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Sicurezza a rischio 1.918 opere sulle strade provinciali, servono 3 miliardi

Si ringrazia lo Staff de La Provincia di Sondrio per l’immagine pubblicata.

Riportiamo integralmente la notizia apparsa oggi su Edilizia e Territorio a firma di Alessandro Arona sulla ricerca effettuata dall’UPI sullo stato di sicurezza delle infrastrutture viarie provinciali.

Servono almeno tre miliardi di euro per la messa in sicurezza straordinaria di ponti, viadotti e gallerie sulle strade provinciali (100mila km per 76 province): 730 milioni subito, per interventi urgenti su 1.918 opere sulle quali sono già disponibili rilievi tecnici dettagliati e progetti; 566 milioni su altri 14.089 ponti o gallerie, per affidare a tecnici esterni rilievi che finora non sono stati fatti; e infine 1,7 miliardi per gli interventi di “priorità 2 e 3” sulle stesse 1.918 opere già monitorate.

Sono questi i numeri principali della prima ricognizione a tappeto fatta dalle Province nelle settimane scorse, e coordinata dall’Upi (Unione province italiane) in seguito alla lettera inviata dal ministero delle Infrastrutture il 16 agosto dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. I dati sono stati presentati ieri mattina a Roma dal presidente dell’Upi Achille Variati, dal vice-presidente Carlo Vercellotti e dal direttore generale Piero Antonelli nella sede nazionale dell’associazione, a Roma.

Le strade provinciali hanno 100mila km di percorso, e arrivano a 130mila, l’85% delle strade extraurbane d’Italia, considerando anche quelle delle città metropolitane, non incluse nel monitoraggio. Sui 100mila km delle strade provinciali in senso stretto (76 Province) ci sono circa 30mila “opere d’arte”, cioè ponti, viadotti e gallerie.

In base alla “mappatura” fornita dalle Province tra fine agosto e inizio settembre, e coordinata e uniformata dal lavoro dell’Upi, circa 10mila di queste opere sono considerate “a posto”, o perché di recente realizzazione o perché già sottoposte negli ultimi anni a intervento. Sulle restanti 20.020 opere i monitoraggi andavano o vanno fatti: ebbene, sono stati fatti solo su 5.931 opere, il 30% (rilievi tecnici già fatti in passato, non dopo il 14 agosto), mentre sul restante 60%, 14.089 opere, non è mai stato fatto.

Su 5.931 opere già monitorate, in base ai progetti di fattibilità o in alcuni casi anche definitivi o esecutivi, servono interventi di manutenzione straordinaria per 2,454 miliardi di euro, di cui 1.918, su altrettante opere, in Priorità 1, cioè urgenti ai fini della sicurezza.

Altre 14.089 opere non monitorate sono secondo le Province «da monitorare», e questi rilievi avranno un costo stimabile in 566 milioni di euro.

L’Upi spiega che dal 2015 in poi, con la riforma Delrio, le risorse per la manutenzione straordinaria (Ms) delle strade azzerate, per salire a 1,6 miliardi in sei anni solo da quest’anno con il dcertyo Delrio del gennaio scorso: l’Upi chiede allora di raddoppiare almeno questo fondo, in modo da avere circa 500 milioni all’anno per la Ms. A questo dovrebbe aggiungersi un altro fondo “straordinario” per i tre miliardi sulle strade a rischio, il fabbisogno citato sopra. Le Province chiedono inoltre di aumentare di 280 milioni all’anno le risorse correnti (che servono alla manutenzine ordinaria di strade e scuole), dopo il crollo da 2,1 a 1,4 miliardi all’anno degli ultimi anni.

«Nei 14mila ponti, viadotti e gallerie che dal nostro monitoraggio sono emersi come “da monitorare” – spiega Achille Variati, presidente dell’Upi (Unione Province italiane) – ci sono possibili insidie nascoste per la sicurezza.

Sono opere quasi sempre con più di 50 anni, quasi tutte in cemento armato e costruite con tecniche vetuste. Le perizie vanno affidate a tecnici esperti, hanno costi che quantifichiamo in 566 milioni di euro, risorse che le Province negli ultimi anni non hanno assolutamente avuto, e che non hanno tuttora».