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Istat: dalla manovra vantaggi al 57% delle aziende

L’aumento della quattordicesima e l’incremento delle detrazioni Irpef, la no tax area, per i pensionati, nel loro insieme, «innalzano di un miliardo di euro il reddito delle famiglie». La stima arriva dal presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, in audizione alla Camera sulla legge di Bilancio 2017. Il «combinato disposto» tra super ammortamento, Ace e taglio Ires permetterà invece un risparmio di imposta per le società di capitale sotto analisi «pari a circa 2,4 mld di euro, l’11% in meno. Nel complesso, «il 57% delle imprese risulta avvantaggiato dalla combinazione dei provvedimenti, quelle svantaggiate «sono solamente l’8%». Un concetto poi ribadito anche dalla direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, anche lei sentita in audizione: la manovra «opera in direzione del potenziamento della competitività economica», e mette in campo «misure per ridurre» il prelievo sulle imprese.

Entrando nel dettaglio, Alleva spiega che l’aumento della quattordicesima «risulta concentrato nella parte meno ricca della popolazione: più dell’80% della maggiore spesa è destinato a individui che appartengono a famiglie nei primi tre quinti di reddito equivalente e soltanto il 4,5% all’ultimo quinto». La misura – spiega – interessa complessivamente «il 5,2% della popolazione totale, pari a circa 3,1 milioni di persone, con un beneficio medio di 250 euro». L’aumento delle detrazioni Irpef per i pensionati interessa invece poco meno del 10% della popolazione (circa 5,8 milioni di individui), con un beneficio medio di 380 euro.

L’analisi di Alleva davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato tocca anche la scelta del governo di rallentare nel 2017 il processo di aggiustamento dei conti pubblici «con un indebitamento netto al 2,3% del PIL, e un consolidamento dei conti pubblici nei due anni successivi», scelta che il presidente dell’Istat collega «all’obiettivo di sostenere la ripresa dell’economia».

Negativo invece il giudizio sul capitolo evasione fiscale e contributiva, che continua a «rappresentare aspetto critico per il rafforzamento della capacità competitiva e per l’efficacia e l’equità delle politiche pubbliche». Un quadro di «grave distorsione», secondo Alleva, «delle condizioni produttive e distributive e – al di là dell’incidenza elevata – una profonda, estesa e crescente diffusione del fenomeno». I numeri Istat confermano il quadro pessimistico delineato dal presidente. Il valore aggiunto generato dall’economia sommersa è infatti passata da 187 mld a 194 mld di euro tra il 2011 e il 2014, con un’incidenza sul PIL in aumento dall’11,4% del 2011 al 12% del 2014.

Nella sua relazione, Alleva f anche il punto sui rischi sismici del territorio italiano e sugli stanziamenti per la messa in sicurezza previsti dalla manovra. «Circa il 9% del territorio italiano appartiene alla zona sismica 1, la più pericolosa», quota che risulta assai più elevata in alcune regioni: circa il 50% in Calabria, il 33% in Abruzzo, e tra il 20 e il 30% in Basilicata, Campania, Molise e Umbria. Le regioni che hanno porzioni di territorio nella zona 1 sono 11». Rientrano nella zona 1 circa il 5,6% delle abitazioni residenziali italiane, ha spiegato Alleva: «Si tratta di poco meno di 1,9 milioni di abitazioni, oltre la metà delle quali (52,5%) costruite prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica (ovvero prima del 1971). Oltre il 42% di queste abitazioni è situata in Calabria, circa il 13% in Campania».

Commentando l’analisi della manovra 2017 fornita dall’Istat, il presidente dem della commissione Bilancio della camera, Francesco Boccia, evidenzia come le misure più rilevanti per le aziende (super ammortamento, Ace, taglio Ires ) incidano in particolare sulle grandi imprese. «Complessivamente, sottolinea Boccia, l’Istat ci dice che il 57% delle imprese risulterebbe avvantaggiato dalla combinazione dei provvedimenti e riguarderebbe in particolare modo tutta la grande impresa italiana e estera con attività in Italia, resta fuori il 43% che coincide in particolare con le Pmi». In fase emendativa della legge di Bilancio, prosegue Boccia, «potrebbe essere utile e interessante confrontarsi su diverse proposte ridistributive in grado di coprire il più possibile anche la platea delle piccole che intendono investire. Abbiamo il dovere di garantire le stesse opportunità a tutte le imprese con propensione agli investimenti. È un buon inizio ma adesso ci vuole uno sforzo ridistributivo in più».

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