escludere alcune ipotesi formulate da vari studiosi: la correlazione inquinamento veicolare e decessi in primis.

Secondariamente la rappresentazione cartografica puntuale e relativa a tutti i dati reperibili (numero di decessi per singolo Comune) ed età dei soggetti deceduti indirizzava verso la seguente ipotesi: tutte le aree con elevata mortalità da Covid-19 si caratterizzano per essere luoghi di produzione siderurgica ma nella provincia di Bergamo i morti sono quasi esclusivamente anziani.

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8. Fortunatamente l’industria siderurgica ha modificato, già dal 1990-1995, i processi produttivi e in Italia le emissioni di ossidi di zolfo si sono drasticamente ridotte

Quindi il contagio da Coronavirus diventa mortale se negli anni precedenti si sono inalate significative quantità di ossidi di zolfo. Per questo nei giovani e negli adulti che non siano affetti da altre patologie il Coronavirus non porta al decesso.

Fortunatamente l’industria siderurgica ha modificato già dal 1990-1995 i processi produttivi e le emissioni di ossidi di zolfo, in Italia si sono drasticamente ridotte (Figura 8 sopra).

Però questo non è avvenuto in altri Paesi del mondo e questo spiega perché la mortalità in altri Stati sia riferibile a tutte le classi di età.

Tale ipotesi di stretta correlazione tra Covid-19 e necessari ricoveri in terapia intensiva è stata comprovata dai dati irlandesi che mostrano una precisa corrispondenza tra contee con numerosi casi e presenza di impianti siderurgici.

Ma anche il trasporto marittimo rappresenta una fonte di emissioni: gli ossidi di zolfo (SOx) sono noti per essere dannosi per la salute umana, causano sintomi respiratori e malattie polmonari e la correlazione dei dati epidemiologici da Covid-19 e distribuzione geografica induce a ritenere che inalare SOx in presenza di Coronavirus determini la necessità di cure ospedaliere urgenti.

Altri recenti studi hanno cercato di porre in correlazione le emissioni da allevamenti bovini e casi di Covid-19 ma comparando i dati non vi sono corrispondenze sul fatto che l’esposizione a lungo termine alle generiche emissioni inquinanti di PM2.5 determini un aumento del tasso di mortalità per affezione da Coronavirus: proprio i dati relativi all’Irlanda lo confermano.

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9. L’analisi dei contagiati e deceduti per Covid-19 negli USA: le località con impianti siderurgici o centrali coincidono con quelle ove si registrano i casi di decessi per Covid-19

Ma soprattutto se ne trova conferma per il fatto che non vi sono allevamenti intensivi (di bovini o maiali) in prossimità di Wuhan.

L’analisi dei contagiati e deceduti per Covid-19 negli USA (Figura 9) conferma le ipotesi sino a qui espresse: sia chi ha lavorato nel settore metallurgico oppure risiede in località ove vi siano impianti siderurgici, sia chi per motivi diversi ha inalato ossidi di zolfo magari per il semplice fatto di risiedere in prossimità di porti, specie se in aree a ridotta ventilazione come quello di Donegal in Irlanda oppure lungo le coste lungo l’Hudson, qualora contragga il virus si ammala e necessita di ricovero urgente.

Si osservino i dati relativi a Donegal – Letterkenny in Irlanda: http://www.epa.ie/air/quality/data/lk/gas/, http://www.donegalcoco.ie/services/environment/pollutioncontrol/air%20pollution/, https://www.epa.ie/pubs/reports/air/quality/epaairqualityreport2018.html e https://www.epa.ie/pubs/reports/air/quality/.

L’anidride solforosa è naturalmente emessa dai vulcani e questo spiega i decessi per Covid-19 in alcune località del Messico e analogamente spiega bene i numerosi decessi in alcune località a Sud dell’Etna.

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10. Anidride solforosa misurata a Letterkenny: l’unità di misura per l’anidride solforosa (SO2) è in microgrammi per metro cubo

Bibliografia

[1]. World Health Organization – “Air Quality Guidelines for Europe”, WHO Regional Publications, European Series, No. 91, Copenhagen, 2000.

[2]. M.D. Lebowitz, G.A. Fairchild – “The effects of sulfur dioxide and A2 influenza virus on pneumonia and weight reduction in mice: an analysis of stimulus-response relationships”, in Chemico-Biological Interactions, volume 7, Issue 5, November 1973, pages 317-326, https://doi.org/10.1016/0009-2797(73)90006-9.

  For English version: https://www.stradeeautostrade.it/en/environment-prevention-conservation/correlation-between-covid-19-and-traffic-vehicle-pollution/

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