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Turismo: Bankitalia, grandi numeri ma Italia può fare di più

“Gli investimenti in infrastrutture di trasporto e la loro adeguata manutenzione sono fondamentali per lo sviluppo del settore turistico”. Lo sottolinea Banca d’Italia nel nuovo studio “Turismo in Italia. Numeri e potenziale di sviluppo”

Nell’ultimo ventennio la quota del mercato turistico italiana si è dimezzata, passando dal 7 per cento della spesa mondiale della prima metà degli anni Novanta al 3,4 per cento del 2017. Il dato emerge da una ricerca della Banca d’Italia “Turismo in Italia.

Numeri e potenziale di sviluppo”, secondo cui “il calo, pur se in parte fisiologico e in parte legato all’affacciarsi di nuove mete a livello globale ” è stato più intenso per il nostro paese che per i principali concorrenti europei”.

Tra la fine degli anni novanta dello scorso secolo e l’inizio di questo decennio, sottolinea via Nazionale, la spesa in Italia dei turisti stranieri è cresciuta molto meno non solo della spesa globale dei turisti internazionali, ma anche della domanda potenziale espressa dai paesi d’origine di tradizionale specializzazione per il nostro paese.

Nello stesso periodo, la voce della bilancia dei pagamenti relativa ai viaggi – pur rimanendo l’unica posta storicamente in attivo – si è a sua volta ridotta di più di mezzo punto di PIL. Solo dal 2011 le entrate turistiche internazionali sono tornate a crescere a ritmi sostenuti, di oltre il 30% fino al 2017. Lo ha sottolineato il vicedirettore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta alla presentazione dello studio.

“Il Turismo genera oltre il 5% del pil e circa il 6% dell’occupazione totale. Ad essa è riconducibile il 40% delle esportazioni di servizi. Il suo saldo con l’estero è strutturalmente in avanzo ed è pari a quasi un punto di PIL e a circa un terzo dell’avanzo commerciale complessivo dell’Italia”.

“Ma dobbiamo chiederci – aggiunge il vicedirettore di Banca d’Italia  – se stiamo valorizzando al meglio questa ricchezza naturale, quali siano i possibili margini di miglioramento e quali gli strumenti idonei a cogliere le opportunità disponibili”.

“Si può stimare – ha sottolineato Panetta – che se nel periodo 1999-2017 la spesa dei turisti stranieri nel nostro Paese fosse cresciuta quanto la domanda potenziale, il PIL italiano sarebbe oggi più elevato di  0,8 punti percentuali” dice ancora manager di Banca d’Italia, sottolineando che vaste aree dell’Italia, in particolare il Mezzogiorno, non traggono beneficio quanto potrebbero dai movimenti turistici internazionali.

“Nelle regioni meridionali sono ubicati oltre la metà dei siti archeologici italiani, un quarto dei musei, quasi l’80 per cento delle coste, i tre quarti del territorio destinato a parchi nazionali. Nonostante ciò, il Sud e le Isole attraggono solo il 15 per cento della  spesa totale dei turisti stranieri in Italia”.

Panetta spiega poi come nel turismo sia in corso una  rivoluzione tecnologica dunque è bene riflettere anche in questo caso sugli ostacoli che nel nostro Paese possono frenare iniziative imprenditoriali innovative e di livello internazionale.

“La valorizzazione dei territori richiede servizi di trasporto  efficienti, in grado di collegare i principali punti di accesso al  Paese. In particolare, le regioni del Mezzogiorno hanno bisogno sia di adeguati collegamenti diretti con gli altri paesi europei, sia di una  rete locale di trasporti in grado di valorizzare le coste e le numerose località di elevato interesse artistico e culturale”, osserva.

“È necessaria un’informazione statistica sul turismo  tempestiva e di alta qualità, che permetta di monitorare l’evoluzione della domanda e dell’offerta e di valutare l’efficacia delle  strategie, pubbliche e private, di sviluppo del settore; la Banca  d’Italia è pronta a collaborare con le altre istituzioni, mettendo a disposizione il suo patrimonio di informazioni e la sua capacità di  analisi” conclude Panetta.

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